#Trip Diary# Hasta pronto, Valencia! (Quella volta che non sapevo di Chris Liebing)

richard
Tempo di lettura: 4' min
28 March 2014
Review 4 U

Ci sono momenti in cui provo ad immaginarmi da vecchio, quando e se avrò dei nipoti e cosa racconterò riguardo le mie esperienze, se dirò loro la verità su tutte le mie cazzate di gioventù o se decontestualizzerò brutalmente ogni dettaglio scomodo per trarne l’insegnamento più saggio possibile come farebbe un vero “umarell” che si rispetti, ma è un interrogativo che rimarrà tale perchè ritorno bruscamente alla realtà quando i bpm improvvisamente precipitano e un fattone spagnolo conosciuto qualche ora prima mi bussa sulla spalla porgendomi un vodkalemon appena preso dal bar del locale.

Ma una storia non è mai bella se raccontata dalla metà, perciò facciamo qualche passo indietro. Qualche settimana fa pensai fosse giunta l’ora di fare un weekend fuori porta, prenotai un volo a casaccio e senza nemmeno la possibilità di rendermene conto mi trovavo a Valencia in Plaza Ayuntamiento catapultato in un caos di diecimila persone ammassate per le strade principali del centro. Dovete sapere (e io ovviamente non lo sapevo) che se andate nella città spagnola nelle prime due settimane di marzo incappate in una festa tradizionale valenciana dove ogni giorno alle due precise del pomeriggio nella piazza più importante della città danno uno spettacolo che consiste nel far esplodere intere file di botti, razzi e fischioni che al confronto il capodanno a Napoli sembrerà una sagra di paese.

valencia

Fortunatamente avevo un amica che già mi attendeva all’aeroporto e grazie a lei sono sopravvissuto al marasma, appena la gente ha iniziato a defluire ci siamo infilati in un bar a caso e iniziato con la prima di una lunga serie di bevute. Seduti a quel tavolino mi parla del locale dove saremmo andati a far baracca la sera stessa; musica techno, clientela piuttosto “sciroccata”, ma nessuna informazione in più, e trovandomi in una delle città spagnole  più belle, dove la birra costa un euro e mezzo e tutti bevono come se non ci fosse un domani, ho ben pensato che non fosse necessario farsi ulteriori domande.

Tra passeggiate in centro, paella, birre, sangria, qualche cocktail e altre birre il sole scende in un batter d’occhio, l’aperitivo diventa preserata e finiamo tutti in un pub  della “ciutat vella” a perpetrare il ciclo di una sbronza che sembrava non finire mai, ed è li che tra un drink e l’altro qualche amigo valensiano mi infila in mano la prevendita alla serata. Scopro di cosa si tratta in un delirio di sensazioni che vanno dalla felice sorpresa alla preoccupazione più totale per la mia integrità psicofisica: era il party del ventennale della Ovum Recordings con JOSH WINK e CHRIS LIEBING, da mezzanotte fino alle dieci del mattino.

C’è da dire che un altra strana abitudine degli spagnoli è quella di presentarsi in discoteca all’orario in cui generalmente in Italia ti sbattono fuori, ma la voglia di sentire anche un bel po’ di Josh Wink è tale che spinge il gruppo in cui mi sono infiltrato ad occupare quattro taxi e dirigersi al club intorno alle tre. Il locale si chiama Koh Tao Club, esteticamente figo e nemmeno murato di gente (a quanto pare perchè “è ancora presto”), si sta da dio, non fa un caldo infernale e i baristi non lesinano sul whiskey. Inoltre, in barba alle più recenti leggi spagnole che proibiscono di fumare all’interno dei locali, la gente accende sigarette su sigarette in mezzo alla pista e davanti al bancone del bar nel goffo tentativo di nasconderle timidamente tra pollice e indice sperando che i buttafuori continuino a fingere di non vedere. Praticamente il giardino dell’eden.

Giusto il tempo di uscire dalla fila del guardaroba che mi ritrovo a brindare con cerveza ghiacciata, qualcuno inizia a far girare anche sostanze proibite ma me ne rendo conto soltanto quando iniziano a volare abbracci fraterni e cinque alti da persone mai viste prima e apparentemente sbronze neanche la metà di me. La musica effettivamente è una bomba. Josh Wink ci picchia duro ma con un ritmo lineare, senza mai lasciarsi andare alla vera mattonata che incendia il dancefloor. Si riprenderà solo intorno alle cinque del mattino quando a mezzora dalla fine del suo set sgancia alcune molotov dritte in mezzo alla pista facendo resuscitare i più stanchi e interrompendo i più innamorati dal limonare duro.

Ci rendiamo conto dell’arrivo di Chris Liebing solo dagli schermi dei visual che proiettano il suo nome, il cambio tra dj è pressochè perfetto, o perlomeno così ci è sembrato dall’alto della nostra poca sobrietà. Il tedesco onora alla grande la sua nazionalità musicale, techno oscura e pesantissima, una mazzata incredibile tra capo e collo. Insomma non proprio adatto ad un afterhour perchè ormai sono le otto del mattino, ma nonostante tutto non ho visto nessuno smettere mai di ballare. Persino il barista è inebetito dai decibel tant’è che all’ennesimo jack&coke gli lascio venti euro vedendo restituirmene quarantatrè di resto. Ottima serata.

disco

Sono quasi le nove quando prendiamo l’amara decisione di sventolare  bandiera bianca, Liebing sta ancora suonando, immagino anche lui sia quasi al capolinea data la cattiveria di alcuni pezzi, ma noi siamo letteralmente vicini al crollo, e usciamo dal locale con una punta di amarezza. Fuori è freddino, ma c’è il sole ed è una giornata splendida. Ripenso alle mie ultime ventiquattro ore a Valencia e a tutte le esperienze che generalmente si fanno in almeno tre giorni di vacanza. Confuso ma soddisfatto mi guardo intorno, vedo altra gente uscire dal locale, le loro facce sono qualcosa di improponibile, mi chiedo se la mia sia messa meglio o peggio, ma in questo contesto è una di quelle risposte che non si vorrebbero mai conoscere, spero solo che qualche ora di sonno mi renda presentabile per l’aeroporto.

Saliamo al volo su di un taxi che qualcuno ha chiamato con un fischio collaudato. Dal finestrino vedo i palazzoni di una zona industriale di periferia ricoperti dai graffiti, peccato non avere una vista mare in questo momento, sarebbe stato il finale perfetto.

Richard Giori

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