TIMESHIFT [opening party] w/ Samuel Kerridge, Black Tears, Ancient Methods, Sunil Sharpe #24.09.016#

polpetta
Tempo di lettura: 3' min
27 September 2016
Gallery, In primo piano

E’ un grande ritorno quello su cui stiamo per aprire una parentesi tonda, tondissima, quasi completamente sferica.

Riprendendo i contorni della bolla che da sabato scorso è tornata a proteggerci dai rischi del mondo esterno.
Ad essere sinceri, è una bolla da cui non siamo mai riusciti ad uscire.
Merito della continuità nella proposta e della lungimiranza della crew di TIMESHIFT.
Gruppo giovane, frizzante, con poca esperienza pregressa, ma con lo sguardo che mira verso orizzonti lontani, ostici da raggiungere e, allo stesso tempo, ricchi di fascino.
Il tutto racchiuso nei ricordi di una scena culturale tanto lontana da noi, quanto dannatamente vicina e tentatrice. RAVE.
Inutile dire che siamo nella fettina più grigia e industrializzata di Bologna, dove l’arci “Zona Roveri” si è autodefinito meritatamente “bàlia” del progetto Timeshift.
E’ l’esordio della seconda stagione, in un periodo storico che potrei tranquillamente definire come complesso.
I gusti musicali si accavallano nei commenti delle bocche larghe, ma senza mai intersecarsi produttivamente.
Reclamando con forza il proprio predominio, gli uni su gli altri.
D’altro canto invece, una buona fetta di pubblico, analizza le diverse origini del suono, differenziandole ma rilevandone gli aspetti oggettivamente positivi.

Non mi sento di incatenare quanto sentito pochi giorni fa, nei limiti che la settorializzazione impone.
Parliamo piuttosto di coinvolgimento(coinvolgimento??che è sta roba?)

Ebbene si, proprio lui.
Un mostro sacro che, anche questa volta, si è palesato.

Ho il mio dream team di fianco, quindi impossessarsi di centimetri di pista non risulta impossibile nonostante il grande numero di paganti raggiunto.
E’ un certo Samuel Kerridge ad accendere la torcia olimpica dichiarando aperti i giochi.

Giochi duri, sporchi, dove urla dark e di stomaco si alternano a casse spezzate.
I noise “ciccioni” regnano sovrani.
Si tratta di un nome molto rilevante, non per questo l’artista inglese ricopre anche il ruolo di curatore di uno dei festival più importanti del centro Europa, il BERLIN ATONAL.

Qui il coinvolgimento c’è, mentale più che fisico.
Successivamente il duo formato da Giorgio Gigli e Violet Poison, si esibiscono nella loro prima con lo pseudonimo Black Tears.
Poche Tears, un sacco di Black.
Raddrizzate le percussioni, il richiamo verso un coinvolgimento ancora maggiore comincia a battere colpetti sulle nostre spalle, avvisandoci che sta per scatenarsi qualcosa di ancora più grande.
Ed è lì che Ancient Methods ci stende tutti.
Set dai mille colori che fa scatenare la pista.
Cattiveria nelle casse, synth snelliti e ritmiche provocatorie delineano il carattere estroverso di un artista da 4/5 diversi nomi d’arte, dimostrazione della sua ampia apertura verso frange strumentali ed elettroniche da cui trae ispirazione.
Post punk, EBM, Industrial, New wave e chi più ne ha, più ne metta.
Sta di fatto che nel suo mescolare il tutto in un grande pentolone, sottolinea palesemente tutte le sfumature che i generi sopracitati condividono l’uno con l’altro.
Noi necessitiamo di una birra e di aria fresca.

Fino a qui tutto quello che è successo è bello, c’è persino quel piacevole senso di equità che contraddistingue il pubblico delle grandi città europee.

Qui il coinvolgimento raggiunge il suo picco massimo, Sunil Sharpe importa direttamente dalla sua dimora Irlandese tutto quello che di bello c’è, stando sui 132 bpm.
Ci siamo focalizzati anche troppo sulla musica per questo primo appuntamento, nonostante sia l’elemento cardine di una programmazione che non ha nulla da invidiare a qualsiasi altro grande club estero.

Stavolta però sono andate bene tante altre cose, quelle che hanno creato il coinvolgimento di cui parlavo poco fa.
Quella è una cosa superiore, non si misura con dati matematici o semplicemente col gusto.
Come se fosse stato raggiunto il mix perfetto fra tutte le variabili che intervengono in questi casi.
Così vi invitiamo nuovamente a verificare di persona cosa sta accadendo a Bologna, poiché è ancora molto presto per parlare bene, ma si è sviluppato un forte e incondizionato senso di fiducia  nei confronti del futuro di Timeshift.
Il prossimo appuntamento non è da perdere, e il perchè lo scoprirete da soli.

https://www.facebook.com/events/316218772065026/

words by Sergio Creep
pics by Janine Billy

Ehi, hai mai sentito parlare di Patreon?
Dal momento che sei qui, perché non contribuire?

Patreon è un sistema di micro-donanzioni ricorrenti con il quale supportare economicamente Polpetta e permetterci di continuare ad offrirti contenuti favolosi.

Diventare membro di Patreon è facilissimo!

Contribuisci ora

Partecipa alla conversazione!