HYTE AMSTERDAM x FUSE ALL DAY LONG (and all our heart yours).

luca-vitale
Tempo di lettura: 4' min
3 March 2016
Il Giovedì di Vith

Ancora una volta Amsterdam si è presa un mio pezzo di cuore. In tutti i sensi.

E lo ha fatto nel modo migliore, attraverso un weekend che difficilmente rimuoverò dalla mia mente.

La soddisfazione di godere del sound migliore del mondo nella città migliore del mondo è quel climax di felicità che mi rende gongolante quanto un bambino al suo primo giro in bicicletta senza rotelline. E’ la combinazione perfetta per rendere qualsiasi amante di musica totalmente fiero della propria passione. E’ l’esperienza di vita, la visita di una nuova città, sono le sensazioni spaesate che ti pervadono all’arrivo e l’immensa tristezza al rientro a casa per la meraviglia di quanto si è appena vissuto che rendono speciale un viaggio.

Ok, bando alle ciance e alla filosofia: ragazzi, HYTE AMSTERDAM è stato pazzesco!

Una di quelle feste che battezzi come una passeggiata e invece si rivelano ardue come una scalata all’Himalaya. Certo, le premesse erano di tutto rispetto: Capitan Ricardo Villalobos al timone e una serie di signori del dancefloor che fanno muovere il culo a tutto il mondo, ma sono state le vibrazioni all’interno a fregarmi del tutto.

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Questo evento è stato il culmine di un weekend da bollino nero iniziato al venerdi con una serie di eventi davvero tosta: venerdi notte Chris Liebing e sabato Loco Dice: direi che non avrebbe potuto esserci chiusura migliore.

Lo sciamano cileno era accompagnato dal suo fido “opener” Umho, dai ragazzi di Fuse London che stanno dettando legge in terra anglosassone, Enzo Siragusa e Seb Zito e dal tridente più amato di Francia, paragonabili a Zidane-Henry-Trezeguet dell’epoca: gli Apollonia.

La location come da tradizione Hyte era il Warehouse Elementenstraat, un incredibile edificio particolarmente ruvido nella presentazione ma perfettamente indicato per una festa di questo tipo. La capienza era stata ridotta leggermente per creare al meglio l’ “effetto calca = festa” considerato che la venue può tranquillamente contenere 5000 persone a pieno carico.

Al mio ingresso, velocissimo e senza alcun tipo di grattacapo, Umho stava riscaldando la pista in maniera egregia: è stata la prima volta che ho potuto ascoltarlo e il mio feedback è totalmente positivo. Senza mai osare ci ha coccolato ed introdotto al Maestro attraverso suoni morbidi, ma sempre incalzanti. Ma era già il momento del mio Ricardo, ovviamente in ritardo sulla timetable schedulata ma non importava, la mia felicità di vederlo era indescrivibile.

E a giudicare dal suo set anche lui era molto felice di essere li: la progressione di Ricardo è stata assolutamente imprendibile. Disco, Funky, Techno, House, condito da balletti, sorrisi, sguardi fugaci, intrattenimento degno di uno showman affermato; insomma, il solito calderone di qualità e conoscenza sapientemente mescolata da un uomo che non smette mai di sorprendermi, ogni volta di più. Dagli anni 80 alle releases più recenti, Ricardo è un fiume d’amore impressionante nello sciorinare dischi con una semplicità disarmante. Per non parlare della pressione della torre di Funktion One (aka “botte da orbi”) sulla nostra testa di potenza inaudita, come raramente mi è capitato di sentire nella mia vita, nonostante sia ampiamente risaputo quanto gli olandesi siano minuziosi nella preparazione dei soundsystems ai loro parties. Questo impianto trasformava i dischi di Ricardo già di per se terrificanti in ordigni bellici in piena regola. E i sorrisi, la carica, la emanazione di vibrazioni incredibilmente potenti da parte della pista è stato il connubio perfetto per una guerra musicale di proporzioni immense. Le 2 ore e mezza più intense del 2016, in assoluto. E ancora una volta Villalobos mostra al mondo che quando è in serata non ce n’è per nessuno.

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Il live di Ion Ludwig a seguire è sfortunatamente passato in ombra rispetto alla massiccia prestazione di Ricardo, ma le connotazioni profondissime dei suoi suoni e un passo “da gara” volendo rubare un termine molto vicino al mondo dei motori ha sorpreso tutti, dimostrando che anche chi è un grande produttore come lui (andatevi ad ascoltare un paio di UGOLD e capirete che stiamo parlando di un fuoriclasse) può avere grosse skills anche durante le esibizioni, cosa ampiamente smentita da tantissimi casi nel panorama della musica elettronica.

Si va verso la fine ed Enzo Siragusa e Seb Zito prendono il controllo della consolle portando il “Fuse trademark” alla conquista di Amsterdam: effetto riuscito, a metà, vista la difficoltà di Seb Zito a reggere il tiro di Enzo Siragusa, sempre di una signorilità estrema ai dischi. Sound più tech e pioggia di snares che colpiscono ma non rimangono a mio modo di vedere: grande divertimento ma poca ricerca, condizione per me decisamente più congeniale.

Il colpo di grazia viene dato dagli Apollonia che utilizzando la logica del “chiudiamo noi e spacchiamo tutto” hanno tirato giù il locale a colpi di Techno secca lasciandomi un po’ perplesso, ma totalmente d’accordo con la scelta. La via della rudezza era l’unica percorribile. Diciamola tutta, Ricardo si era preso scena e riflettori con il suo maestoso dj set, e qualsiasi altro artista sarebbe stato da me sottovalutato. A metà dj set esco con una soddisfazione immensa per aver vissuto una giornata strepitosa, assieme ad amici e ai cari gemellati Svizzeri con i quali condividiamo oramai da sempre più tempo esperienze ballerine indimenticabili in giro per il mondo.

Cosa mi ha insegnato questa trasferta? Vi risparmio la pantomima finale di musica come via della resurrezione blablablabla che vi propino ogni giovedi, ma un concetto in particolare me lo ha insegnato: l’amore per la condivisione delle emozioni, il piacere di vivere esperienze e sensazioni con persone che hanno i tuoi stessi feelings, anche se non parlano la tua stessa lingua, il gioco di sguardi e sorrisi per una traccia che provoca in due corpi distinti una stessa, felice reazione. Potrete essere amici, amanti, fidanzati, o magari semplici conoscenti, o addirittura neppure quello. Nessuno è escluso da questa legge del dancefloor. Questa è unione, questa è musica, questo è quello che amo più di ogni cosa,e così sarà fino alla fine dei miei giorni.

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