Eleva Festival 4.0 – mission complete

polpetta
Tempo di lettura: 8' min
23 September 2016
Festival, Gallery

Eleva giunge alla 4th edizione e come sempre è stato un successo. Quest’anno le date prescelte sono 10-14-17 Settembre, rispettivamente Sabato-Mercoledì-Sabato. Le location designate sono i Chiostri di San Pietro, l’ex mangimificio Caffarri, il centro Loris Malaguzzi e il Tunnel club.
Sabato 10 raggiungiamo la suggestiva location dei Chiostri intorno alle 21.00, mangiamo in uno dei tanti punti ristoro e beviamo un ottimo mojito. Alle 22.00 ci posizioniamo sotto al mainstage per assistere alla performance di Inude: il live è formato da Giacomo Greco, Flavio Paglialunga e Francesco Bove. Il loro primo ep intitolato “Love is in the eyes of the animals” è stato pubblicato da Panorama Musique Records. La musica degli Inude potrebbe essere definita New Soul, elettronica raffinata e a tratti electro-pop. Questo live ci piace molto e in un batter d’occhio sono già le 22.30 e decidiamo di correre a vedere la parte finale del live degli Evil Twin che avevamo già avuto il piacere di ascoltare durante l’ultima edizione di Robot Festival. Il duo modenese composto da Alberto Boni e Simone Antonioni afferma che: ”Vorremmo che tutti si abbandonassero alle sensazioni che cerchiamo di creare, quasi come in un Rito Collettivo”. Ecco, il loro live è proprio questo, un rito: musica sperimentale con suoni provenienti da diverse culture che confluiscono in un unica magica armonia.
Sono le 23.00 e torniamo nel main stage per goderci la performance di Cosmo prima e Pillowtalk dopo. Il live di Cosmo ha letteralmente mandato in escandescenza i Chiostri di San Pietro: l’atmosfera era composta da controluce suggestivi, fumo e led dietro al palco. La traccia di chiusura non poteva non essere “l’ultima festa” dove Cosmo ha chiamato il pubblico sul palco sfidando le security.
Ora arriva il momento dei Pillowtalk che per questo show abbandonano le luci festose e decidono di esibirsi in “penombra” ma ciò nonostante lo spettacolo non è stato meno happy: la loro musica house, disco a tratti funk ha fatto muovere i bacini del dancefloor. Durante questo show si sono esibite le ballerine Finito il live Sammy dei Pillowtalk rimane sul palco e suona l’ultima ora insieme a Lowheads, un b2b a tre davvero molto divertente. In chiusura nel Soundscape Stage troviamo invece Pol Throwna che attira il pubblico più ricercato e con le sue macchine ci accompagna alla conclusione di questo primo giorno di Eleva Festival.

words by Joe Alpaca pics by Janine Billy & Francesca Tubolino

Mercoledì 14
Ex Mangimificio Caffarri. Raggiungiamo questa bellissima location intorno alle 21.30, mangiamo i Nacios, birretta di rito e alle 22.00 ci piazziamo fronte palco per assistere al live di Klune: questo progetto nasce a Gennaio 2014 in un piccolo studio poco fuori Padova. I Klune sono Alberto Pagnin, producer e studente del conservatorio in sassofono, Giulio Abatangelo chitarrista e Giovanni Solimeno voce. “Hope” è il primo brano di un ep formato da cinque tracce pubblicato dopo un anno. I tre componenti hanno un background musicale differente tra loro ma ci sono alcuni artisti che rappresentano un punto di incontro: James Blake, Chet Faker e Bonobo per citarne alcuni. Il loro live è introspettivo, emozionale e carico. Finito questo bel concerto arriva il momento di Silvie Loto. Questa giovane artista inizia a suonare a 17 anni e grazie a numerosi viaggi a Londra, in Spagna e Germania sviluppa la sua passione per la musica underground e migliora le sue abilità da dj. Nel 2008 approda al Tenax di Firenze, poi diventa resident dell’ultrabeat al Goa di Roma. Dal 2012 Silvie sbarca ad Ibiza entrando nella crew dell’acclamatissimo “Music On” di Marco Carola all’Amnesia e l’anno successivo si unisce anche a Jamie Jones durante le serate al Paradise del DC10. Il sound che propone all’ex Mangimificio Caffarri è composto da kick potenti, bassline intriganti e groove ipnotici. Ed è sulle note di Silvie Loto che si conclude questo day 2 di Eleva Festival.

words by Joe Alpaca pics by Janine Billy & Francesca Tubolino

Sabato 17 Settembre by day

Sabato scorso è stato dedicato interamente all’ultima giornata della quarta edizione dell’ELEVA FESTIVAL. Raggiungiamo la location nel pomeriggio soleggiato e ci accorgiamo di un via vai di persone che si danno davvero un gran da fare per ultimare l’allestimento dei banchetti variopinti di merch & food e dei palchi. Quest’anno siamo rimasti affascinati dalla proposta merch che non ha risparmiato alcun campo. Menzione speciale va ai ragazzi dietro al progetto Wafer (www.waferboards.it), un duo alle prese con la realizzazione di tavole da skate e longboards con personalizzazione misure, tagli e decorazioni avvalendosi anche della collaborazione con diversi tatuatori per grafiche del tutto sorprendenti. I ragazzi della Overdrive clique (www.overdriveitaly.com) che si sono cimentati quasi per gioco nella realizzazione di borse di vario genere, skate e magliette con un’ampia gamma di motivi davvero per ogni tipo di personalità. l’attività forse più curiosa e articolata è quella di Andrea Belluzzi con la sua Fumo Gallery (www.fumogallery.com) che unisce diversi progetti realizzati da artisti mantovani passando da bicilette custom (Fuck Oil) a lampade realizzate attraverso scarti industriali o sedie di design lavorate in metallo battuto. L’ELEVA ha messo a disposizione come ogni anno dei workshop per condividere metodi, nozioni, sperimentazioni che stanno dietro a tutto il mondo della musica proposta dall’evento. In particolare abbiamo assistito ad un workshop sorprendente sull’utilizzo dei Sintetizzatori vecchia scuola con tutti i derivati analog (vs VST!). Altro workshop interessante ha compreso una full immersion nel neo mondo dei droni, divisa tra normativa e tecnica di Sistema. Quest’anno ELEVA non si è risparmiata in niente, anzi ha trovato il modo di conciliare musica e relax con un nuovo workshop di Yoga tenutosi sul pratone del Centro Internazionale Malaguzzi con il sottofondo dello spirito del Festival. E’ quasi tutto ormai al suo posto e sullo Square Stage prende posto Faulty Kru a scaldare l’atmosfera con un warm up dj set della sua “quality underground dance music”. Secondi ad esibirsi nel primo live della giornata sono i Tempelhof, duo per il quale nutriamo forte interesse che nonostante l’assenza dei suggestivi visual hanno dato prova della loro capacità di unire suoni mistici e ricercati dando vita ad una rievocazione di ciò che abbiamo dentro e alle volte fatica ad uscire. Non hai bisogno di guardare i Tempelhof durante una loro esecuzione live, ti guardi attorno e il cielo e la natura ti possono già parlare di loro. Un’ottima rivelazione sono stati i Novamerica, gruppo di quattro ragazzi che pare abbiano condiviso le loro esperienze già dai primi giorni di vita tanta è la sinergia e “fotta” che ci mettono nel scandire ogni canzone tratta dal loro self-titled album. Il pubblico forse abituato a qualcosa di diverso rispetto i recenti festival targati ELEVA dimostrano interesse e partecipazione a questi ragazzi ispirati. Un Indie rock che ricorda un mix elegante tra Coldplay con un pizzico di Bon Iver più una spruzzatina di MGMT. Il giorno da spazio alla notte con le sue tenebre, tenebre buie illuminate dai riflettori per un’incredibile performance del gruppo Yombe che ha presentato il suo ultimo EP dai sound esotici ed eterogenei. Cyen sprigiona una voce fuori dal comune perfetta nell’esecuzione live con una forte connotazione Soul che fa bene all’anima di chi ancora è attaccato alle voci vere e non condite con auto tune e melodyne. Ultimo ma non ultimo prende con irrevenza la postazione sullo Square Stage l’artista iconografico del momento: Bruno Belissimo. Bruno da sfoggio di una capacità marcata al basso che suona come se fosse un’appendice del proprio corpo e una cordialità e famigliarità con il pubblico senza inibizioni. Adoriamo chi, come lui, arriva a scendere dal palco per suonare tra il pubblico oppure richiama l’attenzione dei più al di sotto del palco. Bruno non pare essere uno di quei personaggi costruiti a tavolino da un mercato musicale sempre più compromesso dall’immagine, no, Bruno è così come lo si vede nei video su YouTube ed è questa la sua arma vincente nei live, la sua genuinità che trova consenso nel pubblico che lo adora fino all’ultima traccia.

words by Roberto Mazza Antonov pics by  Roberto Mazza Antonov & Francesca Tubolino

Sabato 17 Settembre by night:

Alle 22.00 puntuale come un orologio svizzero ecco salire in consolle Keita Sano. Keita Sano è un giovane produttore Giapponese di Okayama. Studia per un breve periodo la lavorazione ceramica, poi preferisce dedicarsi alla musica elettronica. Le produzioni di Keita evidenziano il suo gusto eclettico e sono intrise di cultura e di influenze musicali provenienti da vari generi: dall’hip-hop, alla musica disco, alla house ed alla techno. Il producer giapponese crea tracks ed album ad un ritmo elevatissimo e collabora con numerose etichete come: 1080p, Lower Parts, Row, Strictly Groove Recordings e tante altre. Keita parte deciso e il suo set sarà un sali e scendi continuo e come per le sue produzioni, anche il suo set sarà molto eclettico: house old school e non, techno old school e non, e elettronica in generale, il tutto mixato alla perfezione. Il set di Keita vola ed ecco spuntare sul palco Marvin & Guy. Questo duo italianissimo è composto da Alessandro Parlatore e Marcello Giordani. La loro storia inizia a Parma, esibendosi durante le serate Apartment, che essi stessi organizzano. Dal 2011 si fanno riconoscere con tracks e remix pubblicati dall’etichetta giapponese Let’s Get Lost e ottengono la pubblicazione di un loro remix dall’etichetta Endless Flight. Dopo questo primo periodo il duo inizia a orientarsi sempre più verso una sonorità dark e ipnotica. Nel 2015 ottengono il supporto di molti big tra i quali spuntano Dj Tennis, Roman Flugel e Pachanga Boys. Poco dopo esce il loro ep Egoista sulla Hivern Disc di John Talabot. Il loro set all’Eleva festival è stato “un viaggio” di ambienti melodici, arpeggiatori ipnotici e groove techno. Il momento di massima “esplosione” si è raggiunto quando hanno suonato Sfire3 remixata proprio dall’owner di Hivern Disc: mr John Talabot. Cambiano i suoni, cambia il mood ed ecco il momento di Jeremy Underground: classic house, soulful e New York House sono le parole d’ordine. Jeremy Fichon aka Jeremy Underground è un dj parigino che si avvicina alla musica deep house degli anni 90 ascoltando la stazione “Radio Nova” di dj Deep. Amante e digger di house music, jazz, soul e funk ascolta nel 2002 per la prima volta Kerry Chandler, il quale diviene da quel momento la sua più grande fonte di ispirazione. Nel 2010 Jeremy apre la label “My love is underground” e cinque anni dopo inaugura una serie di serate targate per l’appunto MLIU. Il suo set è travolgente e rimanda la mente agli house party underground anni 90. Dopo Jeremy è il momento di Jackmaster. Jackmaster è il moniker di Jack Revill ed è un dj scozzese di Glasgow. Nel 2003 diventa il co-fondatore della label Numbers e sempre nello stesso anno fonda la club night con lo stesso nome. Nel 2011 cura una serie di serate al Fabric e dopo qualche anno anche allo XOYO di Londra. Negli anni successivi lo troviamo dietro i decks dei più prestigiosi club europei: DC10, Berghain e Glastonbury festival solo per citarne alcuni. Nel 2014 si posiziona al 5° posto della classifica di Resident Advisor riguardante i top 100 dj al mondo. E’ un “animale da consolle”, e propone techno, house in pieno stile UK… il suo set è energia pura e il dancefloor di Eleva esplode a ogni ripartenza.

words by Joe Alpaca pics by Janine Billy & Francesca Tubolino

Arrivano le 2.00 ed arriva il momento di spostarsi al Tunnel Club per l’aftershow. Arriviamo nel parcheggio e la fila per entrare è lunghissima, ne approfittiamo per sederci un attimo a fumare una sigaretta e entriamo poco prima delle 3.00 e in consolle troviamo Jackmaster che visto l’ottimo vibe del set precedente decide di suonare anche all’after. Qua il suo sound è più duro e veloce e il pubblico è molto carico. Ecco spuntare dietro la consolle Fabrizio Maurizi e Dino Angioletti aka Bassa Clan che vista la situazione decidono di iniziare un b2b a 3 insieme a Jack. Il tempo vola e kick dopo kick le nostre gambe non reggono più e decidiamo di tornare verso Bologna con la speranza che nascano altre situazioni in pieno stile Eleva Festival.

words by Joe Alpaca pics by Janine Billy 

 

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