PVP – R.E.M.: Losing My Religion.

md-romero
Tempo di lettura: 2' min
16 May 2017
POLPETTA VIDEO PASSION

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Ci sono artisti la cui influenza profonda, virale ed esplosiva contamina la materia senza possibilità di scelta. William S. Burroughs, assieme a Brion Gysin hanno scomposto l’immagine e la parola con il CUT UP abbattendo qualsiasi regola o concetto precostituito. Kenneth Anger, non dissimilmente ha sfondato le pareti delle regole cinematografiche dando origine al videoclip impregnandolo di esoterismo, erotismo queer e sperimentazioni attraverso luci e colore.

La lista di artisti di indubbio genio influenzati da questi tre personaggi, oscuri ai più potrebbe riempire pagine e pagine intere e sorprendere ben più di qualche lettore (Riflettendo sul di recente rivalutato Suspiria di Dario Argento, dove la forza fotografica era considerata innovativa non si può, in retrospettiva, non vedere come esso prenda a piene mani dalle opere di Anger). Uno di questi artisti è il frontman e l’anima dei R.E.M. Michael Stripe, che per i suoi testi utilizza la tecnica Burroughsiana del CUT UP e che ha curato molti degli aspetti Visual della band infondendo creatività ed originalità.

Losing My Religion, uno dei pezzi più famosi è un ottimo esempio di partenza per parlare dell’influenza di Burroughs e Anger (i quali hanno sempre preso strade differenti che si sono incrociate esclusivamente all’interno di prodotti di geni creativi quali, ad esempio David Bowie). Diretto da Tarsem Singh, regista indiano di etnia Sikh che ci ha regalato quel capolavoro visionario che fu il film The Cell, con la consulenza di Stripe, Losing My Religion ha vinto sei MTV movie Awards incluso Best music video. La ragione è la collisione di molte immagini e influenze culturali. La fotografia del video è vicina ai lavori Bolliwoodiani (ben prima che arrivassero alla luce del pubblico mainstream in occidente con Slumdog Millionaire) pregni di colori caldi e atmosfere sognanti.

L’inizio nella stanza ricalca il film del 1986 Offret di Andrej Tarkowsky (anch’esso recentemente riscoperto dai fanatici di cinema) e lo stile pittorico del Caravaggio. Il video è composto con una serie di Tableaux Vivants fra cui possiamo riconoscere l’incredulità di San Tommaso, il martirio di san Sebastiano (Una delle più antiche rappresentazioni dell’immaginario queer che ispirò Mishima oltre che Sebastiane di Jarman nel 1976 solo per citarne due) e diverse divinità Hindu (fra cui Shiva). Le figure maschili rispecchiano i canoni di bellezza nell’immaginario Queer fatto di tratti delicati e femminei su divise e iconografia religiosa in uno spirito deliziosamente blasfemo, vicino alla poetica di Anger.

Infatti se il titolo dell’album e il tema stesso della canzone “Losing My Religion” (Che nel sud degli Stati Uniti è un termine per indicare la perdita di ragione o pazienza) sembrano indicare un tema religioso la canzone esula da queste tematiche, Stripe ha sempre dichiarato che la canzone si ispira per tematiche a Every Breath You Take dei Police.

Singh, invece mette in scena scene di stampo religioso, dissacrandole con iniezioni di erotismo creando un parallelismo Video/Musica che scompone e ricompone il modo di dire e la lirica verso il suo significato più apparente, in una cripticità provocatoria di indubbia efficacia.

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