Pulse Festival 2017 – Vatican Shadow [focus on]

md-romero
Tempo di lettura: 3' min
9 May 2017
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Eccoci arrivati al secondo capitolo di Pulse Festival.
Qui potete trovare il programma completo che ha visto come ospite de primo evento tenutosi ad Aprile Marcel Dettman. Per il secondo appuntamento previsto per il 20 Maggio 2017 gli ospiti saranno Jeff Mills e Vatican Shadow.

Abbiamo deciso di soffermarci sulla figura misteriosa di Vatican Shadow e fare un piccolo focus in modo possiate arrivare preparatissimi a Sabato 20 Maggio 2017

La musica elettronica nasce dalla necessità di creare uno spazio in cui lasciarsi andare, di produrre una musica libera da qualsiasi schema o preconcetto per una folla di appassionati che ha necessità contigue. L’artista e il pubblico nascono e si formano sullo stesso piano. E’ da queste necessità  che nasce il mondo che sia chi scrive che chi legge ama e vive con una passione senza freni o confini. Da questi presupposti si sono sviluppati artisti votati alla folla e altri più inclini alla sperimentazione. Musicisti che hanno come fine ultimo la creazione di un concept profondo ed elaborato diventano, con il passare degli anni dei personaggi unici, sfuggenti e stravaganti che gradualmente passano alla storia come innovatori, anni luce avanti alle tendenze divenendo vere e proprie icone a cui ispirarsi grazie anche ai fan che attorno a loro creano veri e propri culti a cui necessariamente l’industria finisce con ispirarsi e attingere. Basti pensare agli storici Kraftwerk, a Brian Eno, a Legowelt o a Chu Ishikawa per avere moti di profonda riverenza. Culto è la parola chiave, il leitmotiv che guida la produzione musicale dello sfuggente Vatican Shadow, al secolo Ian Dominick Fernow, un music producer che non accetta alcun compromesso musicale ed ha in mente, fin dall’esordio del progetto, una tematica ben precisa.

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Lo statunitense Fernow nasce nel Wisconsin, in un ambiente profondamente cattolico. La sua attitudine verso la musica inizia con l’entrata nell’ambiente scolastico e la scoperta del Death Metal, in particolare con l’album Once Upon The Cross della band Deicide che lo stesso Fernow definì un album: “spaventoso, è un album molto importante per me ancora oggi”. Durante la sua adolescenza Dominick inizia a scambiare cassette registrate e compilations su nastro con gli amici. E’ durante questo tipo di interscambio che le basi della sua cultura musicale iniziano a formarsi. Dal 1997 Fernow inizia a farsi strada in maniera assolutamente non convenzionale nell’ambiente musicale statunitense con lo pseudonimo di Prurient utilizzando campionature incise su nastro e mixando via musicassette al posto di vinile e giradischi. Il primo suo lavoro come Vatican Shadow  emerge nel 2010 “Byzantine Private CIA” fu inciso su un numero di 100 nastri in edizione limitata prodotto dalla Hospital Production, fondata dallo stesso Fenrow nel 1997 e tutt’ora attiva. Lo stile del missaggio non convenzionale crea un tipo di suono sconnesso, graffiato che diventa inconfondibile marchio di fabbrica dello stile Fernow.

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Senza mai abbandonare lo pseudonimo di Prurient, Fernow porta avanti il progetto Vatican Shadow rilasciando altri EP in un numero limitato di copie su nastro fino al 2011 con il album su vinile “Kneel Before Religious Icons”. Lo stile è ritmico ed industriale, ricco di elementi ossessivi e frenetici, lunghi silenzi e claustrofobia. Vatican Shadow riprende l’essenza del Death Metal e lo unisce alle sonorità industrial à Là Ishikawa creando uno stile unico, avanti sui tempi e profondamente studiato. Non c’è ricerca di armonia in quanto il progetto Vatican Shadow si rifà all’attualità, all’orrore della guerra per procura (Ghosts of Chechnya), al fanatismo religioso (Kneel Before Religious Icons) e allo sciacallaggio mediatico di quello snuff movie legalizzato che è la war on terror (media in the service of terror). Quello che fa Fenrow con Vatican Shadow è reinterpretare lo zeitgeist di paranoia, pessimismo e orrore continuo che la società americana ha causato e continua ad alimentare all’estero. Orrore che un cittadino americano dovrebbe approvare come percorso verso la soluzione (vedi il Patriot Act) e un cristiano, cattolico per giunta, dovrebbe considerare come male necessario (per la supremazia della religione cristiana nei confronti dell’Islam, due religioni nel cui reciproco DNA vige la supremazia intrinseca, il proselitismo e la necessità di convertire trasformando una scelta spirituale in un imperativo assoluto). Ma Fenrow, il cui album che più l’ha influenzato è Once Upon The Cross, prodotto profondamente blasfemo nei confronti del cattolicesimo, nella cui copertina il cristo è sotto un velo di tavola operatoria ( e nel libretto il velo cade e possiamo vedere la visceralità di un cristo che è soltanto un altro cadavere nel mucchio. Una blasfemia provocatoria e profondamente intelligente) è una di quelle menti geniali che hanno visto oltre i dogmi assoluti e li hanno reinterpretati, destrutturandoli e scomponendoli, mostrando la profonda ipocrisia della profezia orwelliana che si è concretizzata e palesata nella nostra era “Non si tratta di stabilire se la guerra sia legittima o se, invece, non lo sia. La vittoria non è possibile. “La guerra non è fatta per essere vinta, è fatta per non finire mai”

fb event: https://www.facebook.com/events/338858216517046/

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