Ripperton: “Niente regole, niente limiti, semplicemente musica.”

polpetta
Tempo di lettura: 4' min
23 August 2014
Interviste, Save The Date

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Partire con la consapevolezza di intervistare un grande artista e scoprire poi che è anche un grande saggio. Il 30 agosto sarà uno degli ospiti d’onore di Origami Day, perderselo sarebbe un peccato.

Sappiamo che sei entrato a far parte della scena musicale facendo parte di varie band. Raccontaci un po’ di quel periodo e di come hai vinto il Diesel U Music Award!

E’ stato qualche anno dopo che ho cominciato a fare il dj, volevo creare una band per fare musica house dal vivo. In quel periodo ho conosciuto alcuni dei miei migliori amici. Greg Dubuis, che è stato il mio mentore per  quanto riguarda sound engineering e mixaggio. Sacha Unger, si occupava di tutti i bassi e le chitarre ed è un musicista con molto talento, Daniel Ciccone che suonava percussioni e batteria. Ci siamo divertiti molto lavorando insieme. Abbiamo prodotto il nostro primo singolo “Can’t be love” come Soul Merge’s nel ’97, era una sorta di cover. In seguito qualche singolo e un album come Reasons, nome con cui abbiamo vinto il Diesel U Music Award. Ci siamo esibiti per circa un anno con 10 musicisti e cantanti sul palco! Ho dei bellissimi ricordi di quel periodo e pochi brutti per fortuna.

Quando hai cominciato a fare il Dj che musica facevi?

Ero un appassionato di House Garage, i miei Dj preferiti erano Tony Humphries, Mood II Swing, MAW e gli svizzeri Mandrax e Djaimin, che avevano un grande show alla radio nazionale Couleur3 e portavano feste grandiose in tutto il Paese.

Il tuo nome d’arte omaggia la leggendaria cantante soul Minnie Riperton. Parlaci delle tue origini soul.

Ho scoperto la musica soul abbastanza tardi devo dire. I miei amici e soci Dj Jack O’mollo e Alex Attias suonavano e facevano nastri soul negli anni ’90 suonando con le cassette (K7) con musica fantastica che non avevo mai sentito prima. So che può sembrare strano, ma la gente dovrebbe ricordare che in quel periodo trovare dei buoni vinili (di elettronica o meno) era molto difficile, soprattutto in Svizzera. Perciò era abbastanza frequente andare a Londra o New York per cercarli.

Minnie Riperton era famosa per la sua voce eccezionale. Anche nella tua musica le voci sono una componente molto importante, pensi di poter comunicare di più così?

Non credo sia una questione di comunicazione, dal mio punto di vista non è molto importante il capire le parole. Milioni di persone cantano canzoni senza capirle (ed è davvero divertente a volte ahah!)

Penso sia più una questione di emozioni, di pelle d’oca che la voce dà. Ci sono diverse ragioni per cui mi piace lavorare con le voci sulla musica elettronica, ma la prima è: è il modo più semplice e interessante per remixare una traccia vocale!

Cosa fai di solito quando ti prepari per un set?

Una buona cena.

Come vedi l’equilibrio tra dare al pubblico quello che vuole e cercare di proporre cose nuove?

Dopo 21 anni di esperienza non ci penso veramente, mi esce naturale. La cosa che si è persa secondo me nel tempo sono i Dj che ti fanno viaggiare letteralmente con il loro set. La maggior parte della roba che sento sono due ore di musica che sarebbe meglio suonare in una palestra piuttosto che in un club. Puoi vedere il pubblico in due modi: un mucchio di gente drogata/ubriaca che balla su quella musica 4/4 e se ne sbatte, oppure gente che cerca di scappare dalla propria vita per qualche ora come se andasse in vacanza, comunicando con la gente che ha intorno sorridendo, ballando e godendosi la musica. Bisogna coltivarli.

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Quanto secondo te il modo di fare clubbing cambia a seconda delle differenze culturali? Quando viaggi tieni conto di queste differenze?

Non proprio, cerco di essere me stesso più che posso. Voglio essere sincero con me stesso, fare quello che faccio e esprimermi con la musica come Dj.

Qual’è la filosofia che sta dietro alla tua etichetta Tamed Music?

Niente regole, niente limiti, semplicemente musica.

E’ ancora possibile guadagnare dal lavoro di un’etichetta anche se il mercato è saturo?

C’è sempre posto per la buona musica. Molte etichette non hanno pagato ciò che spettava ai loro artisti quando era il momento, questo spiega perché molti hanno deciso di iniziarne una propria. Le etichette spesso si dimenticano anche di lasciare liberi gli artisti nel creare e questa è un’altra ottima ragione per cui molti aprono una propria etichetta. Abbiamo tutti bisogno di sentirci liberi.

Dando un’occhiata al tuo sito, alle prossime uscite e quelle passate è chiaro che tu sia uno dei produttori più prolifici che abbia mai visto. Qual’è il tuo obiettivo oggi dopo tanti anni di lavoro?

Cerco di pubblicare solo ciò che penso sia ben fatto. Mi dà molto piacere stare in studio ultimamente, mi sento più sicuro e libero. Ho appena traslocato nel mio nuovo studio e sono impaziente di cominciare. Nuovi strumenti, nuove idee!

Per concludere le tracce che senti più spesso ultimamente?

Patricia – Body issues – Opal tapes

Marcellis – Speakeasy

Trevor Deep Jr. – Merge

Roland Klinkenberg – Construct 1#

Anaxander – An Orderly Life EP

Michele Mininni – Endless Ceremony EP

B

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