Poesia // Frontier 2014 // Bologna

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
10 September 2014
Art

È il turno di Poesia, celebre Writer californiano, noto anche per il suo ormai conosciutissimo blog Graffuturism. Ha lavorato dal 23 al 30 luglio 2014 in via XXI Aprile 1945 sull’enorme P, che ha inondato di colore tutto il quartiere.
Durante l’intervista ci parla della sua poliedrica arte e ci spiega l’importanza della collaborazione tra artisti.


Dicci come è nato il tuo nome e raccontaci l’importanza dello scrivere queste lettere all’interno dei tuoi lavori.

Poesia è il secondo o terzo nome che uso da quando ho cominciato con il Writing.
L’ho scelto per caso, credo fosse un’etichetta discografica o qualcosa del genere e mi piaceva molto la disposizione delle lettere. Questo era più importante del significato della parola, il fatto che indichi anche una forma d’arte è un qualcosa in più e l’ho scoperto solo dopo averla scelta.


Il tuo stile unico è caratterizzato soprattutto dall’improvvisazione, dalla gestualità e dai diversi modi in cui usi i colori e gli strumenti: come si differenzia il tuo modo di lavorare sui muri, piuttosto che sulla tela?

Per me è più importante cercare di dipingere sui muri rispetto che in uno studio, perché sei portato a reagire all’ambiente circostante e a volte non puoi fare ciò che avevi già programmato, così devi cambiare e adattarti a ciò che hai attorno. Questa è un’ottima situazione, perché ti devi immergere nel mondo e coesistere con esso, non sopraffarlo, e dare vita a qualcosa che è connesso unicamente a quel determinato ambiente. Devi essere più creativo per fare su un muro quello che puoi fare in studio, ma per me è importante cercare di avvicinare il più possibile questi due approcci, senza avere due prospettive differenti per l’uno e per l’altro.


Nei tuoi “Old Masters Paintings” e nei tuoi collage mescoli forme astratte e geometriche con figure accademiche che risalgono all’arte antica e moderna: com’è nato questo stile particolare?

Il mio primo contatto con il mondo artistico è stata l’arte figurativa del Rinascimento italiano. Mi ha influenzato molto quando ero giovane, anche se fino a cinque anni fa non ero stato capace di trovare un modo per rielaborarla, mentre ora ho le capacità tecniche per reinterpretarla a partire dalle idee che avevo da giovane.
Nelle mie prime opere cercavo soprattutto di destrutturare il lavoro dei maestri del passato in forme geometriche, perché mi sembrava che ci fosse un certo ritmo nella loro composizione che mi ricordava i Graffiti. Nei quadri del Manierismo ci sono numerosissime figure che interagiscono l’una con l’altra e la loro composizione può essere simile a quella delle lettere. Io cerco di ricreare lo stesso effetto, ma è un lavoro sperimentale che sto ancora cercando di perfezionare.


Dal tuo blog è nato il gruppo Graffuturism e di conseguenza un suo stile: raccontaci la storia di questo progetto.

Il progetto di Graffuturism è nato con il mio blog, cercavo solo di capire quello che stava succedendo nel mondo e mi ha dato la possibilità di incontrare e di parlare con artisti internazionali, che avevano idee simili alle mie.
Non cerchiamo di forzarci in un’unica direzione comune, ma ci supportiamo a vicenda e ci confrontiamo. A volte ci critichiamo, anche, ma senza tentare di imporre una certa forma estetica o certe idee.
È stata una delle cose migliori alle quali abbia fatto parte come artista.

Cristina

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