In un’epoca in cui siamo costretti a traslare le nostre esistenze verso il nostro “io digitale”, HVSBAND ci accompagna nel territorio del retrofuturismo, mettendo al centro del discorso il suono analogico.
Gianlorenzo De Sanctis, musicista bolognese già negli storici Buzz Aldrin (Unhip, Ghost Records), sperimenta per anni la sensazione che in noi altri è stata forzata dal lockdown: l’isolamento.
In questi anni di solitudine si rintana nel suo scantinato a sperimentare con i suoni per poi uscir a riveder le stelle con l’album APART- uscito questo Maggio per More Letter Records, tape label che si dirama tra Bologna, Roma e Bari con un affezione particolare per i suoni piccoli che hanno voglia di essere amplificati.
Con il suo drone-pop asciutto e notturno, ci ricorda quanto la nostra voglia di fisicità- quella analogica di macchine e corpi- ritorni sempre a cercarci anche in un mondo che ci vorrebbe sempre più virtuali.
APART è una nicchia elettrica che procede per sottrazioni– tra chitarre, percussioni e sintetizzatori- trova un equilibrio tra l’estetica pop e il caos dei droni per trasportarci in un viaggio lisergico nelle zone d’ombra di De Sanctis.
Con synth pulsanti e droni HVUSBAND ci restituisce un caos nebbioso, ma non si dimentica di indicarci la strada verso la luce- guidandoci tra i suoi suoni con un cantato sottile e robotico, essenziale e pop.
Nel suo percorso di rinascita solitaria tra le mure di uno scantinato un po’ studio di registrazione e un po’ laboratorio di riparazione di microfoni dinamici, De Sanctis riprende gli strumenti dopo una lunga pausa dall’ultimo progetto solista- Husband. Sottrae una U e insieme ad una V aggiunge i synth alla sua tavolozza e un filtro più pop al suo obiettivo.
«Quando la lotta per riconoscermi come HVSBAND davanti agli strumenti mi sembrava di averla definitivamente persa, ho ritrovato quel poco di leggerezza sufficiente a distruggere ciò che avevo provato e riprovato e la forza per incanalare in un nuovo atto compositivo l’energia bloccata. La soluzione era vicina ma non la vedevo, ed è stata semplicemente questa: respirare più profondamente e lasciar andare le cose» racconta De Sanctis alla fine di un processo creativo lungo quattro anni che lo ha visto distruggere e ricreare dozzine di brani.
Da ascoltarsi tutto d’un fiato, APART ci trasporta nel nascondiglio di HVSBAND.
Una cervellotica composizione digitale si contrappone all’essenziale della forma canzone, e ci restituisce una musica complessa ma riconoscibile- messa a fuoco sul nastro analogico.
Il suo sound rendere l’atmosfera tagliente e irrespirabile – d’altronde siamo in uno scantinato- ma in cambio ci mostra dove uscire per inalare un respiro purificato.
APART è un atto di liberazione, la fine di un isolamento. Facile immergercisi di questi tempi, no?
Qui potete ascoltare ed acquistare l’album in digitale o in versione cassetta.
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