Jazz:Re:Found Festival – First Edition – Benvenuti a Torino. #3-8 Dicembre 2015#

polpetta
Tempo di lettura: 6' min
14 December 2015
Festival, Gallery

Per tutti gli universitari come me, la prima settimana di dicembre è un po’ come una boa che va a segnare quel limite, ultimo, dopo il quale bisogna assolutamente esiliarsi dal mondo per iniziare a studiare.
L’ultimo giovedì di questa fatidica settimana, il 3 dicembre, mi sveglio particolarmente gasato. È il primo giorno di Jazz: Re: Found Festival.
Nato e cresciuto a Vercelli, è la novità tra i festival torinesi e questo è sinonimo di una nuova avventura. Cinque giorni di fuoco, da giovedì a lunedì, con una scaletta super densa!
Giovedì pomeriggio cerco di non distrarmi, così da finire un paio di lavoretti per l’università. Questa sera a cena ho un ospite, Alessandro, un amico che mi accompagnerà con la sua macchina fotografica per tutti i giorni del festival. Dopo cena usciamo in direzione del Cap 10100 [dieci-cento, non diecimila cento], la location per questa prima serata.
Fa freddissimo e c’è una nebbia fittissima! Nonostante tutto, ci muoviamo in bici come delle saette ed arriviamo in un batter d’occhio. Entriamo per il live di Populous. La sala è pienissima, ma questo non ci impedisce di andare subito sotto cassa. Il suo live è davvero molto particolare. All’inizio prende forma un’elettronica molto tranquilla, dalle armonie ricercate. I ritmi sono lenti e la melodia lentamente ti avvolge. Successivamente il beat si fa sentire, senza mai diventare aggressivo o invadente, con una base molto ritmata che ricorda le percussioni tribali. Durante il live propone alcuni pezzi del suo ultimo disco “Night Safari”.
Il cambio di consolle non è rapidissimo e ne approfitto per fare un giro della sala. È davvero gremita e faccio fatica a muovermi. Il colpo d’occhio dal fondo è davvero appagante, complici i tendoni neri legati al soffitto che sembrano delle grandi nuvole nere. Scatto un paio foto e poi corro, perché nel frattempo è salito sul palco il londinese Derwin Schlecker aka Gold Panda. Non è la prima volta che suona in città. Il suo live per questa serata è davvero particolare. Si sentono delle influenze jazz e dei beats tipici della musica funky che si evolvono in un suono sintetico, ricco di sfumature e melodie, tipico di Gold Panda. Il live scivola velocissimo e viene chiuso dal suo cavallo di battaglia,“You”.
Le luci si accendono ed iniziano gli applausi. La sala si svuota velocemente ed in pochi minuti ritrovo Ale. Proprio in quel momento Derwin scende dal palco e si mette a chiacchierare con la folla. È un’occasione da non perdere e corro a salutarlo. Gli stringo la mano e gli regalo un paio di adesivi “polpettosi”. Lui me ne firma uno e me lo rende, sorridendomi.
Si sono fatte le due di notte. Fuori fa freddissimo, la nebbia è aumentata e non si vede ad un metro. Riprendiamo le nostre bici e partiamo. Cerchiamo un buon posto per fare ancora qualche foto alla location ma invano, troppa nebbia. Decidiamo allora di andare a festeggiare con una birretta questo primo giorno di festival.
Il venerdì mi sveglio con calma. Spendo il pomeriggio nella sala studio sotto casa, così da ingannare il tempo che scorre veloce in preparazione al main event della seconda giornata: il set di Carl Craig.
Il locale che ospita la serata è l’Azimut. Non sapevo dell’esistenza di questo locale quindi faccio una rapida ricerca su internet. Scopro che è proprio davanti alla sede della mia facoltà, in una zona non lontana dal centro. Entriamo verso l’una per vederci tutto il set dello storico dj americano Carl Craig. Il locale è davvero molto bello, super moderno, con grandi pareti vetrate che danno sul piccolo cortile interno, illuminato con neon rossi che contribuiscono a creare un’atmosfera davvero particolare. Carl è puntualissimo ed inizia a suonare alle 2 precise. Il suo live è davvero molto moderno e grintoso. Propone una techno dalle influenze soul e deep house. Il locale si riempie subito e dopo un po’ usciamo a prendere una boccata d’aria. Scopro che l’Azimut ha anche una saletta più piccola nella quale suona Gambo, dj già famoso nella scena torinese. Ritorniamo nella sala principale e continuiamo a seguire il live di Craig. Nell’ultima oretta di live vedo delle scene davvero buffe. Un sacco di ragazzetti si avvicinano a Carl mostrandogli il telefono per immortalarlo con un autoscatto, come direbbe il nostro Gianni nazionale. Lui, dietro la consolle, è palesemente infastidito e risolvere lui stesso la cosa con un diplomatico thumbs up. Carl mette l’ultimo pezzo, la sala lo ringrazia con un lunghissimo applauso.
Sabato mi sveglio nel pomeriggio, i giorni di party iniziano ad essere molti ma oggi scendono in campo i big e bisogna pianificare tutto al meglio. Ci diamo appuntamento alle 21 all’Esperia per goderci il live di Thundercat. Io arrivo un po’ in anticipo e ne approfitto per fare un giro. L’Esperia è uno degli storici circoli di canottaggio torinesi ed è una location molto ricercata. Il live è nel salone principale e non mi stupisco quando mi trovo davanti un pubblico davvero eterogeneo, con anche spettatori molto maturi.
Il palco che ospita il live si trova in fondo al salone. Tutto è già pronto, la batteria, le tastiere e l’organo elettrico. Dall’altro capo della sala sento degli applausi. La folla si apre e la band, formata da tre membri, si dispone. La prima cosa che noto sono le scarpe squisitamente tamarre di Thundercat: sneakers bianche alte fino a metà stinco. Il live propone alcuni brani del suo ultimo disco, “The Beyond/Where the Giants Roam”. I virtuosismi non si risparmiano e gli assoli nemmeno. Le dita di Thundercat si muovono velocissime sul suo basso a sei corde e con loro anche i piedi dei presenti cominciano a battere ritmi sempre più forsennati. Non posso non citare lo splendido assolo del batterista ed i suoi giochi di sguardi con Thundercat per capire quando chiudere. Il live continua tra applausi, assoli e sudore. Lasciamo l’Esperia verso le 22.30 per andare a cena. Dopo cena ci scaldiamo gli animi [e le mani!] bevendo qualche birretta mentre guardiamo i video delle Boiler Room di Theo Parrish.
Finito, prendiamo le nostre bici e ci muoviamo verso il Q35. Anche questa sera la nebbia non ci da tregua. Il locale è un po’ fuori mano, ma grazie ai nostri destrieri arriviamo in pochi minuti. La coda fuori dal locale è lunghissima. La location è super underground, una vecchia fabbrica ristrutturata da poco. Entriamo nel pieno del set di Dj Premiere. Wow. Non ero mai stato ad un live del genere. Premiere è enorme e le sue manone sui piatti fanno sembrare i 33 giri dei 45. La sala è carichissima, tutti sono molleggiati con le braccia al cielo. La folla esplode letteralmente quando mette i suoi ultimi brani, “Body move it” e “Flute Loop” dei Beastie Boys, introdotti dallo stesso Dj Premier con la frase: “Now motherf**kers, we’re back in the fuc**ng 1994”. Delirio. Alla fine della sua performance scopro che il suo set è durato 45 minuti in più del previsto. Nel momento morto del cambio ne approfittiamo per fare un giro della sala, gremita, per scattare qualche foto. Pochi minuti dopo la consolle si riempie di fumo ed entrano due stangone accompagnate da un tizio, con un cappello da pescatore bianco ed il volto coperto da una retina: Moodymann. Le due accompagnatrici gli posizionano i tappetini sui piatti e poi si parte. Il suo set inizia super funky. Io sono sotto cassa e noto come lui si muova in modo delicatissimo sui tasti della consolle. In un modo altrettanto delicato, si gira per prendere i vinili nella cassa alle sue spalle. Con un gesto collaudatissimo li fa girare tra le mani, poi li adagia sul piatto. Il suo set pian piano si evolve ed i suoni della Techno Detroit si sostituiscono a quelli leggeri del funky iniziale. Le luci di un arancione scuro creano un’atmosfera incredibile. Sembrano dei vapori di saldatura, e con “Ene Nyame Nam a Mensuro” che batte sembra davvero di essere in un sobborgo di Detroit un sabato sera qualunque. Moodyman suona fino alle 3 più o meno. Un boato della folla mi riporta sulla Terra. In consolle è salito un signore con coppola e barba bianca.. È Theo Parrish. Modymann si ferma ancora qualche minuto a salutare i suoi fans, poi scende dalla consolle e attraversa la pista. Nel mentre, il cambio è terminato e vedo Theo iniziare. Anche per lui l’inizio è super funky, poi noto che si allontana, si toglie le cuffie con arroganza, le butta sul tavolo e dopo 2 secondi parte un mega pezzo con una cassa devastante. Il suo set inizia e procede tranquillo per una mezz’oretta, poi un problema all’impianto raffredda la situazione. Lui si mostra abbastanza infastidito. La sala fischia, ma dopo una manciata di secondi la musica riprende e la situazione non ci mette molto a rimettersi in carreggiata, proprio li dove eravamo rimasti, caldi, carichi e funky. La serata procede tranquilla per un po’ poi Moodymann torna in consolle ed il momento diventa epico. Back2Back. I due ridono e sono super presi bene ed il set acquista una qualità incredibile.
Stremati, decidiamo di tornare a casa. Attraversiamo la città ancora assopita, e ci salutiamo.
La giornata di Domenica viene ospitata tutta all’Esperia e comprende una serie di live. Il festival si conclude all’Azimut Club nella serata di Lunedì, con i torinesi di The Dreamers ad augurarci l’arrivederci al prossimo anno. Il bilancio totale del festival è sicuramente positivo. La scelta dei locali è stata coerente con la tipologia dei live ospitati: location più eleganti per live acustici e strumentali unite a location più undergound per i dj-set. Il ricco bouquet di artisti ha sicuramente contribuito al successo generale dell’evento. Naturalmente, essendo quella torinese una prima edizione, ci sono stati alcuni aspetti che spero miglioreranno nelle future edizioni ma in generale possiamo chiudere questo Festival con un 10+.
Complimenti JRF e benvenuti a Torino.

WORDS BY PAUL.

PICS BY ALESSANDRO SANTI.

Ehi, hai mai sentito parlare di Patreon?
Dal momento che sei qui, perché non contribuire?

Patreon è un sistema di micro-donanzioni ricorrenti con il quale supportare economicamente Polpetta e permetterci di continuare ad offrirti contenuti favolosi.

Diventare membro di Patreon è facilissimo!

Contribuisci ora

Partecipa alla conversazione!