Ten Walls – Sparta.

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
13 May 2015
In primo piano, Review 4 U

ten

Classe 1983, Dj e produttore lituano, Marijus Adomaitis inizialmente ha conquistato la sua fama con lo pseudonimo Mario Basanov esplorando il genere deep house e progressive. Ma ora vi parleremo del suo nuovo progetto artistico dal nome TEN WALLS.

Dopo qualche collaborazione con il suo compaesano Vidmantas Cepkauskas aka Vidis, è nel 2009 che debutta come solista con il suo primo EP. Le tracce che lo hanno reso famoso in quel periodo furono : “Do you remember” e “We are child of love”.

L’idea di utilizzare un altro alter ego artistico prende vita per via del suo desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo, di musicalmente lontanissimo da quello che aveva fatto fino a quel momento, così nella primavera del 2013 esce con alcune releases su Innervisions e Life and Death con lo pseudonimo Ten Walls.

Una Techno più decisa, cupa, arricchita da elementi di origine più classica che portano l’ascoltatore su un altro piano d’ascolto, del tutto nuovo. La sua musica ha colpito i clubbers di ogni paese.

Con il singolo “Walking with Elephants”, originariamente pubblicato sulla label Boso, ha davvero dato idea di ciò che è capace di fare ed è stato molto apprezzato.

Non è un’artista dalle mille produzioni, è più il classico personaggio da “faccio poco, ma quando faccio lo faccio bene”.

La pubblicazione dello scorsa 3 Maggio di Ten Wall, “Sparta“, è stata rilasciata per la label Boso, la quale ha visto le pubblicazioni anche di Alex Niggemann, Ntfo, Jay Lumen, Tale of Us e tanti altri.

Sono due i brani con cui Ten Walls ha deciso di tornare in pista :

  1. Sparta
  2. Blue Orphan

Anche in questo caso ha lasciato il segno e i due pezzi sono uno più spietato dell’altro.

Sparta”, track che da anche il nome all’Ep è una melodia scintillante avvolta da un trionfo di arpeggi, con il tipo di spavalderia e di grandezza che ci si aspetta da un titolo del genere. Come tutti i suoi brani, anche questo, sottolinea alcune caratteristiche della sua educazione classica.

Blue Orphan” è sicuramente più cupo come brano ma sempre perfetto per il dancefloor, ricorda molto “Gotham”.

E’ inevitabile apprezzare anche quest’ultimo lavoro perché nella sua semplicità è raro che ci deluda. Se non lo avete già fatto correte subito ad ascoltarle, sappiamo che vi conquisteranno e faranno venire voglia di ballare ballare e ancora ballare.

 

WORDS BY ALESSIA VERRI

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