Appunti di un Clubber Contemporaneo

cecilia
Tempo di lettura: 3' min
16 July 2013
Trip Diary

Scrivo di Musica, per sentirmi libero.
Per sentirmi leggero, spensierato, col cuore pieno di colori.
Metto in cuffia un paio di dischi e getto l’inchiostro, lo getto violento, per scrivere le emozioni, i pensieri, le allucinazioni.
La musica mi sta a cuore tanto quanto il tichettio della pioggia sugli scuri di casa, mentre fuori è buio e la Luna si nasconde strafottente, dietro prati di nuvole.
Mi sta a cuore quasi come fosse un bambino da crescere ed aiutare per allevarlo sano, insegnarli a parlare, piano piano, come le prime note di un disco di Einaudi.

Volersi bene e sorridere, abbracciarsi, anche se si è sconosciuti, condividere i pensieri ed opinioni, interrogarsi su nuove tendenze, sentire gli odori, trovare una certa complicità in sguardi estranei e nei baci dati a vuoto.

Scoprire una certa particolare armonia quando parte un basso, spogliarsi degli errori, dei problemi, che contornano la nostra vita quotidiana, immaginare nuovi mondi ed esserne gli eroi, anche solo per un giorno, anche solo per una notte.

Rimanere composti, attenti, frizzanti, ascoltare con cultura, raffinatezza e non atteggiarsi troppo, in scene che non fanno al caso nostro.

Personaggi in contrasto fra loro, molte cose azzardate, ma altrettante che funzionano, intonate, proprio come un set d’altri tempi.

Forse è questo il Club, o forse no.

C’è chi lo fa per passione ristretta, per uscire dalla porta di casa e rientrarci, con qualche termine più cool e modaiolo e chi lo considera addirittura uno stile di vita, quasi una di quelle dipendenze senza uscita.

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Con in testa tutti questi pensieri un pò raffazzonati, mi dirigo Lungo Il Tevere, per la precisione al Circolo Poligrafico, per la tanto attesa serata ‘RECOVER’, con una consolle niente male, che vede in primis : Fabrizio Saletta (London FM•GoaNozoo), Giorgia Angiuli [LIVE] (BPitchControl) ed infine lo statunitense Ryan Crosson (WOLF+LAMB•WagonRepair•M_NUS•VisionQuest•CircusCompany•BerettaGrey)

Devo dire che la selezione all’entrata è abbastanza pressante; non pensate ad una selezione Berlinese o Francofortiana, ma comunque nella Capitale ci tengono molto.

Entro senza alcun problema e comincio ad ambientarmi.
Il posto è davvero grande ed allo stesso tempo molto curato.
Pallets rivestiti in stoffa a far da cornice al dance floor, vecchi copertoni di camion rimessi a nuovo a far da poltrone, un raffinato angolo bar e delle proiezioni semipsichedeliche sulla parete del Circolo.

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La consolle, è disposta su di un piccolo piccolo palco, con un impianto niente male.

I dischi del ‘Signor FM’, (…e che dischi!), fanno da entrata al Live della Miss Giorgia Angiuli.
Non conosco a pieno Giorgia Angiuli ma sono convinto che, se potesse, porterebbe con se molti oggetti, fantasticherie e strumenti musicali, vista la sua creatività, ma deve limitarsi alle consolle dei club, aggiungendoci dei suoi controller, di piccole dimensioni.
Utilizza un computer, con certamente il Software ‘Ableton Live’, un controller con feather e knobs, una tastiera a due ottave con tasti e pad, un microfono per la sua voce, calda e delicata, un therimin e occupa il restante vuoto, con magia e fantasia, inserendo tutto il possibile immaginabile, come pistole giocattolo sbudellate, carillon, clarinetti e molto altro ancora.
Devo dire che ho assistito ad un gran bel live.

Le sfumature degli ultimi pezzi di Giorgia Angiuli, lasciano il posto ad il set di Ryan Crosson, pezzo grosso dei VisionQuest.
Assieme a Seth Troxler, Lee Foss, Shaun Reeves, forma i 4 Moschettieri Visionquest, nuova generazione di musica elettronica.
I 4 dj, definiscono tutto questo come un lungo, grande viaggio, alla continua ricerca di qualcosa, tant’è che ce l’hanno tutti tatuato sulla pelle.

Il set dell’americano non mette in dubbio nessuno: è potente, compatto, pulito…non lascia spazio, non nè chiede nemmeno.

Il Circolo Poligrafico è davvero stra colmo di gente e tutti sono in vena di grandi sorrisi e balli spensierati, con una città come Roma, che fa da cornice.

Lungo Il Tevere così come sono arrivato, torno a casa, attraverso Ponte Milvio, il ponte degli Innamorati, mi basta un bacio, caldo, il tiro di una sigaretta e le luci lampeggianti dei semafori per capire che un’altra notte è finita.

Il giorno dopo mi aspetterà ‘Sua Maestà Giancarlino’, boss del Goa, (tanto per nominare un Club a caso), al Riva Beach Club di Fregene.

Enrico.

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