Reggio Emilia è una piccola città dove solitamente non succede molto, ma che ogni anno è ospite di un evento artistico di portata internazionale. Fotografia Europea è arrivato quest’anno alla sua nona edizione e abbiamo deciso di prendervi parte anche noi.
Arriviamo a Reggio Emilia in mattinata, aria primaverile e strade silenziose. Dalla stazione ai chiostri di San Pietro è un attimo, ma finiamo per sbaglio alla galleria 2000&NOVECENTO che ospita le opere di Nino Migliori. Il proprietario è il più grande collezionista italiano di Carlo Mattioli, oltre ad avere una libreria da fare invidia.
Se fossi stata una critica d’arte newyorchese commissionata da un riccone in cerca di opere da collezione gli avrei sicuramente consigliato questa:
“Orantes” è un’installazione composta da 200 bottigliette di plastica ricoperte di bronzo, che dovrebbero rappresentare degli uomini chini in preghiera a una misteriosa divinità… potrebbe essere il consumismo?
Ci rimettiamo in marcia verso i Chiostri, dove ad attenderci sono le fotografie di Sarah Moon, Erich Lessing e il grande Luigi Ghirri, che quest’anno ha ispirato il tema di Fotografia Europea, “Vedere: uno sguardo infinito”, a voler ricordare come la fotografia, apparentemente legata all’esteriorità e ai fatti, in realtà ci aiuta a comprendere che c’è qualcosa oltre la superficie delle cose. Ci insegna a osservare e distinguere. Esalta le potenze della memoria e il nostro rapporto con il passato. In una parola ci spinge a pensare.
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