SARC:O @ Circolo Arci Tunnel – 23.12.17

gloria-soverini
Tempo di lettura: 2' min
2 January 2018
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“Questo è il primo pezzo, dimmi cosa ne pensi”

È iniziato così il mio ascolto personale su un divano di pelle nera prima che tutto iniziasse a prendere forma, impacchettato prima in 3 EP ispirati ad Asimov e poi in un unico album (Finding Knowing Delight), portato fuori in varie città d’Italia – 3 anche quelle, fra ottobre e dicembre, fatto respirare, decantare come il vino rosso a farci compagnia nei viaggi e sui palchi. Fatto ballare e sudare, anche al freddo, soprattutto in questa data del 23 dicembre al Tunnel di Reggio Emilia.

Dopo Roma e Terni Sarc:o torna a casa portandosi gli accenti dei musicisti, Nicola Pressi alla voce e Giangi alla batteria (no, non riesco a chiamarlo con il suo vero nome). Dietro al mixer c’è Marco, che riuscirebbe a far suonare bene anche un termosifone abbandonato in autostrada.

Per questa serata la scena è ancora più ricca e bella grazie a Veyl, che ha cantato su Down e che stasera lo farà live davanti ai miei occhi, 4 + 1, assieme ad Emilio Pozzolini, il produttore di questo viaggio spaziale.

Noch 10 Sekunden

Sono una donna sulla luna a tutti gli effetti il tempo che Globe entri nelle orecchie: adesso che siamo partiti non si torna più indietro, almeno finché non lo deciderà lui.

L’inizio mette subito in chiaro le cose: sarà un live senza riserve, tenetevi stretti. Io lo faccio come posso alle tracolle delle mie macchine fotografiche, come cinture di sicurezza che mollo di tanto in tanto per agitare il pugno e muovermi un po’, piccole disobbedienze di cui non si accorge nessuno che sono tutti con gli occhi puntati in alto; qualcuno ascolta ad occhi chiusi, altri sorridono.

Nelle luci basse di questo locale, viola e blu, che io un po’ le maledico ma alla fine capisco come giocarci, ci sono macchine volanti e robot suicidi (We Were Promised Flying Cars), ci sono addii (A Goodbye, che se non la conosci vai a guardarti il video assieme a qualcuno che vuoi limonare) e chitarre sexy (South of Sun).

Veyl, Viola, sale sul palco e resto a bocca aperta mentre canta Down e io con lei. Due volte, con il bis.

Sarc:o spinge fortissimo sulle bacchette con cui Giangi picchia letteralmente la batteria. Nicola stasera muove le mani ipnotico mentre canta. Ognuno di loro sembra guidare un qualche attrezzo futuristico, rinchiusi come sono dai loro stessi strumenti, pronti ad accompagnare il pubblico canzone dopo canzone.

Siamo tutti con i piedi sollevati da terra, mi devo ancorare alle scale, al palco, alle ringhiere; mi attacco agli sguardi, a loro che si muovono sul palco, ai bassi, a questi ritmi incredibili, ostinati in tutto e per tutto.

Mollo per un attimo la presa quando in mezzo a questa scaletta compaiono due brani dell’EP con cui ho conosciuto Francesco (sì, Sarc:o): You Are the One e, soprattutto, Childhood. Forse mi commuovo un po’ a sentirla così (grazie).

Quando tutto finisce è come ritrovarsi in un posto nuovo.

Words and Pics by Gloria Soverini

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