Se ognuno di noi contasse il tempo in cui parla con gli altri nel corso della giornata si accorgerebbe che si tratta di minuti e non di ore. Supponiamo, con molta generosità, di concentrare in un’ora il nostro “parlato” di un intero giorno, resterebbero ventitré ore di silenzio.
Bene…Oggi questo Silenzio ha invaso le nostre vite:
Niente più bambini al campetto che giocano a palla, niente più ragazzi che bisbigliano nella aule delle scuole, niente più clacson e insulti nelle strade urbane ed extra, i teatri le biblioteche e i musei chiusi, la musica alla fine si è spenta.
Una cosa possiamo affermare è che oggigiorno nonostante tutto sia sospeso, niente è fermo. Tutto si è spostato per cause di forze maggiore in una dimensione parallela – il world wide web – utilizzata da molti solo per diletto e passatempo e che ad oggi invece potrebbe essere la soluzione e cambiare le regole del gioco.
Un gioco che necessita di essere riscritto, insieme.
Come sarà il mondo del domani? Non il “Mulino che vorrei” che non parliamo di biscotti, ma di un sistema che si sta evolvendo per cause di forza maggiore, ancora non sono visibili agli occhi, se non nei segni che lascia.
Un velo bianco copre i nostri volti, la paura circonda le nostre case, i nostri giardini, i nostri sogni, i nostri pensieri felici…
Ora non serve fomentare odio, non serve creare ulteriore polemica, serve solo ripartire, ripartire con una nuova consapevolezza, ripartire cercando di evitare di procedere per inerzia, ripartire cercando nuove soluzioni, o semplicemente di attuare tutto quello che già conoscevamo ma che per vari motivi lasciavamo nel cassetto perché “per adesso va bene così”.
Quello che serve fare è riavviare il sistema cercando di modificare il paradigma, cercando di imparare dagli errori che abbiamo commesso, cercando di utilizzare la tecnologia come uno strumento per raggiungere un fine comune. Per migliorare la vita delle persone, soprattutto di quelle a cui vogliamo bene, molte delle quali oggi non possiamo vedere, stringere, baciare o anche lontanamente sfiorare.
Siamo qui oggi a spronarvi di togliere quelle poche fette di prosciutto che ancora avete sugli occhi, e capire che quello che sta succedendo cambierà il nostro domani, ma starà a Noi, cittadini del mondo cogliere l’occasione e farla fruttare.
Non facciamo come se nulla fosse successo. Non mettiamo la polvere sotto il tappeto, non puntiamo il dito sull’altro, scendiamo noi in prima linea per dar vita a questo futuro sempre più vicino.
È giunta l’ora di non seguire le istruzioni ma di riscriverle. Facciamolo insieme.
Esiste un termine inglese (strano ma vero) utile alla nostra causa: Reboot.
Questo termine indica l’abbandono della continuità in una serie per ricreare dall’inizio i personaggi e la sequenza della storia, con la totale o parziale riscrittura degli eventi avvenuti nella narrazione originaria. Per semplificare: teniamo le stesse pedine ma muoviamole con una strategia differente.
Scrivere e condividere aiuta a fissare gli obiettivi. Abbiamo una direzione, abbiamo un obiettivo, lo inseguiamo, come la felicità che svanisce non appena pensi di averla raggiunta.
Non sappiamo quando potremo tornare a guardarci negli occhi senza avere uno schermo a mediare. Forse basteranno poche settimane, forse qualche mese, forse meno, nessuno ora lo sa.
La scienza ad oggi ha tante risposte che necessitano di essere accordate in un’unica sinfonia, sotto un unico ritmo, interpretate da un’orchestra che sia capace di far stare di nuovo insieme queste persone.
Aspettiamo un qualcosa che appena potrà scatenarsi, sarà in grado di farci riscoprire la bellezza della fisicità sotto una nuova luce. Là fuori, oltre quella porta, saremo pronti a riunirci, ad abbracciarci, a baciarci e a ballare insieme le hit che verranno.
Stiamo già pensando e sognando quel momento, a quanta carica potrà sprigionarsi, partendo dalle piazze, passando per i palazzetti e per gli stadi arrivando fino alle piste da ballo, meglio conosciute come dancefloor.
La dancefloor che da sempre conosciuta come luogo di perdizione è invece luogo dove tutto può succedere, dove gli schemi saltano, dove le regole possono essere interpretate, dove ci si diverte, un luogo dove si balla (anche), un luogo dove si conoscono persone che inizieranno a progettare con noi e per noi. Un luogo che rompe le barriere, dove non ci sono differenze né problemi, ma solo grandi opportunità.
Bene, facciamo diventare il mondo la nostra Dancefloor condivisa.
Una base da dove ripartire, una base di cambiamento e di cambiamenti. Un porto via dove ripartire e ritornare, ogni volta con qualcosa di nuovo da raccontare, da condividere. Un porto al quale persino il vagabondo Ulisse avrebbe voluto approdare.
Siete tutti chiamati in causa nel rispondere in maniera positiva e propositiva a questa chiamata. Abbiamo bisogno di un segnale forte, unito, insieme.
Un luogo che potrà essere ovunque voi vogliate.
La rivoluzione inizia silente e divampa ad ogni battito del cuore, che oggi più che mai, deve continuare a battere per tutti e all’unisono.
Il passo tra virtuale e reale è assai breve. Siamo ancora in tempo per trasformare questa terribile distopia in una magnifica utopia.
Da oggi fino alla fine di questa pandemia l’hashtag #reboot accompagnerà per tutto quello che verrà postato sui social. Fate anche voi la vostra parte arrivare il segnale ovunque, riempiamo internet di energia positiva che possa contagiare, questa volta positivamente, chiunque!
Partecipa alla conversazione!