Trouw Amsterdam: IL SOGNO RIPARTE!

luca-vitale
Tempo di lettura: 3' min
22 October 2015
Il Giovedì di Vith

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Un lampo fugace di felicità ha scosso la mia tristezza per non essere andato all’Amsterdam Dance Event, una di quelle notizie per le quali si dovrebbe festeggiare come se l’Italia avesse vinto i Mondiali.

Facciamo un passo indietro: vi ricordate quando vi parlai di Amsterdam e del suo leggendario club Trouw ? Fate una ripassatina qui.

Trouw è stato un Club lungimirante, oserei dire dai connotati leggendari, che in soli 5 anni ha tracciato inesorabilmente una linea difficile da raggiungere per tutti gli altri club della capitale olandese. Uno spazio particolare, industriale e underground; rieditato ed elaborato con particolari stranezze: come un ristorante da un lato e anche come una galleria d’arte, “Berghain-style”.
La storia di questa leggenda parte nel 2009, quando il gruppo di promoters/dj del Club 11, altro storico locale di Amsterdam chiuso poco prima, decisero di dare nuova vita al loro progetto musicale utilizzando gli spazi del megaclub di Wibautstraat e per dare continuità alla loro idea di “musica culturale”.

Che cosa significa? I ragazzi, tra cui figurano dj come Patrice Baumel, colonna portante di Trapez Records, Nuno Dos Santos, Melon, William Kouam Djoko ed infine Olaf Boswijk, vero fautore del progetto nonché dj, promoter e booker, insomma la persona più influente della nightlife “tulipanata”, hanno sempre avuto una visione molto ampia della vita notturna che non coincideva con la classica sala da ballo fine a se stessa. Pertanto hanno sempre cercato luoghi attinenti alla cultura, contesti magici nei quali la musica era un elemento, fondamentale, ma pur sempre un elemento. E poi c’erano i visuals, ambientazioni particolari, giochi di luce e buio unici. Ogni dettaglio era caricato ed esaltato alla massima potenza; l’attenzione dedicata a queste piccolezze, la magica esperienza che viene vissuta all’interno dei loro spazi e la ricerca spasmodica alla musica di altissimo livello (Ame, Dixon, e la Innervisions in generale hanno mosso i primi passi da “grandi” qui) ha portato il gruppo “Club 11” a essere in assoluto il più seguito e rispettato della città di Amsterdam.
A tal proposito, se masticate un po’ di inglese, ascoltate questo splendido head to head realizzato da Resident Advisor durante l’ADE 2014, a tu per tu con Boswijk, parole magiche.

Trouw è stato l’apice: 5 anni di notti da far tremare il cuore, nelle quali si sono alternati TUTTI (e sottolineo, tutti) gli artisti più importanti del panorama mondiale. Leggendario il party di chiusura, durato ben 3 giorni, con una line-up da torcicollo: Traxxx, Recondite, Boris Werner, Young Marco, William Kouam Djoko, Melon, Dimitri, Seth Troxler, Jean Pierre Enfant, Luc Mast, Makam, Tom Trago, Nuno Dos Santos, Hunee, Antal, Cinnaman, Âme, Nicolas Jaar, Henrik Schwarz, DJ Harvey, Gerd Janson, Job Jobse, Olaf Boswijk.
Sembra una dichiarazione di guerra moderna. Nonostante il successo planetario e le continue campagne per non chiudere un luogo di culto così vitale per noi ballerini, le leggi olandesi sono severe e rigorose: le licenze di attività per i clubs vengono rinnovate circa ogni 5 anni ed è molto difficile che esse vengano prorogate o riformulate, pertanto la maggior parte dei promoters più “eclettici”, sono spesso obbligati a trovare una nuova casa ai propri progetti, e non è semplice considerate le proprie prerogative non proprio semplicissime da soddisfare (capienze limitate, possibilità di tenere aperto i locali più di 24 ore di fila, gestione dei bars minuziose, soundsystem all’altezza).

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Incredibilmente questo sta per accadere di nuovo, quando sembrava che la leggenda Trouw fosse destinata a finire, lo squarcio nel cielo plumbeo della movida olandese è arrivato: è notizia di qualche giorno fa che il consiglio comunale di Amsterdam ha dato nuovi permessi “24-hours-no-stop” a tre diversi locali: Radion, Cruquiusgilde e De School. Quest’ultimo mi ha lasciato perplesso: non lo avevo mai sentito nominare. Facendo una breve ricerca online è emerso che il team “Club 11-Trouw” è dietro a questa nuova location ed è loro intenzione portare il “Trouw-pensiero” nuovamente alla ribalta!!!
Il club in questione ha una capienza di 500 persone (Trouw era 1100), particolarmente intimo e che porterà il team a dedicarsi ancor di più alla ricerca della perfezione del dettaglio, e per il momento non ci sono ulteriori dettagli, ne sulla programmazione e nemmeno sulla data di apertura prevista.

Un comunicato ufficiale del City Council però, mette nero su bianco: “Qualora tutte le condizioni richieste saranno soddisfatte, la compagnia responsabile di Club 11 prima e Trouw poi, avrà l’opportunità di sviluppare all’interno del Club De School la propria attività per un periodo di 5 anni”.

Che dire…. Io non vedo l’ora di tornare a ”scuola”.

Vi auguro il miglior giovedi con l’ultima traccia suonata al Trouw durante il suo mitico closing party, sperando che sia di buon auspicio al nuovo progetto che sta nascendo, con la certezza che sarà trascinante e magico come la Trouwexperience.

E comunque ci avevano lasciato con un addio davvero degno di nota:

This Is Goodbye – Trouw Closing Movie from Trouw Amsterdam on Vimeo.

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