Tra le centinaia di letture propinate ogni giorno da svariati blog musicali è difficile scorgere qualcosa che catturi la attenzione. Eppure la nostra Bibbia Resident Advisor ha deciso di regalarci qualcosa di davvero speciale. Mai sentito parlare di Vera, al secolo Vera Heindel?

Vera è una delle dj più rispettate di Berlino, un’artista dalla storia oramai pluridecennale che ha cambiato profondamente la scena del minimalismo Berlinese. Con una residenza fissa al Club der Visionaire ,diverse apparizioni ai Get Perlonized @ Panorama Bar e importanti releases su Cargo Edition, Perlon e altre grosse labels, Vera ha tracciato linee profondissime nella musica elettronica. E questo viene sottolineato magistralmente nella intervista rilasciata al grande media inglese.

L’intervista tratta a tutto tondo l’esperienza maturata da Vera sul mixer, dalle origini, allo stile del mixaggio, alla tipologia di setup preferito ed ogni piccolo dettaglio riguardo al meraviglioso “mestiere” del disc-jockey. Molto umile, molto aperta su ciò che fa e come lo fa: Vera è un vero esempio.

Ciò che però in realtà colpisce è la visione della musica di questa donna, la visione per la quale un dj non è un mero selezionatore di musica bensì uno “story-teller”, una figura che racconta storie attraverso la propria esperienza e seguendo il proprio cuore. Un trascinatore di emozioni irrefrenabile, qualsiasi esso sia lo stile preferito, un conduttore di felicità.

Vera mette inoltre a fuoco le sensazioni e le situazioni per le quali un party risulta perfetto, “condicio sine qua non” un dj non potrebbe percepire quelle vibrazioni che permettano ad egli stesso di esprimersi nel miglior modo possibile. Alla domanda su quali fossero per lei quei segnali indicativi che il party stia procedendo nel migliore dei modi, lei risponde così:

“I think this is very subjective. Some people think it’s a good sign if people are screaming all the time. For me, I feel comfortable when people are dancing with closed eyes and have a smile on their face. Then I can tell I’m doing it right. Some DJs are aiming and hoping for more of this outward expression. I like to take the people on a journey inside of themselves, and put everyone on the same level.”

Né “filled clubs” ne “screaming peoples”. Solo introspezione. Introspezione vista come musica che parla al cuore come via per il benessere all’interno di un club.

Quando sento parlare di dj dalla maggior parte della gente, sento spesso una frase: un dj deve solo mettere musica, deve solo selezionare e far ballare la gente. Nulla di più sbagliato, e la risposta è in queste parole: esprimere se stessi attraverso la musica è un’arte tanto quanto dipingere un bel quadro, parla di lui, della sua storia, ed ognuno di noi puo carpirne i momenti/insegnamenti che desidera ed interpretarli nella maniera più opportuna. Può emozionare, rattristire, far innamorare. Questo è essere dj. Divertire divertendosi. Emozionare emozionandosi. Far innamorare innamorandosi di ciò che si fa. E vivendo il “magic music journey” tutti insieme, sullo stesso livello emozionale. Qualcosa di inspiegabile mediante la parola.

Consiglio fortemente di leggere l’articolo integrale qui, tecnico in certi tratti ma fondamentale per capire le emozioni, la voglia e la passione che si cela dietro a una figura fin troppo “bistrattata” dai nostri giorni. Una lettura di ispirazione impressionante, raccontato talmente nel dettaglio da teletrasportare la mente in un club durante la lettura, che sviscera attimo per attimo le splendide emozioni che pervadono un dj e la sua pista durante un dj-set.

Big up Vera.

Ci vediamo in pista ballerini!