“Non vedo perchè uno debba ascoltare Tanzmann e Squillace in una Jacuzzi” – We Are FSTVL # London 2014

cecilia
Tempo di lettura: 3' min
6 June 2014
Festival

Arriviamo alla stazione di Upminster verso le 13.00 dove ci accolgono, oltre che tanta polizia, parecchi membri di staff del festival che ci indirizzano verso il parcheggio dei pullman che ci condurranno all’aerodromo Damyn’s Hall. Effettivamente l’organizzazione non e’ da poco, tantissimi giovani a prendersi cura della scorrevolezza del traffico, strade chiuse e deviazioni affinché il tragitto verso il festival fosse veloce e sicuro. A bordo la maggior parte erano giovani entusiasmati da, probabilmente, il loro primo festival; urla, schiamazzi, bottiglie di “SO CO” che passavano da una mano all’altra (SO CO e’ il diminutivo che gli Inglesi danno al Southern Comfort, un liquore statunitense parecchio famoso), il solito ragazzo che si preoccupava di gonfiare palloncini e far divertire i suoi amici, e lo spacciatore di turno con una selezione di droghe di diverso genere. Arriviamo al festival e la prima cosa che notiamo, a parte un paio di aerei parcheggiati all’ ingresso, è il parcheggio auto completamente vuoto, il che in fondo è da considerarsi una cosa positiva, giovani desiderosi di far festa con responsabilità. Recuperiamo il nostro VIP pass e entriamo. Appena dentro ci ritroviamo in una specie di villaggio, tantissimi stand di cibo, negozietti vintage e di merchandising di vario genere e ovviamente i diversi stage, con generi musicali che andavano dall’ EDM di Fatboy Slim e Amin Edge fino ai dischi più ricercati di Zip e Levon Vincent.
Cosa che però ci stupisce è la folla, non proprio così numerosa come ci aspettavamo. A parte gli stage più commerciali, gli altri tendoni lasciavano abbastanza a desiderare. Nemmeno lo stage Cocoon, dove suonava Ricardo Villalobos al nostro arrivo, era poi così affollato. Il tendone Luciano and Friends non ha attirato più di 50 persone (!!) in totale, Zip ha suonato per quasi tutta la prima ora da solo. Insomma, non ricordo scene così nonostante tutti gli anni di festival passati da teenager. La situazione sarà stata diversa molto probabilmente il sabato, i tickets risultano sold out e magari anche la folla sarà stata tentata da una line up un po’ più commerciale della domenica. 
Quindi sarà stato anche un festival ben organizzato, ma perlomeno la domenica non ha colto l’attenzione di così tanta gente, il che è un peccato perché poteva andare molto meglio. Il potenziale c’era tutto. Non ho notato nemmeno tutto questo “vibe” ed entusiasmo da parte dei giovani, si ballava quasi a fatica e nella maggior parte dei tendoni si aspettava ancora la famosa persona che a inizio serata scioglie il ghiaccio in pista. In più nonostante la poca affluenza, la sicurezza sembrava essere dappertutto. Secondo la nostra opinione, non tirava per niente aria da festival, non vedevi giovani fare cose inusuali in giro come in altri festival tedeschi o olandesi, non ti sentivi libero di poter fare quello che volevi e sopratutto, forse per la poca affluenza, non vedevi nemmeno i dj così entusiasmati di suonare. Ma la cosa secondo noi più inusuale era il VIP village. Non era altro che un’area riservata ai possessori del VIP ticket, dal costo di 120pounds, con all’interno uno stage del Circoloco, bagni, bar e una piccola vasca idromassaggio!! Mi chiedo perché mai uno debba spendere tutti questi soldi per ascoltare Tanzmann e Squillace in una Jacuzzi!! Musicalmente parlando, decisamente, il tendone Kekahuma ha offerto agli ascoltatori una musica più selettiva e underground. Zip e Dj Koze forse ci hanno stupito meno, mentre Nina Kraviz, Levon Vincent e Jus Ed hanno sfornato dischi di un notevole imprint underground. Cosa che non da meno ha fatto il Secret Sundaze il sabato, forse gli unici a proporre la classica house con stampo Chicago e Detroit. 
Insomma, speriamo in un miglior We Are Festival 2015!!!!

Words by Angelo

Gallery by Stefano

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