Juan Atkins @ Moxa Club || 1 Febbraio 2013

cecilia
Tempo di lettura: 1' min
4 February 2013
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Non si capisce quale casualità o congiunzione astrale portò Juan Atkins, Derrick May e Kevin Saunderson nella stessa scuola, negli stessi anni a Detroit. Era la fine degli anni ’70 e i tre, appena sedicenni, ascoltavano i radio show dello storico dj The Electrifying Mojo e decisero che avrebbero dovuto seguire le sue orme, rimasti ipnotizzati dal suono dei sintetizzatori, nuove macchine “capaci di fare musica di un altro mondo”, a detta di Atkins.

 

Molti compagni scoraggiavano l’impresa di Atkins; pensavano che avrebbe dovuto dedicarsi a un genere rock, più classico. Ma lui era più che mai determinato nel pensare che la sua strada sarebbe stata quella di sperimentare la musica con la sua Korg MS-10. Insegnò ai compagni/amici May e Saunderson la tecnica del mixaggio; pochi anni dopo uscì con la traccia “Clear” in collaborazione con il musicista Rick Davis. “Clear” era il risultato della fusione tra l’elettronica dei Kraftwerk e la musica da club anni’80, che poco dopo venne chiamata Techno.

 

Quello che accadde dopo lo sappiamo più o meno tutti. Uno scossone tellurico musicale, uno tzunami che ha completamente cambiato le sorti dell’elettronica, unico motivo per cui siamo ancora qui a parlare di Detroit e dei suoi maghi del sintetizzatore.

 

Mentre io continuo a pensare alla congiunzione astrale.

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