ADE 2016 STOP THREE: THE ART OF BANSKY\\ HYTE ADE X USED + ABUSED

polpetta
Tempo di lettura: 3' min
7 November 2016
Festival

Banksy straccia e colpisce forte. Con le sue riflessioni sui paradossi della nostra epoca soddisfa lasciando in bocca l’amaro della consapevolezza. Proprietà estetiche e questioni etiche si fondono nella sua opera, creando un legame indissolubile tra qualità formali dell’opera d’arte e il messaggio che porta con sé. La street-art di Banksy, il misterioso artista annoverato tra le persone più influenti di questi tempi, propone una mostra che si concentra sugli ultimi anni della sua opera: 85 pezzi per la più grande mostra mai vista dedicata esclusivamente all’artista.
In molti si interrogano sulla definizione da dare alla sua produzione: street art satirica o, alla Gibson, mero vandalismo? Di fronte alle sue opere in mostra e i due documentari fruibili in apposite stanze (Exit through the gift shop, 2010 e Banksy does New York, 2014) questo spunto di riflessione diventa imprescindibile.
La mostra è strutturata in un piano a percorso obbligato, l’esposizione a macro temi all’interno dell’imponente struttura di mattoni Beurs of Berlage progettata da Hendrik Van Berlage – ex borsa di Amsterdam, Vengono presentati piece artistici su supporti audio visivi (es. video documentari a tema o costruiti ad hoc -es. film su Dismaland, l’inquietante il parco a tema costruito dall’artista), statue, installazioni, canvass originali, quadri.
Il re dei paradossi ancora una volta riesce ad essere potente, con i suoi contrasti così semplicemente trasmessi: religione e capitalismo che restituiscono un output troppo simile alla nostra realtà; violenza e oppressioni trasmessi con giocosità e innocenza ci ricordano il quotidiano. Ogni singola opera offre uno spunto di pensiero e ci mette in contatto con il mondo contemporaneo.
La mostra è aperta fino all’8 di gennaio, e consigliamo di farci un giro se in città.

E’ il nostro terzo giorno ad ADE e il sole che splende sulla città ci da gioia da un lato, ma prelude già la nostalgia domani sull’aereo al nostro ritorno.
Biciclette alla mano ci avviamo verso la Warehouse in Elementenstraat: già alle 22 la coda fuori dal magazzino è consistente: la selezione all’ingresso è a cura di donne bellissime, facce volutamente inespressive, trucco pesante, capelli grigi raccolti all’indietro e outfit rigorosamente di rete. Tutto ci fa presagire il concept HYTE, un po’ ciò che ci aspetteremo di trovare nei club esclusivi di Berlino. Queste figure contrastavano un po’ con lo stand della pizza posto tra room1 e room2, che tuttavia costituiva la salvezza di molti.
Ci sono 2 rooms in Warehouse, completamente diverse per layout e dimensioni: room2, la prima nella quale ci avventuriamo, è a tema dark techno: è piccola ma non troppo, dall’alto svettano bastoni di led rossi. Il fumo costante che ci accompagna da 3 giorni non manca e di nuovo ci inoltra nell’atmosfera della serata. La folla tuttavia è concentrata nella room 2, uno stanzone enorme con colonne alla fine del quale domina un’imponente consolle.

Bambonounou.. sta per iniziare il suo set quando entriamo e subito ci muoviamo a destra e a sinistra in balia dei flussi e delle correnti che crea la sua selezione musicale sempre attenta, mai banale, elementi tipici dell’house music e della techno sono reinterpretati con un’anima pura e dura, questo è bambounou. Lui si gasa ancora di più mentre si appropinqua ad entrare Robert.. si abbracciano , ovazione della folla…
Robert Hood nei panni di Floorplan: un progetto meraviglioso che compendia vari generi musicali senza soluzione di continuità: cii stupisce e ci fa ballare fino a fine set con immancabili bombe com Never Grow Old (Re-Plant) funky souls – Mmm hmm hmm alternate da suoni piu morbidi come Tell you no lie.
Subito dopo Robert salgono sul palco Loco Dice e The Martinez Brothers per un B2B che, post Hood, siamo curiosi di sentire. Una combo di artisti tech-house che ci fa divertire e ballare per 4 ore, che concludono la serata(nottata-mattinata… ) tenendo la dancefloor piena e vitale fino alle 7:00.
Un ultimo grande party per ADE, un’esperienza piacevole e quasi surreale che ci porta a ripensare col sorriso a tutte le nostre avventure, a considerare e a rimanere stupiti per la grandezza di questo festival e per la sua organizzazione impeccabile. Se prima di partire eravamo entusiasti ora siamo estasiasi e non so voi ma io di sicuro ADE 2017 non me lo perdo.

Grazie ADE, grazie Amsterdam.

words by Camilla Finco
pics by Costantino Bedin

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