OUR SONAR WEEK 2014 || @ Barcelona

cecilia
Tempo di lettura: 3' min
21 June 2014
Festival, Gallery

Se doveste incontrarci per strada e chiederci su due piedi quale sia il posto più bello del mondo, senza esitare vi risponderemmo Barcellona durante la Sonar week.

Sono trascorsi diversi giorni dal nostro ritorno in patria, dopo aver presenziato al Sonar Festival giunto quest’anno alla sua ventunesima edizione, ma  i ricordi di ciò che abbiamo visto e sentito in quelle settantadue ore riecheggiano ancora vivissimi nella testa, come se il cervello premesse il tasto rewind tutte le volte che indossiamo le cuffie e riascoltiamo qualcosa che anche vagamente ci riporti ai tre giorni di musica elettronica più importanti al mondo. Una kermesse che sa rinnovarsi e ingrandirsi di anno in anno, ne è la prova il Sonar+D, un’area dedicata ai professionisti del settore, dove si può assistere a sperimentazioni, installazioni e dimostrazioni di nuove tecnologie in campo musicale.
Chiudo gli occhi e con la memoria mi materializzo in un lampo alla serata di giovedì dove, in un normalissimo bar sulla spiaggia vicino al porto, ascoltiamo Sasse e Marcus Worgull della Innervisions. Mi sembra di sentire ancora il sapore di mojito con tanto di ombrellino, ma non diamo al ghiaccio nel bicchiere nemmeno il tempo di sciogliersi che voliamo all’Atlantida Beach Club dove a bordo piscina ci aspettano Jamie Jones (non riconosciuto dal sottoscritto e scambiato a fine serata per un mio conoscente compaesano), Matthias Tanzmann, Deetron, e Jimmy Edgar fino alle sei e mezza del mattino.
Del resto come ormai è risaputo, non è solo il festival in se a trasformare Barcellona nella più grande fucina musicale del globo, ma tutto l’insieme di party indipendenti sparsi per la città: Pampa Records e Innervisions tra i nomi che hanno spiccato in quanto a good vibes e scenari da togliere il fiato come El Monasterio al Poble Espaniol, una roccaforte medievale immersa nel verde da cui ammirare la città dall’alto della collina.
Ad aprire le danze venerdì sera al Sonar de noche i Röyksopp accompagnati dall’energetica Robyn per la tappa spagnola del loro Do It Again Tour, ma la nottata è proseguita tutt’altro che tranquilla saltando da un live all’altro di Moderat, Caribou, un immenso Gesaffelstein e un instancabile Todd Terje già protagonista del party “Lost in a Moment” placcato Innervisions il pomeriggio precedente a El Monasterio (cercate il video su youtube, da brividi). Improvvisamente nel mio iPod passa un pezzo di Michael Mayer e mi ricorda di non aver fatto chiusura al Sonar per correre all’Apollo e sentirlo alla serata dedicata all’etichetta Kompakt con due immensi live di Kolsch e Dauwd.
Non basterebbero altre mille righe per descrivervi la dimensione parallela in cui siamo stati catapultati dal live dei Massive Attack e dal b2b tra James Holden e Daphni (aka Caribou) la notte della serata conclusiva del festival, ci ha pensato poi James Murphy con una selezione di tutto rispetto a riportarci alla realtà preparandoci alla scorpacciata di disco music che avremmo fatto con Nile Rodgers (vi viene in mente Get Lucky per caso?) e gli CHIC.
Ma come tutti i festival estivi che si rispettino, non si chiude in bellezza se a notte fonda non scende il diluvio universale con un Boys Noize al vetriolo che fa terra bruciata prima di un improbabile e bagnato Tiga.
Insomma, potremmo continuare a raccontarvi del turbolento Piknic Electronik della domenica, della gag di quando in taxi fermi al semaforo un amico esclama di volere una birra e dal nulla si materializza un cingalese con un pacco di San Miguel fresche di tombino manco fossimo al mcDrive, oppure di quanto siano stati fighi Plastikman, Bonobo, Audion o Dj Harvey al Sonar de dia ma preferiamo lasciar parlare la photo-gallery che testimonia la nostra avventura tra festival e tutti i party off che per tre giorni hanno trasformato Barcellona in un autentico paradiso dei clubbers.

Words by Richard Giori

Gallery by Cecilia Secchieri

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