Il Giovedì di Vith: Nylon Festival – First Edition

polpetta
Tempo di lettura: 6' min
17 September 2015
Festival, Gallery

Segui il filo di NYLON e non ti perderai.

L’estate è tristemente finita, i nostri amati festival tornano in locations chiuse, anguste, non troppo invitanti messe a confronto agli open air illuminati dal Dio Sole, stracolmi di signorine in bikini e di musica a tutto volume in mezzo alla natura. Si sa, estate fa rima con divertimento. Ma quest’anno la classica pillola amara è stata addolcita dall’annuncio di NYLON, una kermesse di cui vi ho parlato qualche settimana fa (qui) che ha voluto rivalorizzare e modernizzare una parte industriale della città di Vercelli attraverso l’intreccio delle musiche e delle arti visive.

Il programma somigliava a uno splendido banchetto di classe, di pietanze prelibatissime: dai live set al Teatro Civico della città di Vilod (Ricardo Villalobos + Max Loderbauer) accompagnato da Gianluca Petrella (trombone) e Luigi Ranghino (pianoforte) al peso massimo inglese Matthew Herbert con la storia del jazz Italiano Enrico Rava e il Vercellese doc Giovanni Guidi (pianoforte). Il tutto impreziosito da parties notturni vivaci, con artisti di ogni natura musicale, dal rap alla techno più profonda: Dj Gruff, Godblesscomputer, Dewalta & Mike Shannon, Nick Siano.. Un vero e proprio viaggio musicale, tangente su ogni radice ed epoca storica. Inutile dirvi che è il richiamo è stato talmente calamitante da volare in terra Piemontese senza alcun tentennamento.

Io e Francesca, la mia “partner in crime” pronta a cattuare ogni emozione e momento saliente con la sua inseparabile Reflex, partiamo alla volta di Vercelli venerdi 11 Settembre totalmente elettrizzati, e tra sorpassi azzardati e non senza qualche grattacapo giungiamo finalmente a destinazione. Il cerimoniere di inaugurazione del festival al Teatro Civico non poteva che essere il Maestro Ricardo e i suoi accompagnatori sopracitati: la attesa era a dir poco spasmodica. L’ opera era intitolata “Retrospective”, un rendez-vous della vita industriale Vercellese dell’epoca incentrata soprattutto sulla lavorazione della lana, dinamica e rigogliosissima, poi declinata a seguito di passaggi oscuri dovuti a lavorazioni chimiche e non più manuali , quasi autolesionistici, anche dovuti alla politica poco innovativa degli anni 70. L’idea di mischiare le musiche ricercatissime di RV come Vilod, che ti cuociono a fuoco lento senza possibilità di scappare dal viaggio mentale, a narrazioni storiche di agitazioni operaie e vita stacanovista erano un invito a nozze per la mia curiosità insaziabile.

Prendiamo posto in platea, calano le luci e si alza il sipario: il palco è splendente, con rocchetti di lana appesi uno a fianco all’altro a formare un telo bianchissimo sul quale sarebbero state proiettate le produzioni video NYLON, e lui, Ricardo Villalobos, con i suoi “scagnozzi” pronti ad incantare. Non un capello fuori posto, non aizzatori seriali al suo fianco: il contenimento degli artisti e il silenzio in sala era surreale se si pensa al personaggio. Ricardo e Loderbauer sono concentratissimi, i magnifici video della vita industriale si snodano intrecciate alla musica assieme a una voce narrante fuori campo, che marchiava gli highlights dell’opera attraverso racconti di vita quotidiana, dell’evoluzione del mondo operaio della città. Il tutto accompagnato dalla suspense che gli artisti creavano, quasi come delle soundtrack di un film: l’insieme fluiva verso un’unica direzione, creare emozione stimolando più recettori sensoriali contemporaneamente.

Ma la prestazione esclusivamente musicale del duo è piatta, con soli 4 suoni effettati in maniera differente per un’ora e totalmente fuori contesto rispetto ai due accompagnatori con strumentazione classica. Sappiamo quanto il live di Vilod sia per menti fini, acuminate e talvolta un po’ malate (quanto me), ma non sono riuscito a estrapolarne alcuna sensazione di rilievo, se non grazie alla particolarità dell’accompagnamento e del contesto teatro/video storico che ho trovato di fortissimo impatto. Diciamo che preferisco Ricardo come dj. Senza ombra di dubbio.

Lo step successivo si sarebbe svolto nella area Montefibre, una delle zone industriali dismesse utilizzate per l’evento e area polivalente strategica suddivisa in 3 sale. Azimute, Dj Gruff e Godblesscomputer erano gli headliner assoluti, ma anche Niagara, Foxhound e altri giovani artisti a completare questa celebrazione della musica. Ci fiondiamo da Dj Gruff, uno dei miei idoli di infanzia (come dimenticare SxM e i Sangue Misto….) che regala pezzi in freestyle fenomenali e particolarmente “raw” come piace a me, secco e underground, con basi cubitali super oldschool. Sembrava una arena, la gente era in totale delirio. La carica di Gruff è accentuata ancor di più nella sala adiacente con Godblesscomputer, anch’egli con una parentesi underground nel rap con i Lato Oscuro della Costa, ma la sua performance live non aveva niente a che vedere con il rap: chord melanconici, bassi profondissimi, irregolari, che tagliano dall’elettronica più dub all’hip hop, passando per la jungle e il funk. Un set divertentissimo e molto, molto riflessivo grazie alle atmosfere di pathos sapientemente create dal burbero bolognese. Peccato per la conclusione anticipata del suo set a causa di un continuo via-vai di dubbi personaggi davanti alla consolle con cocktails in mano completamente noncuranti della esibizione e di possibili danni causati alla sua strumentazione. Non a caso cerchiamo di fermarlo appena uscito dal locale, e il timido ma interessato approccio della mia socia volto a scoprire cosa lo avesse turbato nel dettaglio ha dipinto in lui un sorriso sincero mostrando una disponibilità e una spontaneità non troppo scontata quando si suona a certi livelli. Belle scene, per chi crede che il club sia solo ballare a ignoranza.

Decidiamo di “quittare”, pronti per il giorno a seguire: Matthew Herbert + Enrico Rava + Giovanni Guidi, un tridente meglio di Vieri-Baggio-Totti, + Dewalta & Mike Shannon in serata alla Pettinatura Lane spalleggiati da artisti italiani gloriosi pionieri dei “cantatoni house” come Leo Mas e Gino Grasso, senza dimenticare Nicky Siano. Per chi avesse vissuto sulla Luna fino a oggi, primo resident dello storico Studio 54. Può bastare ?

Ritorniamo al Teatro e questa volta il titolo dell’opera era “Perspective” , cioè come la produzione NYLON ha idealizzato la ricostruzione, la riqualificazione della propria area industriale. Il simbolo dell’antica produzione viene riesumato grazie a un progetto di recupero che guarda al futuro, con diverse attività circostanti al polo originario, la un’ ristorante, più giù una birreria, un locale per la musica… Il filo interrotto si riaggancia alla bobina, come una volta, scorrendo senza intoppi.

L’ambiente così idealmente serioso è invece totalmente coinvolgente: l’ecletticità e la semplicità con cui propone musica questo artista è la risposta perfetta a ciò che cercavano gli organizzatori, e l’accompagnamento è risultato ancora una volta azzeccatissimo. Enrico Rava, signori che artista, da forma alla musica in modo lirico e struggente, utilizzando le note come veicolo per trasportare la mente in un’altra dimensione. I suoi intermezzi di tromba tra un riff e un basso ti strappavano il cuore dall’emozione. Mostruoso. Il mix video-cultura-musica elettronica-musica classica in un contesto teatrale è davvero da pelle d’oca, a dir poco liturgico, in un clima austero nel quale si respirava a pieni polmoni la Musica vera e tutte le sue sensazioni correlate.

Felici e totalmente rigenerati voliamo verso Pettinatura Lane: la location era semiaperta, campeggiata da un arcata semicircolare a cingere lo spazio aperto, suddiviso in due aree: una puramente da ballo con uno stage allestito mentre il secondo più polivalente, con mercatini vintage, piccoli stand di vinili, food areas, bar e due stage minori. Un vero e proprio salotto musicale. E’ qui che Gino Grasso fa girare i suoi vinili impolverati di decenni fa, di inestimabile valore, con quella house cantata che farebbe ballare anche uno scoiattolo, inarrestabile. I suoi suoni a cavallo delle radici più profonde della musica verrà poi rimarcato da Nicky Siano, leggenda vera, ma la nostra attenzione va tutta sul live più moderno e analogico di Dewalta & Mike Shannon. Set divertentissimo, ballabilissimo, che giustificano le recenti e vincenti apparizioni in realtà come il Robert Johnson o nei festival europei più importanti. Senza dimenticare le residenze in parties come Half Baked o Return che costituiscono due delle organizzazioni più importanti di feste underground nel mondo.

Il meteo ostile della Domenica e impegni lavorativi del lunedi ci costringono a lasciare Vercelli senza aver ascoltato Jackmaster, George Fitzgerald e il portabandiera della musica disco in Italia Daniele Baldelli, ma torniamo a casa con un sacco pieno di novità, di territori inesplorati dei quali abbiamo imparato tantissimo nel modo che più ci piace: attraverso la Musica, attraverso quel filo conduttore della nostra mente che ci porta ad approfondire ciò che amiamo e ciò di cui siamo interessati fino al punto di sentire la soddisfazione della novità anche dopo ormai un decennio di presenza in questo mondo, parlando personalmente. Le trafficate piste da ballo classiche sono state sostituite dalla calma di un teatro, dalla passione trasmessa da una sala incavata in un’industria, nella scoperta di artisti classici a me completamente sconosciuti. Nylon, nonstante la sua prima edizione e alcuni piccoli errori di gioventù in quanto ad organizzazione, insegna quanto sia importante la ricerca, per rendere l’idea di quanto la musica sia veicolare verso il nuovo, verso un progressismo che avrebbe fatto invidia anche al buon Marinetti e al suo manifesto, di amore smodato verso il proprio territorio e verso una crescita culturale generale che lancia totalmente questo festival tra i più interessanti d’Italia negli anni a venire. E la presenza di persone di ogni età agli eventi, di ogni idea musicale e o artistica, addirittura persone che hanno vissuto questo crollo industriale della zona è la vittoria più bella per un festival di provincia ma con ambizioni da grande rassegna europea.

Guardate gli scatti fenomenali di Francesca, vera e propria spina nel fianco dell’organizzazione, presentissima in ogni area privata non accessibile al pubblico a qualunque costo per raccontarvi al meglio ogni piccolo frammento di NYLON. Le parole più profonde ed esplicative sono racchiuse nelle sue fotografie. Buona visione e buon Giovedi !

WORDS BY LUCA VITALE
PICS BY FRANCESCA TUBOLINO

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