Timeshift w/ S/I/O (live), Stanislav Tolkachev, Eschaton, Dj Pete #24.04.2017#

polpetta
Tempo di lettura: 5' min
2 May 2017
Review 4 U

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Lunedì 24.4 Zona roveri

TIMESHIFT w/ S/I/O (live), Stanislav Tolkachev, Eschaton, Dj Pete

Il gran finale della stagione techno bolognese è arrivato.
Per l’ultimo appuntamento di Timeshift bisogna essere preparati a tutto.
Nei 6 precedenti “acts”, la possibilità di assorbire qualcosa da ogni singola porzione del macro reparto “techno” c’è stata.
Quindi non escludiamo l’ipotesi che anche questa sera tanta gente interessante si incontri, danzi rabbiosamente, e goda della possibilità di percepire in maniera chiara l’essenza che ognuno degli artisti di questa sera ha maturato a seguito di anni di esperienza e sperimentazione.

Abbiamo sentito esprimersi chi veniva da lande desolate della Germania, chi dai club più oscuri (e quindi dalla città), sia dj portoghesi che spagnoli, giovani italiani che in maniera molto intima riproducono la propria visione della techno-industrial, altri provenienti dall’est, e tutti con un’unica peculiarità: una metodologia espressiva fortemente segnata dal background culturale e personale e dagli incipit ricevuti dai luoghi teatro della loro crescita.
In quanto appena detto ritroviamo una stagione fatta di singolarità, prodotti musicali unici nel loro genere ed inimitabili.
Anche perché la techno è questo.
Non solo quanto Detroit ha creato.
E non esclusivamente ciò su cui la Berlino a cavallo fra gli ’80/’90 ha fondato le proprie radici sociali.
E’ un mix di tutti questi ritmi, suoni, strumentazioni e stati d’animo ricreati sottoforma di musica.
Nonostante i più possano pensare che si stia vivendo un momento di completo disfacimento dell’ecosistema produttivo e commerciale legato al mondo techno, possiamo invece confermare l’esatto opposto.
E’ un mare in cui sempre più pesci sguazzano.
Con l’unica differenza che alcuni nuotano a galla, altri invece andando sul fondo a vedere che cosa accade lì e se le condizioni possono essere più favorevoli alla vita.
Perlustrando uno dei più profondi di questi mari incontriamo:
30 anni di influenze e presenze nella club culture Berlinese che conta: Dj Pete.
A soli 10 in meno, il pioniere Ucraino Stanislav Tolckachev.
Il nuovissimo live S/I/O dei giovani Federico Collina (già al 3° progetto live ufficiale nonostante la giovane età) e Gabriele Ucci.
L’eccelso trio composto dai tedeschissimi Orphx + Ancient Methods.

Ormai Timeshift ci ha abituati ad una differente interpretazione dello svolgimento cronologico della serata: eliminando di netto “l’antico” crescendo dei ritmi, partendo da una fase introduttiva cosiddetta “scalda pista”; Ha adottato invece una tecnica che strizza l’occhio al linguaggio teatrale, dove le scene non hanno una particolare linea di sviluppo o inviluppo emotivo, ma bensì fanno della libertà la forza.
Partiamo in quinta con il live dei S/I/O.

Molto veloce e anche di una immediatezza disarmante, grazie i synth asciutti e resi dinamici da arpeggi ed effetti incalzanti.
La cosa strabiliante di questa serata (da quanto possiamo notare nei primi minuti di show) è che la PAV, oltre a ricordare vagamente “l’ultima cena” di Da Vinci per la sua lunghezza, è completamente tappezzata di sequencer, synth modulari e non, pedaliere, effettiere, e apparecchi digitali e analogici fino a non lasciare più dello spazio necessario a depositare i tabacchi e la bevanda dell’artista in azione.
Parte di questo bel popò di roba appartiene anche ai S/I/O, che sanno benissimo dove mettervi le mani.

Ed ora arriviamo ad uno di quei momenti che attendevamo da tanto tempo.
Ho alcuni amici che trovano particolarmente strana la mia tendenza all’ascolto di quella techno da loro definita ignorantemente “che non attacca mai”.
Emerge però così, una fondamentale verità ed un unica simbolica abbreviazione rappresentante la nota di spicco del live di Stanislav Tolckachev, soprattutto perché rispecchiata dalla naturale sfrontatezza del parere di un occhio esterno e non particolarmente coinvolto.

Chi come noi invece è alla ricerca di tutte quelle cose che sfuggono alla disattenzione dell’ascoltatore occasionale, riesce a farsi trasportare senza alcuna vergogna dalla complessità strutturale del live più impegnativo della serata.
Dire che fosse un live mentale è un pò riduttivo: la cassa è sempre presente, ma sottoposta a continui cambi di “guadagno”, così come i livelli melodici.
Ricordiamo con maggior piacere i delicati sali-scendi fra momenti di ossessiva tenacità ritmica e quelli di timida esplorazione melodica, alternando grandi velocità a momenti di down abissali e con la continua presenza di altissimi toni, raggiunti da assoli registrati strumentalmente e poi processati elettronicamente.
Ricorda vagamente l’operato del connazionale Vakula (tecnicamente parlando), solo con 20 bpm in più.

Potremmo dire ancora molto altro su Stanislav, ma gli Eschaton ci rapiscono nuovamente il cervello.
Nonostante sia molto difficile reperire informazioni dettagliate e testimonianze on line su questo trio, portiamo con noi un audio ricordo della presenza lo scorso anno al Berlin Atonal degli Orphx, che insieme ad Ancient Methods (già sentito nelle scorse nottate bolognesi) compongono il live che ci manda nei matti.
Dopo non molti minuti dal loro inizio, il solido impianto audio “Montarbo” si rifiuta di seguire la violenza imposta dai padroni delle macchine, dei computer e del synth modulare, e in un rapido cambio settaggio dei volumi, tutto torna in ordine.
Ora possono uscire sul palco come il protagonista dell’opera di punta della cultura classica: urlando ed esprimendosi come solo loro sanno fare.
A differenza di quanto proposto nel 2016 al Berlin Atonal, questa volta gli Orphx scrivono una trama molto più soft e meno astratta, mantenendo sempre in voga l’uso del glitch e della sporcizia nelle melodie.
Rimane in tutti i casi un live danzereccio e molto scorrevole, andante e che sottolinea le sfaccettature più naturali e concrete della techno.
Si sta parlando di un vero live anche come presenza scenica, l’occhio ha avuto la sua parte.
Dj Pete a questo punto spiega a tutti che cosa accadde qualche anno addietro nella sua Berlino, non contento della “futura contemporaneità” espressa dagli Eschaton.
Porta con se chilogrammi di dinamite pure.
Una violenza da IIIWW, mista alla rigidità tedesca, uniti a loro volta alla maestria nel saper toccare tutti i punti in cui la techno Berlinese esce dai canonici standard che la globalizzazione (concettuale e fisica) ha imposto.
Rimarca con facilità la sua importanza nel passato di questa città, rispolverando quanto di bello fu creato negli anni passati.
Dj Pete aka Substance aka Scion (Peter Kuschnereit) è cresciuto musicalmente lavorando nello storico negozio Hard Wax della “city” dai primi del ’90.
Di lì in poi divenne uno dei membri centrali dello scenario culturale tedesco prima, europeo successivamente, mischiando le influenze US derivate dal notevole ascolto di musiche dal mondo che il suo lavoro richiedese.
In questo magico modo abbandoniamo la serata: deponendo le armi davanti questo show pazzesco e affollato.
In attesa del “Bad Gateway” del 1° giugno dove si alterneranno nuovi volti techno da conoscere, vecchi da rispolverare e tante belle situazioni in cui sporcare le scarpine da ballo, comunichiamo ufficialmente che quest’anno Timeshift può essere considerata come l’esperienza techno più esplorativa e significativa del nord Italia.
Lo preannunciamo senza alcuna presunzione, ma dall’alto di un esperienza di 2 anni che ha segnato profondamente l’approccio degli esterni e dei più estranei, alla sfera musicale e sociale che noi prediligiamo.
Vi vediamo sorridere ora, lì in mezzo alla pista, nonostante certa techno “non attacchi mai”.
words by Sergio Creep

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