Fondazione Prada @ Milan

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
27 May 2015
Art

Un’istituzione culturale deve arricchire la nostra vita quotidiana, aiutarci a capire i cambiamenti che avvengono in noi e nel mondo. Questa è la mission della Fondazione Prada e noi non potremmo essere più d’accordo di così. L’arte, la cultura e la bellezza sono tre degli elementi che ci differenziano dall’essere solamente degli animali. Lo scopo di una Fondazione è quello di preservare il nostro immenso bagaglio culturale, di custodirlo e di permettere a tutti noi di godere dei suoi benefici.

L’Arte contemporanea spesso ci lascia delusi, ci fa sentire insicuri, non ci permette di capirne il vero significato, il che ci provoca frustrazione e ci fa esclamare frasi del tipo: “ma è arte questa?!” piuttosto che “Ah ma questo lo sapevo fare anch’io!”. La Fondazione Prada, invece, non è uno di quei musei dove passeggiare con il pugno sotto il mento a mò di intenditore, non pretende di essere commentata e neppure di essere adorata. Una delle collezioni permanenti, la “Haunted House”, ad esempio, ospita un susseguirsi di rimandi a temi come la sessualità, l’inconscio, le relazioni umane… ma allo stesso tempo lascia un’estrema libertà di interpretazione. I due artisti protagonisti, Robert Gober e Louise Bourgeois, donano ai visitatori gli indizi necessari per poter erigere una base sulla quale costruire la propria visione dell’insieme. Le loro installazioni sono stranianti, provocatorie, quasi inquietanti, ma davvero bellissime!

Pazzesca è l’installazione di Thomas Demand, “Grotto”: a partire da una cartolina di una grotta dell’isola di Maiorca, l’artista utilizza 30 tonnellate di cartone grigio, sagomato mediante computer e ne sovrappone ben 900.000 sezioni, fino a realizzare una copia della grotta stessa. Ha poi concluso questo processo circolare scattandone una foto, dalla stessa identica prospettiva dell’immagine di partenza.

Splendide e di spessore anche le mostre temporanee.

Serial Classic” ospita diverse decine – più di 60 – statue Greche e Romane (copie originali – anche se suona come un ossimoro). L’esposizione indaga il rapporto tra l’originale e la sua imitazione, relazione intensa durante l’epoca romana, la quale ci ha regalato innumerevoli multipli realizzati in onore dell’arte Greca.

Il “Trittico” ospita tre incantevoli installazioni, il cui evidente comun denominatore è la forma cubica. Eva Hesse, Damien Hirst e Pino Pascali dialogano tra loro e trovano molti punti in comune, nonostante le loro differenze stilistiche e cronologiche.

Infine la Galleria Sud ospita “An Introduction”, esposizione frutto di una chiacchierata tra Miuccia Prada e Germano Celant. I maggiori movimenti e i più celebri autori dell’Arte a cavallo tra gli anni ’60 e il nuovo millennio, riempiono interamente gli spazi espositivi, in una sorta di Horror Vacui che lascia senza fiato per la sua bellezza.

Se non vi interessa visitare la Fondazione Prada per il suo contenuto artistico, fatelo almeno per il contenitore architettonico progettato dallo Studio OMA, guidato dal celeberrimo Rem Koolhaas.

Siete proprio così pigri?! Allora state pure comodi sulle vostre sedie e godetevi la nostra gallery!

(Special thanks al Fus per le immagini) 

 

 

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