Sònar Festival 2016

polpetta
Tempo di lettura: 7' min
1 July 2016
Festival, Gallery

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WORDS BY JOE ALPACA
PICS BY JANINE BILLY

Sònar016, per chi ancora non lo sapesse, Sònar è uno dei migliori festival di musica elettronica e arti visive del nostro pianeta.
Impianti audio, visual, allestimenti al top. Partiamo dall’inizio, il Sònar si divide in due parti Sònar de dia e Sònar de noche: tutto inizia il giovedì con solamente il Sònar de dia per continuare anche il Venerdì e il Sabato nella doppia modalità dia e noche.
Noi quest’anno decidiamo di partire un paio di giorni prima dell’opening party per entrare in gradualmete nel mood Barcellona. Il martedì giriamo un pò la città che ha tanto da offrire, ci guardiamo la bellezza di Montjuïc e la visuale spettacolare di Parc guell. Il mercoledì andiamo a prendere i vari pass nella zona dove il giorno successivo inaugurerà il sonar de dia: anche sotto questo punto di vista una organizzazione impeccabile, qualità e professionalità sono le parole d’ordine di questo festival. Dopo aver recuperato il tutto ci andiamo a gustare qualche cerveza fria e alla sera una paella, poi subito a letto per essere riposati per la “guerra” che inizierà dal giorno dopo.

Intorno alle 14.30 raggiungiamo la location del Sònar de dia, la Fira Montjuic che sarà il nostro punto di partenza anche per i giorni successivi.
Il Sònar de Dia è diviso in vari stage: il Sònar Village che è il palco più grande e sarà proprio dove si esibiranno i “main artists”, mentre il Sònar Dome, il Sònar Hall e il Sònar Complex faranno da cornice agli artisti più ricercati. Entriamo e ci dirigiamo verso la zona “food”, mangiamo e alle 16.30 dirigiamo verso il Sònar Village per assistere al dj set del duo francese “Acid Arab”: ritmiche arabeggianti che si mixano ad house e techno… un crossover insolito che il dancefloor, molto variegato, sembra apprezzare davvero tanto. Dopo 1h di Acid Arab ci spostiamo nel Sonar Dome dove alle 17.30 troviamo Sevdaliza artista olandese di origini iraniane. Una voce incredibile, emozionale e struggente condita da bassline e ritmiche imprevedibili il tutto guarnito da visual ben fatti. Un mix di elettronica, downtempo e soul che difficilmente scorderemo. Alle 18.30 torniamo al Sònar Village per assistere al dj set dell’americana “The Black Madonna”: la “ragazzona” propone un set chicago house con sfumature acid e detroit techno… 1h e 30minuti di pura club music che fa esplodere il dancefloor a ogni ripartenza. Finito il dj set sempre sul palco del Village salgono i Bob Moses; il duo di Vancuver con una hit dopo l’altra ci accompagna fino alle 20.30 orario di inizio di David August al Sònar Hall. Quando si entra al Sònar Hall sembra di entrare in un teatro: drappi rossi e luci soffuse sono la cornice perfetta per il live della band capitanata dal ragazzo di Amburgo. Un live molto sperimentale con escalation rabbiose e emozionali che trasportano il pubblico in un vortice senza via d’uscita. Un live da incorniciare.

Venerdì.
La giornata del Venerdì è per noi di PolpettaMag la più allettante per quanto riguarda la proposta musicale specialmente del Sònar de noche. Arriviamo alle 17.30 alla Fira Montjuic e corriamo dritti dentro al Sònar Hall dove si esibiranno da li a pochi minuti Kode9 x Lawrence Lek che presentano “The Nøtel”. Un live set davvero complesso e difficile da digerire: droni, ritmiche taglienti e noise impazziti; tutto questo condito da un visual composto da un drone che “vola” all’interno di questi spazi che sembrano lo sfondo di un videogame.<
Una performance intensa sicuramente indirizzata ad un’audience attenta e ricercata.
Alle 19.00 ci spostiamo al Sònar Dome, palco dal quale non ci sposteremo più, per assistere allo spettacolo finale di Jacob Korn, seguito dalla performance live degli Underground Resistance e in chiusura Gerd Janson.
Alle 19.10 puntualissimi vediamo comparire le pietre miliari della Detroit Techno, gli Underground Resistance che presentano il loro live Timeline: il live è composto da “Mad” Mike Banks alle tastiere/synths, Jon Dixon e De’Sean Jones al sax e ad altre tastiere/synths, Mark Flash dj/producer che combina un amalgama potente di jazz, house e “true school Motor City techno”. Emozionante, avvincente e di una qualità incredibile. Una performance memorabile.
A Gerd Janson il difficile compito di chiudere questa giornata: il tedesco che ha avuto la residenza in alcuni dei club più importanti al mondo come il Robert Johnson di Francoforte e Berghain/Panorama bar. Techno e house con sfumature old school di qualità indiscutibile. Grazie Gerd Janson. E ora voliamo al Sonar by Night.

Il Sònar by Night è diviso in 4 stage: SònarClub, SònarPub, SònarLab e SònarCar; la vastità degli spazi e la qualità sonora è incredibile. Arriviamo verso 00.30, ascoltiamo l’ultima mezz’ora del dj set di Kode9, sperimentazione e immaginari cupi/spaziali la fanno da padrone; finisce a 00.55 e all’1.00 spaccata ecco comparire James Blake con la band al completo. Al ragazzo prodigio UK quest’anno ha avuto l’onore di suonare nel main stage del Sònar016 il SònarClub, uno stage davvero enorme e forse una scelta un po’ azzardata per la performance di Blake, solitamente abituato a situazioni un po’ più intime. I brani della sua ultima fatica “The colour in Anything” si sviluppano in lunghi momenti strumentali che catturano e ipnotizzano il dancefloor. Nonostante i nostri dubbi riguardanti la vastità di questo stage dobbiamo ricrederci dicendo che James Blake è riuscito a mantenere sempre alto il livello di attenzione e di hype. Ottima performance.
James Blake si dilegua dietro le quinte ed ecco comparire una consolle con ai comandi i fratelli Fognini, Alex e Federico aka Mind Against. I Mind Against, milanesi di nascita ma berlinesi di adozione, sono i pupilli della label Life and Death e della nuova nata Afterlife. Partono cattivi, arroganti e poco dopo il loro inizio il main stage torna a riempirsi a dismisura, una prova davvero notevole per questi due ragazzi. Verso le 03.00 corriamo al SònarPub per sentire la chiusura di Niall Mannion aka Mano le Tough, sinceramente ci aspettavamo un po’ di più dal ragazzone irlandese: ha mantenuto, coerentemente, la sua linea ma senza nessun gran colpo di scena.
Ci dirigiamo nuovamente nel main stage per dare una possibilità a Mr Hawtin che però oltre al sound a cui ci ha abituato da un po’ di anni a questa parte proprio non va: tech-house mischiata a techno davvero troppo easy, nonostante questo il suo stage (il main stage) è pieno stipato.
Ora è il momento di Ben Ufo e Helena Hauff, un b2b di sound inglese/tedesco davvero notevole, suoni ricercati, ritmiche serrate e cambi imprevedibili rendono il tutto molto bello; non capiamo come mai mezz’ora prima della fine Helena ha lasciato la consolle che comunque Ben è riuscito a chiudere davvero con stile.
Ora finalmente è arrivato il momento che aspettavamo da inizio serata DVS1 b2b Rødhad: che termine utilizzare se non ATOMICI? Due ore e venti minuti di pura techno serissima, senza fronzoli. Cambi impeccabili, una selezione e un gusto che davvero ha lasciato tutti senza parole. GRAZIE. Piccolo flashback: nel SònarCar ha suonato per 7h Four Tet, che ormai ci ha abituati a extended set del genere ( e non solo in serata); lo abbiamo ascoltato per circa 1h e dobbiamo dire che, anche se l’essere eclettico è una sua peculiarità, forse (nella nostra ora) ha esagerato un po’: un disco techno, uno house, uno disco, uno techno, uno funky etctecetc… un set davvero difficile da seguire. Non ci ha entusiasmato.

Sabato.
Sabato, purtroppo, è stato il giorno della pioggia e quindi non siam riusciti a goderci la maggior parte degli acts che volevamo vedere.
Alle 17.00 andiamo al SònarComplex per assistere alla performance di 3 grandi maestri: Alva Noto dalle 17.00 alle 18.00 e dalle 18.30 alle 19.30 Cyclo: Ryojy Ikeda+Carsten Nicolai. Entrambi gli spettacoli sono assolutamente da non perdere per gli amanti della sperimentazione e del sound non “convenzionale”; musica e video che si fondono insieme alla perfezione per creare un mondo totalmente parallelo. Due performance magistrali.
Alle 20.30 ci dirigiamo verso il SònarHall dove assistiamo allo show dei The Howling: li abbiamo visti già varie volte e avevamo paura che facessero lo stesso identico live di sempre ma fortunatamente ci sbagliavamo. Hanno inserito un paio di tracks nuove e hanno rivisitato anche quelle dell’album precedente: un live carico che riesce a stupire sia dal punto di vista emozionale che dal punto di vista del dancefloor.
Finito il concerto dei The Howling ci teletrasportiamo al Sonar by Night dove alle 22.00 sul palco principale si esibiranno i New Order.
Per noi è la prima volta che assistiamo ad un loro show e dobbiamo dire che abbiamo un debole per quello che erano i Joy Division ma anche per quello che hanno fatto successivamente i New Order. Rimaniamo incantati per quasi tutta la durata del concerto che fila via liscio e senza intoppi. La musica fa da padrone. Escono per il bis e parte Blue Monday, finita Blue Monday sugli schermi esce la scritta Joy Division Forever e parte Love will tear us apart: tra l’incredulità e la gioia il dancefloor esplode e sicuramente quegli attimi rimarranno a lungo nella mente di chi c’era. Epici.
Finito il concerto andiamo a mangiare qualcosa e subito dopo andiamo al SònarCar dove a mezzanotte inizia lo show di Mr Garnier che apre il suo set con una traccia di Bob Marley: da qui in avanti il maestro non si è più fermato e più che un dj set possiamo dire di aver assistito a un vero e proprio live. Maestro in tutto: nella selezione, nei cambi, nel gestire il dancefloor nell’usare effetti; un set davvero mostruoso. Usciamo dalla sala del SònarCarl solo un’ora prima della chiusura per andare ad ascoltare l’ultima ora di un grande maestro tedesco Ben Klock: la sonorità cambia ma la qualità rimane altissima, techno nel senso più vero del termine, una macchina da guerra. Momento indimenticabile quando in chiusura parte Subzero track firmata proprio da ben Klock.

Sònar 2016 indimenticabile, e ora stiamo già pensando all’edizione 2017.
Grazie Barcellona e grazie Sònar.

 

 

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