Rae // Frontier 2014 // Bologna

polpetta
Tempo di lettura: 3' min
11 August 2014
Art

Il maestro del Writing che, insieme a Lokiss, ha letteralmente cambiato faccia alla Manifattura delle Arti, è l’italianissimo Rae Martini.
L’abbiamo incontrato per sapere di più sul suo lavoro e sull’arte che lo circonda.


Ciao Rae! So che hai cominciato ad esprimerti artisticamente verso la seconda metà degli anni ’80: raccontaci com’è nata la tua passione.

Tutto è nato molto spontaneamente, era una cosa di quartiere. In quegli anni nella mia zona che era Lambrate, Casoretto a Milano, dipingevano praticamente tutti. Tutti i ragazzi che avevano dai 13 ai 18 anni, otto su dieci dipingevano. Verso la fine degli anni ’80 ho iniziato a vedere i primi lavori degli artisti che c’erano nella mia zona e sono rimasto molto affascinato, così ho cominciato anch’io a fare i primi tentativi di scritte, Tag e pezzi. Mano a mano ho preso sempre più confidenza tecnica, ho continuato in città e ho cominciato anche su tela.


Il piu’ delle volte le tue opere vengono strappare e bruciate: com’è nata questa tecnica? Da storica dell’arte mi viene da chiederti se in qualche modo ti sia fatto influenzare da Mimmo Rotella e da Burri

Per quanto riguarda le mie opere su tela il mio concept è quello di riprodurre alcune delle superfici che si ritrovano nell’ambiente che mi ha generato a livello creativo; quindi superfici rovinate, muri segnati dal tempo, gli angoli dimenticati che mi hanno sempre affascinato come una forte impronta del tempo che scorre all’interno della città e non solo. Ho sicuramente mantenuto una parte della produzione legata al Writing, perché comunque è la matrice da dove assolutamente provengo. Non ho mai fatto Writing su tela, la trovo un po’ una contraddizione, però sicuramente delle contaminazioni sono visibili in quello che faccio. Il discorso dei manifesti strappati non è proprio legato a un’influenza di autori importanti italiani, come possono essere Mimmo Rotella per quanto riguarda i Manifesti Circensi, oppure Alberto Burri per quanto riguarda l’utilizzo delle combustioni. Sicuramente ho una grande ammirazione naturale per questi maestri, ma utilizzo questi componenti più come degli strumenti per raggiungere quello che è il mio obiettivo, che è appunto quello di ricreare un certo sapore, un certo mood, più che legarmi a un concetto legato alla combustione o ai manifesti stessi. Sono per me degli strumenti di lavoro.


Cosa ne pensi del rapporto tra cittadinanza e l’impiego del Writing come forma di riqualificazione urbana?

Il Writing esiste da 40 anni. La percezione è cambiata, la cultura no. Quindi se posso parlare di con quanto ritardo sia avvenuto questo “sdoganamento” posso assolutamente dire che c’è voluto molto tempo prima che la gente cominciasse a capire solo il primo dei vari strati che compongono questo pensiero culturale legato al Writing. É solo la superficie, ci sono livelli molto più profondi e speriamo che ci siano le occasioni per farli comprendere. Prima ci hanno condannato, ora ci chiedono di abbellire le loro città.


Cosa accomuna Bologna e Milano per quanto riguarda il mondo del writing e quali sono invece le principali differenze?

Personalmente posso dire l’amicizia tra quello che era il nostro gruppo e quello che era ed è tutt’ora il gruppo storico bolognese. Chiaramente all’inizio, essendo un fenomeno di nicchia, la comunicazione era diversa rispetto a quella odierna, si creavano delle vere e proprie amicizie che rimangono tutt’ora. Quello che le rende simili, dal punto di vista artistico, è questo rispetto e amore per la cultura del Writing, che si è poi manifestato in quello che abbiamo dipinto nell’arco degli anni.
Non vedo delle grandi differenze. Siamo entrambi inseriti nel contesto italiano che ci avvolge tutti con i suoi aspetti positivi e negativi. Non stiamo parlando di New York e Los Angeles ma stiamo parlando di due città che comunque sono anche geograficamente molto vicine.
Vedo più che altro punti in comune: siamo entrambe due scuole che si sono concentrate sull’aspetto qualitativo della produzione, appunto perché i “pionieri” del mondo del Writing milanese e quello bolognese, erano assolutamente in contatto, così c’è stato uno scambio che è stato trasmesso alle generazioni successive.

INFO
www.raemartini.org
www.faceook.com/RaeMartiniArtist

Cristina

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