Tra vecchie conoscenza e habitué immancabili oggi, con l’annuncio della prima mandati di artisti, inizia ufficialmente il conto alla rovescia per Terraforma 2020.
Come vi abbiamo raccontato l’anno scorso Terraforma è molto più di un semplice festival, ma è una vera e propria dimensione a sé stante che prenderà vita nel Parco di Villa Arconati il 26,27 e 28 Giugno.
Immancabile e imprescindibile Donato Dozzy è sempre in prima linea, e non vediamo l’ora di scoprire se quest’anno ci farà volare con un set mattutino, pomeridiano o notturno. Con Donato c’è anche Paquita Gordon a fare gli onori di casa dopo che l’anno scorso ha chiuso il festival con un set ibrido che ha spaziato tra jungle, acid house e ritmi break.
Tra i primi nomi troviamo Beatrice Dillon, artista londinese che dopo anni di illustri collaborazioni e lavori sperimentali ha debuttato nel 2019 con il suo primo album.
Tra i live troviamo Linn da Quebrada, cantane e rapper trans arriva a Villa Arconati dalla favela di São Paulo per raccontare attraverso la sua comunità queer attraverso un mix di funk, samba, hip hop and trap.
E ancora MC Yallah, rapper keniota con base in Uganda accompagnata dai ritmi ruvidi di Debmaster.
E ancora Stephen O’Malley, chitarrista dei Sunn O))), e dall’Australia i The Necks, trio di jazz sperimentale fondato nel 1987 e già cult per gli appassionati del genere.
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Ai controlli Dj Nigga Fox che, diciamolo, non ha bisogno di tante presentazioni e Dj Sprinkles, una delle diverse identità di Terre Thaemlitz compositore elettroacustico statunitense con un orecchio sempre teso verso ritmi club che non ci farà soltanto muovere i piedi ma sarà anche il protagonista di una delle lecture che si terranno durante i tre giorni del festival. Con lui anche Timothy Morton membro del movimento filosofico “object-oriented” che rifiuta l’egemonia umana- in particolare in ottica ecologica.
Le architetture sono lasciate nelle mani esperte di Joseph Grima e del suo studio Space Caviar, mentre Jenna Tutela e Primitive Art’s Shelter si occuperanno delle installazioni performative.
“I went to woods because i wish to live deliberately, to front only the essential facts of life” diceva Thoreau in Walden e anche noi non vediamo l’ora di tornare là nel bosco della Villa per tornare all’essenza della musica– a piedi scalzi e con il sole in faccia.
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