TOKEN64 – Oscar Mulero – Hyperbolic Paths EP

polpetta
Tempo di lettura: 3' min
22 September 2016
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13925040_382906148499700_8248741132588223688_npic by Janine Billy

 

Le parole non bastano a descrivere l’operato che si cela dietro un uomo come Oscar Mulero. La sua musica è ricca, densa e profonda, nata da un’esperienza incalcolabile e una lunghissima carriera nell’ambiente. Si viene travolti da un forte calore passionale ogni volta lo si vede suonare dal vivo.

Oscar Mulero inizia a girare dischi già alla fine degli anni 80’, dove si esibiva regolarmente in diversi club notturni a Madrid, dov’è nato. Il suo background al tempo si basava principalmente su sonorità IBM, genere ritornato molto in voga negli ultimi tempi. Durante gli anni 90’, inizia a collaudare diversi lavori in studio. Nel 93’ pubblica insieme ad un gruppo proveniente dalle strade di Madrid,  chiamato “New World” e, a cavallo nel nuovo millennio, fa parte del duo “Quiet Unusual” insieme a Roberto Gemelìn.

Nell’anno 2000 Mulero pubblica per la prima volta da solista per l’etichetta francese “Koboyashi Recording”. Lui trovò finalmente il modo di aprirsi al mondo e il mondo stesso lo accolse a braccia aperte. Nel primo decennio del XXI secolo rilascia per label internazionali di grandissima importanza, tra cui “Warm Up Recordings”, “Tsunami Records”,“Tresor”, “TOKEN” e molte altre. In quegli stessi anni tira fuori altri due progetti da solita; “Trolley Route”, con il quale pubblica ben due album e sei EP e MR. Smoke. Nonostante gli impegni produttivi e i vari ingaggi planetari, Mulero decise di svoltare la sua visione operativa e nel 2004 fonda la “Pole Recordings”. Inizialmente composta da Christian Wunsch e Reeko, diventa la rampa di lancio di uno dei progetti techno più completi, coerenti e magnifici degli ultimi anni, la “Pole Group” (la “Pole Recordings” nel 2010 cessa di esistere e si plasma dell’oramai nota label Spagnola). La “Pole Group” conta oggi giorno nelle sue scuderie artisti di calibro, con grossissime influenze globali.

Nonostante il suo grosso successo, Mulero continua a produrre e a spingere dal basso musica altezzosa. L’ultima release “Hyperbolic Path” su TOKEN apre i confini della realtà. La fantasia, l’essere vivo attraverso un qualcosa di anonimato, non lo abbandona. Sviluppata una certa maturità è giusto dare spazio alla parte riflessiva, dove il tempo diventa essenziale come criterio di giudizio. Sentiamo il bisogno di ascoltare più volte l’EP. Inizialmente non trasmette niente di emotivo, risulta quasi (a mio personalissimo parere) deludente. Riascoltandolo svariate volte, pazientemente, si riesce pian piano ad entrare all’interno delle atmosfere calorose e stimolanti da lui create. Denotiamo una grossa continuità, un flusso energetico prolungato e ben costruito, spezzato in qualche punto durante l’intero percorso (costituito dalle quattro tracce). L’esempio ben udibile si ritrova nella seconda traccia “Suborbital Trajectories”, dove un synth di provenienza sconosciuta, incidente ed affascinante, entra in maniera poco coerente rispetto al “tutto”. Molto ansiogena.

Hyoerbolic Path”, la traccia da cui l’ep prende nome, sviluppa un percorso squisito, ripetitivo e penetrante. La ripetitività rimane la caratteristica fondamentale, dove poter sviluppare un filone adatto a valorizzare l’estetica generale del suono. Questo vale moltissimo anche per “Inclination”.

Eccentricity possiede invece una sequenza centrale importantissima, costituita sostanzialmente da poche note, messe in un modo tale da creare una “botta e risposta” morbida, mentalissima ma anche fisica (smuove qualcosa li sotto sotto). Un groove moderno. Nello scorrere del tempo la sequenza è in piena evoluzione e diviene sempre più definita. La porzione che a me interessa maggiormente però, è l’enorme evoluzione e ricercatezza sonora discostata rispetto alla sequenza, e in pochi momenti anche alla parte ritmata (mantenendo naturalmente la stessa direzione). Piccoli eventi sonori in solitaria. Trovo “Eccentricity” quella più interessante da ascoltare mentre “Hyperbolic Path” quella più adatta per una pista da ballo, in un orario centrale.

Oscar Mulero, per quanto possa essere apprezzato o meno, possiede una caratteristica molto poco diffusa, soprattutto per la nostra cara penisola; un attaccamento ferreo al suo paese. Ha fatto del djing un vero e proprio mestiere sul suo territorio, sostenendo e costruendosi intorno a se un punto di riferimento solido in Spagna per i cultori e amanti del genere. In un paese come il nostro è bene ammirare persone simili, peace.

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