Joseph Capriati, il gigante inafferrabile // Review

cecilia
Tempo di lettura: 3' min
17 February 2014
Review 4 U

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Lo conosciamo da poco, ma è sulla scena musicale da anni. Si è fatto spazio tra i vicoli di Napoli fino ad arrivare in ogni continente. Il suo primo approccio con la consolle è stato a 11 anni e da quel momento i due non si sono più separati. Joseph è un ragazzo spontaneo, dall’aria allegra. Non mi stupirei se lo trovassi accanto a me, in pista , durante una qualsiasi serata in discoteca, con le braccia alzate ed il suo sorriso così genuino. E’ uno di noi, uno che fin da giovanissimo inseguiva i suoi djs preferiti per strapparli una foto. Non ha mai creduto di essere già arrivato in passato e non lo crede nemmeno ora. Sostiene di alzarsi la mattina spinto dalla voglia di fare, creare, progredire e continuare a suonare buona musica. E’ stato apprezzato prima all’estero poi è “ritornato” in Italia da vincitore. La sua è una vita trascorsa perennemente in un sogno, quel sogno a cui non riesce ancora a credere. L’abbiamo visto spesso a fianco del famoso Adam Beyer, ha condiviso il palco con Marco Carola, Chris Liebing e Dave Clarke. Ora gira il mondo, partecipa ai festival più acclamati e affollati, sembra non avere un limite. Non ha mai rivelato i segreti del suo successo perché semplicemente non ne ha nessuno, la sua più grande forza è stata non accettare compromessi.

La sua passione sboccia da ragazzino, quando vede per la prima volta un dj suonare e affascinare alcuni spettatori, durante una festa in una piazza di Caserta. Ne rimane sorprendentemente incantato tanto da decidere di intraprendere quella strada difficile, ambita da molti. Non ha mai prodotto musica con lo scopo di diventare famoso, la sua techno è autentica, volontaria, impulsiva. La sua ambizione più grande è sempre stata quella di esibirsi in una discoteca a Napoli, una qualunque, bastava che fosse nella sua città, tra gli amici di sempre e gli amanti del genere. L’occasione arrivò quando Al Metropolis di Ischitella fu accolto da quasi 8.000 persone, il suo dj-set durò 12 ore, una serata indimenticabile, una soddisfazione enorme, un punto di partenza che aprì le porte ad un lavoro ancora più duro. Una nottata servita a metterlo in guardia, ad aiutarlo, a realizzare che da quel giorno in poi non avrebbe più dovuto considerarsi così modesto, si stava trasformando in un artista con un pubblico eccezionale a sostenerlo. Iniziò la salita, senza una meta. Paragona la sua città a Berlino, Detroit perché ricca di suoni underground che lo hanno ispirato, accompagnato e condotto verso la scoperta della musica techno, ancora poco conosciuta in Italia. I suoi idoli sono diventati da creature irraggiungibili ad amici con cui collaborare. All’inizio imbarazzato, emozionato ed infine apprezzato da tutti come persona e non solo come instancabile autore. Molti si chiedono come abbia fatto a rimanere così umile, nonostante la sua forte notorietà, lui risponde che non può vivere senza questo, senza la sua passione, la sente che palpita nel cuore. La sua quotidianità è rimasta la stessa, quella di sempre ed ogni volta che qualcuno per strada lo riconosce, lo acclama, chiede una foto, lui ringrazia, è onorato, stupito, commosso. Cerca e continua a produrre in vinile perché sì la tecnologia è il futuro ma i ricordi devono essere conservati preziosamente, in modo che un giorno lontano possa condividerli con chi più ama. A casa ascolta musica completamente diversa da quella che suona, perché ora che non è più solo un amatore ma un vero intenditore cerca ispirazione, cerca di cogliere quel qualcosa che lo aiuterà a dare vita ad una nuova traccia. Ogni giorno si reca in studio, sperimenta, si esercita come se dovesse sempre apprendere qualcosa di nuovo. I Masters at work sono stati i primi a cui si è affezionato, i suoi maestri fin dalla prima adolescenza. Non ha mai concepito l’idea della dance, ma quella della techno è riuscita a raggiungerlo direttamente al petto come un’onda che si scaglia violentemente contro gli scogli. Per tutte queste ragioni lo ritengo il migliore artista italiano (nonché il mio preferito), più di una volta sono riuscita ad incontrarlo ed è vero tutto quello che ammette, quello che dimostra, è così disponibile che a confronto di tutti i suoi collaboratori è un gigante inafferrabile.

 

Federica  Ziosi

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