Tra le tante serate che affollano il weekend, da poco più di un mese ne abbiamo scoperta una che riporta decisamente in auge la vecchia concezione di night club, e da amanti del clubbing non possiamo che apprezzare quello che abbiamo visto. Nascosta nella nebbiosa provincia ferrarese e con cadenza quindicinale IDA è un concept semplice ma per niente scontato, come un privé newyorkese in cui i dj sono rigorosamente locals only, una selezione affidata a Karola Hoffer ed Eternal Entropy alla consolle, luci al neon che piovono dall’alto riflettendosi nel vetro dei bicchieri, ambiente fumoso e good vibes, il tutto racchiuso in una delle sale più eleganti e velatamente kitsch del Sinatra Club di Corlo abbandonando così quell’estetica minimale alla quale ormai molte serate techno ci avevano abituato. Ma IDA non è soltanto bella musica in un bel contesto, è anche una meticolosa cura nei dettagli, è probabile che molti di voi siano troppo giovani per ricordare quanto si poteva bere come si deve  in molti club di fine anni novanta, con barman capaci di preparare cocktail elaborati e che non si riducevano semplicemente a mischiare due ingredienti persi dentro un mare di ghiaccio, e IDA ci ha piacevolmente sorpreso con la sua scelta di long drink affidata a mani decisamente qualificate. Tanti aspetti che molti party al giorno d’oggi danno per scontato o che non prendono nemmeno in considerazione sottovalutando il fatto che certe cose possano invece fare la differenza, e i vodka sour bevuti prima di scattare le foto hanno certamente rafforzato questa opinione.