UP NEXT: Nicodemo

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Tempo di lettura: 4' min
28 May 2020
Interviste, Up Next
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Nicodemo, una continua necessità di imparare

Da un po’ di tempo osservo una piccola etichetta milanese, Alzaya, capitanata da un local hero, Volantis, e Nicodemo, talento emergente che ha recentemente pubblicato il suo primo EP: “Radio Meccanica”.  Un’etichetta superlocal e due talenti che si distinguono per ricerca e qualità musicale. Perfetti per UP Next, il format di Polpetta Mag mirato a studiare e proporre i talenti in cui crediamo: quelli che non dormono la notte per suonare o produrre, quelli alla spasmodica ricerca del vinile perfetto o del suono più originale, quelli che affrontano ogni incontro come possibilità di arricchimento. Oggi inizio da Vincenzo aka Nicodemo. Artista che possiamo definire eclettico, uno che non suona a testa bassa ma guarda la dancefloor per ascoltare, studiare, farsi influenzare. Amiamo questo approccio e per questo siamo pienamente convinti che sarà un nome spesso presente nelle nostre conversazioni.

Partiamo dagli inizi. In quale momento della tua vita collochi l’inizio della tua carriera? C’è stato qualcuno che inizialmente ti ha supportato?

La relazione con la musica è stata una costante della mia vita. Da piccolo collezionavo dischi e facevo playlist per gli amici: mio zio e mio nonno mi hanno trasmesso e dato tanto a riguardo (collezione di vinili inclusa). Quando sono arrivato a Milano un amico, Matteo, mi introduce al mondo del djing e delle macchine. Inizio quindi a suonare in giro e ad organizzare i primi eventi nei locali e nei bar: conosco, tra gli altri, anche Tommaso Marasma (founder del Tempio del Futuro Perduto) che nel 2015 mi diede la possibilità di suonare in club del calibro del Tunnel o del Base. La svolta arriva quando Albert Hofer (founder del LeCannibale di Milano) da subito ha creduto in me, facendomi suonare con guest importanti come Groove Armada (Tunnel, 2016). Altro incontro fondamentale fu Rocco Civitelli di BodyHeat, che mi aiutò a capire come la musica non è solo un hobby, ma anche professionalità e dedizione: mollai, di li a poco, la  vita da ufficio. Il dancefloor di Bodyheat non perdonava nulla: li ho imparato molto a livello di ascolto del pubblico ed è anche dove ho iniziato a unire generi diversi. Insomma, credo molto negli incontri, per me è importante circondarmi delle persone giuste, da cui posso imparare qualcosa. Si tratta di energia, feeling, scambio reciproco: vivo di questo.

Quali sono gli ingredienti fondamentali per crescere artisticamente e affermarsi nel panorama musicale ?

Posto che non sono “arrivato” e sono in costante ricerca di migliorarmi, direi che l’ascolto e l’essere ricettivi per me sono ingredienti fondamentali. La mia musica è il frutto di influenze, viaggi, incontri. La curiosità è un altro punto fondamentale, come la continua necessità di imparare. Anche Energia e Passione sono importanti, come la necessità e il coraggio di trasformare quella passione in lavoro. Poi secondo me nel nostro mondo le persone sono tutto: sono il pubblico, sono supporters, sono ispirazioni che ci fanno capire qual è la strada che vogliamo perseguire. Per me, almeno, è stato così.

(continua sotto)

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Oggi collabori attivamente con Volantis e fai parte di Alzaya. Come è nato questo incontro e perché? Cosa vi accomuna?

Mah in realtà per caso. Organizzavo con i ragazzi del ClubNation un party al Teatro Principe (durante il Fuorisalone 2016), l’ho visto suonare e mi ha subito attirato. Ci siamo conosciuti, e il resto è stato naturale: siamo partiti con una serie di party al Tom, poi siamo passati al Tempio. Li abbiamo preso fiducia ed è nata la label. Siamo totalmente diversi, ma ci completiamo per questo. Io sono un inguaribile disordinato, lui un amabile maniaco dell’ordine, lui nordico, io del sud, lui amante delle ragazze molto magre, io di quelle in carne (forse è un bene, non abbiamo mai dovuto contenderci una conquista). Solo una cosa abbiamo in comune, ed è il gusto musicale. In quello siamo perfettamente e sorprendentemente allineati. Quello che io trovo geniale e innovativo affascina anche ale e viceversa. Ci accomuna la voglia di cercare, di sperimentare e di creare (anche eventi, ovviamente).

Per Alzaya è appena uscito il tuo primo EP, Radio Meccanica. Ipnotico, da viaggio forse. Vista Mare e Radio Meccanica, in particolare, invitano a chiudere gli occhi e a viaggiare: una caratteristica perfetta per questo periodo d’isolamento. Parlaci del disco.

È un album che parla in parte di nostalgia, ma quella bella, quella che ti mette voglia di tornare divertiti, magari in qualche città di mare italiana. Radio Meccanica, infatti, nasce proprio dopo il SOMEWHERE 2019 – ndr: Nicodemo è riuscito a portare in Calabria un festival che ha proposto nomi come Mall Grab, Tornado Wallace, Kerri Chandler, Dj Seinfeld, etc. Ero da solo e ho tradotto quella nostalgia riflessiva in musica, anche grazie all’aiuto di Volantis e Nico Barozzi (tastierista dei 291Out) che ha suonato il giro di chitarra e tastiere di Radio Meccanica e di Vista Mare. Queste hanno sonorità molto vicine, uniscono ricordi Italodisco a sfumature elettroniche. Zucchero, invece, è il frutto di un viaggio in Sudafrica in cui ho conosciuto musicisti incredibili. Per questo si sentono percussioni più afrobeat, ricorda più quel mondo. Il remix di Nachtbraker è la chicca finale, pura elettronica, ed è nato anche questo a caso: gli avevo mandato la preview per avere un suo parere, mi ha risposto con l’idea per un remix.

Qual è stato il momento più importante del tuo percorso musicale? 

Forse quello decisivo è stato un momento negativo, l’estate 2018 non era andata benissimo. Ho passato un periodo a riflettere, un mese di isolamento a chiedermi come e dove potevo migliorarmi e che obiettivi pormi. Un evento negativo può diventare positivo se rielaborato nel modo giusto!

Cosa ci dovremo aspettare da Nicodemo quando torneremo ad essere liberi? Quali i next step?

Tralascerò il mondo degli eventi per un po’: amo organizzare eventi per offrire un’esperienza aggregante, unica e vissuta dal pubblico nella sua pienezza. Il social distancing va nella direzione opposta. Sicuramente mi concentrerò sulla musica con Alzaya: vogliamo timbrare artisti interessanti sia esteri che italiani. Probabilmente prima della fine dell’anno pubblicherò un altro EP, più dance. Anche perché nell’ultimo periodo mi sono lasciato inghiottire dalla musica fine anni 80-inizi 90, UK dance, AcidHouse, i primi Rave, la garage.

Grazie Vincenzo, alla prossima!

 

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