DANGER! ONLY POSITIVE VIBES HERE!
Andare a ballare in trasferta è sempre una grande emozione. Si sente l’odore di aria nuova, posti lontani, gente e situazioni diverse, club mai visti o al massimo poche volte, e quell’ineluttabile gagliardezza che ti prende da dentro durante il viaggio in macchina. Il sapore del road-movie poi prende un gusto ancora migliore sapendo che si sta andando a sentire il dj più divertente e sorridente del globo: Jay Donaldson, in arte Palms Trax.
Solo a nominarlo partono nella testa ritmi caraibici mescolati a sconosciute tracce francesi pop anni 80, dove il delirio ed il giubilio sono assicurati, come testimoniano i suoi ormai diventati epici set come quello al Dekmantel 2018, in una Boiler Room travestita da festa alla Miami Vice grazie al producer tedesco.
L’ormai famigerato staff Take it easy, protagonista di ottime serate house in quel di Milano, questa volta ha portato lo show on tour “Cooking with” proprio di Palms Trax, accompagnato in apertura dal buon Skatebard. Teatro di scena: Tunnel Club.
Con le nostre migliori maglie colorate (io sormontata da una giacchetta Scuderia Ferrari anni 90 che spero Jay abbia apprezzato sul finale) ed i nostri migliori sorrisi ci siamo goduti davvero una grande notte. Skatebard ha aperto le danze in modo tranquillo ma senza sbavature, e con l’arrivo di Palms Trax sul palco la notte è scoppiata in un turbine di beat house, mash-up acidi, groove di Chicago, pop di qualche posto strano ed eterni vocals goderecci.
Non c’era molto pubblico al Tunnel Club, questo ha fatto sì che i fan di Palmsy hanno potuto ballare e goderselo al massimo, senza spinte e strattoni.
Una grande serata, davvero grande: il club è molto bellino, con delle belle luci e dei buoni spazi, magari l’impianto da migliorare. Pubblico abbastanza tranquillo ed eterogeneo. Ma è stato il nome, Jay Donaldson aka Palms Trax, che ha reso davvero questa serata EPICA.
Next time: Dekmantel 2019, closing main stage.
Meglio esserci! Positive vibes assicurate.

Words: Matteo Petroni Granata
Foto di copertina: George Nebieridze
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