Primavera Sound 2016 Barcelona – Gli imperdibili TOP 12 selezionati da PolpettaMag

richard
Tempo di lettura: 5' min
16 May 2016
Festival
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Abbiamo selezionato per voi una lista di nomi per noi imperdibili della prossima edizione del Primavera Sound festival

Ormai è già bello che iniziato il conto alla rovescia in attesa di volare a Barcellona per il Primavera Sound Festival 2016, e vista la line-up fenomenale di quest’anno unita alla solita difficoltà di riuscire a vedere il maggior numero possibile di artisti preferiti, ci siamo presi la libertà di compilare una lista degli artisti che secondo noi sono assolutamente da non perdere.

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 12. SUUNS

Avevamo lasciato la band canadese alle soglie del 2013 con Image De Futur, un album intriso di paranoie, atmosfere cupe, viaggi lisergici e chitarre distorte, per poi uscire nel 2015 con Suuns And Jerusalem In My Heart, collaborazione che fonde la psichedelia dei canadesi con l’etnicismo dell’ascetico musicista libanese Radwan Ghazi Moumneh, infine nell’aprile 2016 se ne sono usciti con Hold/Still’, loro terzo album in cui la sperimentazione elettronica diventa un elemento sempre più importante. Se non li avete mai ascoltati credetemi, i Suuns dal vivo sono una bomba.

 

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11. EL ULTIMO VECINO

Catalani, di Barcellona, attivi dal 2013 con due album alle spalle, fanno parte di quei nomi che non essendo troppo conosciuti fuori dalla Spagna rischiano di passare inosservati al pubblico internazionale, tuttavia la loro alchimia tra melodie pop e post-punk merita di essere assolutamente vissuta dal vivo.

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10. ACTION BRONSON

Che vi piaccia o meno il rap, Action Bronson non potete assolutamente perderlo. Questo perché il nostro corpulento newyorkese è prima di tutto un grandissimo showman oltre che un talentuoso rapper, salito agli onori della cronaca per lanciare dal palco al suo pubblico oggetti come playstation, tv al plasma, intere paia di scarpe nuove oppure, come nel caso del Coachella, una busta piena di erba, e soprattutto per la sua passione per la buona cucina (essendo un rinomato chef prima di intraprendere la carriera musicale). Ma come dicevo Action Bronson non è solo gags dal palco, due album in studio, due ep e una valanga di collaborazioni hanno reso in pochissimo tempo questo artista più che rispettato sul piano internazionale.

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09. SUEDE

Tra tutti gli artisti del festival i Suede sono sicuramente tra i più longevi ancora in attività, dopo aver rappresentato per anni la quintessenza del britpop e dopo qualche anno di uscita dalle scene, tornano nel 2016 con un nuovo album accompagnato dall’uscita di un mediometraggio diretto da Roger Sargent, mandando i fan in visibilio. Insomma oltre che un bel concerto vi perdereste un pezzo di storia del rock d’oltremanica.

 

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08. PANTHA DU PRINCE

Tedesco, di Amburgo, da ormai 15 anni sulla scena dei migliori club europei, un sound in continua evoluzione che fonde generi come techno, house, minimal in un alchimia onirica che catapulta in una dimensione quasi eterea. Se volete scollegarvi temporaneamente dal resto del mondo restando comunque in pieno festival allora Pantha Du Prince è l’artista che fa per voi.

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07. MATILDE DAVOLI

Ed eccoci finalmente ad un artista tutta italiana, che insieme a Sycamore Age e Altre Di B rappresenteranno il bel paese negli showcase gratuiti del Primavera Pro. L’esordio da solista della compositrice, produttrice e ingegnere del suono leccese è un album fortemente internazionale, dovuto al suo background con Girl With The Gun e Studiodavoli, oltre alla sua permanenza londinese da tre anni a questa parte. Synth pop elettronico dai testi rigorosamente in inglese, personalmente tra gli italiani presenti è quella che aspetto di più, avendo già ben presente gli altri.

 

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06. DJ RICHARD

Tipo misterioso questo Richard, di lui si sa poco o niente ma sono almeno cinque anni che il suo nome è ben noto nel giro della club scene newyorkese e berlinese. Nel 2012 fonda insieme a Quinn Taylor (aka Young Male) l’etichetta White Material con la quale ha saputo ritagliarsi un posto di riguardo nella nicchia dell’elettronica più underground, dando alla luce poi un album e due ep che strizzano l’occhio alle migliori produzioni di casa Kompakt. Ed è proprio l’ assonanza con un certo tipo di techno che alimenta la curiosità nel sentire questo astro nascente dell’elettronica.

 

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05. BRIAN WILSON performing Pet Sound

Storico leader e fondatore dei Beach Boys, a gennaio annuncia l’inizio di un tour mondiale per la celebrare i 50 anni di Pet Sounds, uno degli album più influenti nella storia del pop nonché uno dei migliori nella lunga carriera dei Beach Boys. Questo tour toccherà infatti il Primavera Sound in veste di headliner. Inutile dire che un occasione del genere capita poche volte nella vita perché diciamocelo, artisti che possano festeggiare cinquanta candeline di un disco che ha fatto la storia, non ne sono rimasti poi tanti in circolazione.

 

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04. JOHN CARPENTER

Regista e compositore che non necessita di presentazioni, oltre ad aver regalato al cinema capolavori dell’horror come Halloween, La Cosa, 1997: Fuga da New York, Grosso Guaio a Chinatown ed Essi Vivono, ha composto anche gran parte delle sue stesse colonne sonore. Ed è proprio nelle vesti di compositore, o come preferisce auto definirsi “non musicista”, che il regista statunitense ha all’attivo due album (Lost Themes del 2015 e Lost Themes II di quest’anno) in cui ripropone le colonne sonore che hanno reso i suoi film degli autentici capolavori tra riff di piano, synth rock tendenze alla disco.

 

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03. AIR

Per festeggiare i 20 anni dal debutto internazionale, il duo francese dopo cinque album in studio e numerosi dischi di platino ha deciso di lanciare sul mercato la loro prima antologia e di uscire con un nuovo ed inatteso tour. La loro storia risale al 1995, appassionati di tecnologia e di modernariato musicale,  Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel riesumano vecchi Korg, assieme a svariati modelli di vocode e adottano la loro sapienza elettronica, nutrita dall’ascolto di nomi come KraftwerkJean-Michel Jarre eVangelis, per riportare alla luce quel french touch snobbato fino a quel tempo dal panorama disco. Il loro live perciò è un esperienza onirica quasi etera, perciò perderli sarebbe proprio un vero peccato.

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02. TAME IMPALA

Ogni volta che sfornano un nuovo singolo mi convinco sempre più che gli australiani Tame Impala siano nati nell’epoca sbagliata. Avrebbero dovuto suonare sul palco di Woodstock e mandare in delirio centinaia di migliaia di ragazzi rapiti senza via di scampo da un estasi lisergica per un viaggio solo andata per la luna. Ma del resto non lo stanno facendo ugualmente? Se avete ascoltato almeno una volta un loro live set allora sapete di cosa sto parlando, definiti gli “alfieri del rinascimento psichedelico”, l’ascolto di un loro live è come essere catapultati in una fiaba di Lewis Carroll, bellezza, creatività, improvvisazione sono le caratteristiche che contraddistinguono le loro esibizioni.

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01. RADIOHEAD

Inutile lasciarsi andare a lunghi pistolotti sulla band di Thom York e soci, sono uno di quei pochi gruppi che non passano mai di moda. Mai scesi a compromessi e sempre rimasti fedeli a se stessi, in grado di stupire oggi come trent’anni fa. Del loro ultimo album “A Moon Shaped Pool” si sa poco o nulla ancora, ma il metodo di promozione adottato (sparire da ogni tipo di social network) la dice lunga sull’importanza del disco. Che piacciano o meno, i Radiohead sono una di quelle band da vedere almeno una volta prima di morire. Nell’attesa di vederli sul main stage godetevi intanto il loro ultimo singolo.

 

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