E la notte cala, sinuosa.
Nelle camere d’albergo la Linetti scolpisce onde sulle teste maschie, il pettine d’osso è uno scafo.
Le ladies frugano gli armadi, s’aggiustano i becchi di cicogna, disegnano nei sopra le labbra vermiglio, azzardano con il trucco, inforcano gli occhiali da segretaria con gli strass. Non c’è fretta, la vestizione è un rito che richiede tempo, attenzione maniacale, passione.
Da levante e da ponente, tutti raggiungono il cuore del Summer Jamboree, che pulsa tra il Rockin’ Village della Rocca, il West Side Stage di via Carducci e il Main Stage del Foro Annonario. Rock ‘n’ roll, Swing, tatoo, marinai in permesso, pin up 2.0, c’è chi mischia le carte tra il vintage e il contemporaneo, chi è fedele al look fino allo snobismo, rockabilly oltranzisti e psyckobilly, dive da burlesque, appena un po’ più castigate, tizi tiki style in pantaloni bianchi e camicie a fiori che necessitano di parecchio coraggio, il popolo del festival esplode in tutto il suo incontenibile splendore oldies.
Sui palchi si alternano gli artisti: Duane Eddy, The Paladins, The Big Six, Ray Gelato and the Giants and many, many more. In platea si ondeggia, si rotea , si scatta l’uno verso l’altro e ci si ritrae, si liberano piedi e mani, insomma, si balla come pazzi.
A tarda notte, la scelta è tra l’hawaiian party in spiaggia e l’incanto della Rotonda sul Mare.
Noi optiamo per quest’ultima e veniamo scaraventati in un afterparty in bilico perenne tra relax e sana follia. Anche qui, l’accessorio più in voga è il sorriso… quello che, più di qualsiasi altra cosa, ci è rimasto dentro.

Thanks Summer Jamboree, see ya next year!