DAX J minacciato di morte dalle comunità islamiche. Una campionatura di un canto sacro al centro della polemica

md-romero
Tempo di lettura: 3' min
4 April 2017
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Alle volte basta davvero poco, troppo poco, per scatenare polemiche che inevitabilmente portano a scaraventare anche i momenti più liberatori nel clima di terrore ideologico che ormai viviamo quotidianamente. Teatro della controversia è il nightclub El Guitone di Nabeul, Tunisia. L’evento è un Live del britannico DJ DAX J in occasione dell’Orbit Festival. Ora El Guitone è chiuso, posto sotto sequestro e il manager del locale è stato arrestato per “violazione della morale e oltraggio pubblico” mentre DJ DAX J ha chiuso la sua pagina Facebook e sta vivendo un brutto quarto d’ora. La ragione di tutto questo è che durante il live set del primo aprile, DAX J ha suonato un pezzo in cui erano presenti delle campionature del canto islamico alla preghiera. Le clip della serata, filmate da cellulari, sono state caricate quasi immediatamente in rete arrivando all’attenzione di persone che, in piena indignazione e forti delle loro convinzioni hanno prontamente attaccato DAX J con insulti e minacce di morte, costringendo il music producer, dopo pubbliche scuse in contemporanea coi gestori del locale, alla chiusura della sua pagina Facebook. Le pubbliche scuse non sono bastate al governatore di Nabeul Mnaouar Ouertani che ha affermato che “non permetterà attacchi al sentimento religioso della popolazione e al sacro” prendendo provvedimenti contro El Giutone e il suo manager.

Premesso che il rispetto della cultura altrui è uno dei pilastri della convivenza pacifica fra popoli, l’altro pilastro è senza alcun dubbio il dialogo e la tolleranza. Minacciare la vita di un artista costringendolo al silenzio favorendo il linciaggio mediatico, spalleggiati dalle autorità tunisine, è oltremodo eccessivo e non fa che alimentare il clima di intolleranza da ambo le parti riportando alla memoria tragici massacri come quello di capodanno al Reina di Istanbul o ancora prima al Club Blu di Fort Myers, per non parlare di concreti attacchi ad artisti (Theo Van Gogh, uno su tutti) la cui colpa è stata riflettere e reinterpretare la materia della fede islamica, coperta da un unico grande Taboo il cui deterrente a supporto è il terrorismo in tutte le sue forme.

Chi scrive non è nella posizione di dire con assoluta certezza quanto fosse dissacrante per un islamico praticante, ortodosso e senza dubbio morigerato tanto da tenere in considerazione la scena techno con l’unico scopo di rilevare eventuali offese alla sua fede, un campionamento del caratteristico canto recitato dalla cima dei minareti (parodiato, e non reinterpretato sia chiaro, ben più ferocemente in altri più beceri e gratuiti media, vedi Le Comiche 2 di Neri Parenti solo per citare quello che, nell’immediato torna alla mente di chi scrive) e di certo non si metterà a disquisire di come sarebbe possibile per una qualsiasi persona sana di mente giustificare la furia forcaiola della massa di indignados che furentemente ha mitragliato dalle loro tastiere promettendo fuoco, fiamme, orrori e devastazioni a DAX J e a chi avrebbe permesso, peste li colga, che un tal scempio potesse succedere, sicuramente sconvolgendo fedi incrollabili e minando un sistema culturale tanto fragile da rischiare di vacillare per una campionatura. I vari “s’è l’è cercata” e “doveva aspettarselo” e “è stato irrispettoso” che si possono leggere nella sezione commenti al video che ritrae perfettamente il momento della campionatura durante il live set (https://www.youtube.com/watch?v=PDMOILdbPh0) parlano da soli e i nostri lettori potranno trarre le loro conclusioni sul polverone che si sta scatenando sulla faccenda e, a dirla tutta, è l’ennesima prova che lo spettro della violenza e del terrore è il deterrente alla libertà di espressione degli individui e questo sistema funziona non tanto grazie alla massa (più esigua di quanto non sembri) di violenti ortodossi indignati quanto di tutta quella maggioranza silenziosa che, terrorizzata dall’idea dell’atto terroristico giustifica il clima stesso che lo genera.

Il vostro buon M.D., con buona pace dei fedeli di tutto il mondo, vuole però dare il suo sostegno a DAX J e invitarlo a non cedere alle minacce e sarà entusiasta di assistere al suo prossimo Live Set in prima fila in quanto se la tolleranza e il rispetto della cultura altrui sono doveri assoluti, è anche vero che questo dev’essere un rapporto reciproco. Per molti di noi l’arte e in particolare la scena live è un sacred ground ancestrale e primievo dove non possiamo tollerare in alcun modo dissacrazioni con sentimenti distruttivi dettati dall’isteria di massa.

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