“Dub is the place we come to argue and debate”: Asian Dub Foundation in Bologna, 18 gennaio 2013.

cecilia
Tempo di lettura: 2' min
8 January 2013
Review 4 U, Save The Date

Elettronica, raggae, musica tradizionale indiana e tematiche politiche e sociali; il gruppo britannico, di origine asiatica, Asian Dub Foundation venerdì 18 gennaio sarà a Bologna, al Laboratorio Crash, con una formazione che prevede alcuni membri storici della band accanto a nuovi guest. Dj, mc e vari musicisti per un’occasione irripetibile di ascoltare remix inediti del repertorio ADF, creati appositamente per questo show.

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 La storia di questo gruppo, o meglio collettivo, comincia nel 1993 con i fondatori Dr. Das, Pandit G., Master D e Chandrasonic; il loro primo disco, “Concious”, uscì in un momento di forti tensioni anti-asiatiche in Inghilterra e ottenne molta attenzione per le tematiche fortemente antirazziste di cui il gruppo si faceva portavoce. Inizialmente il lavoro degli ADF fu apprezzato soprattutto in Francia; mentre i media inglesi, probabilmente per orgoglio o per ostilità nei confronti della causa che il gruppo portava avanti, non li presero in considerazione e fecero in modo di non farli decollare nella scena musicale britannica.

Ma dopo diverse apparizioni nei maggiori festival europei del tempo, come spalla dei Beastie Boys, il loro successo era ormai inarrestabile. Dopo un tour in Nord America, Singapore, Australia e Nuova Zelanda il gruppo cambia forma in seguito all’abbandono del rapper bengalese Zaman, che nel 2001 lascia ufficialmente per occuparsi a tempo pieno alla lotta per i diritti civili delle minoranze.

 

Nel frattempo uno dei fondatori, John Pandit, viene insignito del titolo di “Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico” per le attività sociali portate avanti dal gruppo e dalle associazioni culturali ed educative fondate dai suoi membri. MA!, Pandit rifiuta l’onorificenza dicendo: “Se si vuole riconoscere il merito di progetti come Community Music, il lavoro che queste organizzazioni svolgono, allora che si finanzino!”.

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Come dargli torto? Oltre alle cause contro il razzismo e il supporto alle comunità di immigrati nel Regno Unito, il gruppo si è occupato di altre tematiche sociali e politiche molto forti nei loro brani: “Free Satpal Ram” era stata dedicata a un cittadino britannico di etnia hindi considerato vittima di abuso giuridico, e per il quale il gruppo ha guidato un vasto movimento di opinione per richiedere la revisione del processo, fino alla liberazione di Ram; “Fortress Europe” attacca le politiche sull’immigrazione dei paesi dell’Unione Europea e in “Altered Statesman” vengono espresse forti critiche verso i leaders dei paesi industrializzati.

Altri esempi del loro impegno si possono ritrovare nei progetti paralleli portati avanti dalla band, fra cui la colonna sonora del film di Mathieu Kassovitz “L’odio” e l’opera teatrale dedicata all’ [ex] leader libico Gheddafi, per la quale il gruppo ha composto le musiche.

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Venerdì 18 gannaio, al Laboratorio Crash di Bologna li vedremo impegnati sul palco per la loro terza esibizione in Italia.

 

Don’t miss it!

 

Info: www.facebook.com/events/350367621725062/

www.facebook.com/laboratorio.crash

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