PVP – BILLY IDOL: DANCING WITH MYSELF.

md-romero
Tempo di lettura: 3' min
7 June 2017
POLPETTA VIDEO PASSION

Ahhh gli anni 80, il post moderno, la musica, il neon, l’eccesso, gli zombies.

Per molti di noi gli anni 80 sono un tuffo nostalgico nel passato, non fatto solo di ricordi ma anche di sensazioni e soprattutto di standard. Per quanto può sembrare strano in questo momento, l’artista rock che più di tutti incarnava il ruolo del duro, o per dirla all’americana, del Badass, era abbastanza lontano dalla schiera di metallari dai capelli lunghi e ricci, e ancora eravamo lontani alla venuta delle rock band californiane. Il Badass degli anni 80 per le folle di teenagers ( e sogno bagnato di molte Teenagers) era Billy Idol.

Billy Idol si pone a metà fra molti generi, è abbastanza duro per non essere pop ma non è così tecnico da finire nel metal, si pone come punk rocker ma non ha quella vena anarchica autodistruttiva dei Sex Pistols o (dio ce ne scampi) di G.G. Allin, fa uso massiccio di synth per i suoi brani ma non abbastanza da esserne dipendente e soprattutto è un sex symbol mascolino, aggressivo ma pulito.

Non a caso non c’è videoclip dove bello unto e sudato come una cotoletta pronta a finire nel pan grattato, il buon Billy Idol si dimeni lasciando ben poco (o troppo se riprendiamo le adorate teenagers) all’immaginazione fra un ammiccamento e l’altro senza mai sembrare troppo piacione. Billy Idol è stato il buon compromesso negli anni 80 fra molti generi e gusti. Poteva essere preso a modello dai Teenagers, desiderato dalle Teenagers e certamente non manca in lui una grandissima dose di iconicità queer che è stata la ragione del suo successo.

Ma bando alle ciance su chi è unto e chi no e addentriamoci in Dancing With Myself, uno dei pezzi che l’ex frontman dei Generation X (e militante nei Siuxie and the Banshees) non disdegna di suonare ad ogni suo concerto.

Su di uno scenario decisamente post apocalittico, sotto un cielo arancio tossico, Billy Idol indossando una mise sui generis che coniuga le fantasie di un Leather Bar e The Road Warrior (Mad Max 2 o Interceptor il guerriero della strada per i profani) canta e balla sulla cima di un grattacielo diroccato. Ben presto il rumore del cantante attira folle di zombies (c’è chi li identifica come superstiti all’olocausto nucleare) che si fanno rapidamente (per degli zombies) in cima al palazzo per fare la festa al buon Billy. Questi vengono spazzati via dal rocker che, da vero Badass, attaccandosi a due enormi generatori crea una potente onda d’urto mandando tutti a gambe all’aria. Rinsaviti, gli zombies decidono di salire nuovamente e danzare con l’idolo.

Credeteci o no, il video è stato girato nientepopòdimeno che da Tobe Hooper in persona, C’est a Dire il regista di culto di Non Aprite quella Porta (l’originale del 1974 e il sequel del 1986) Poltergeist, Quel motel vicino alla Palude e Salem’s Lot (la prima trasposizione del romanzo di Stephen King). Tocco di stile che permette di riconoscere la mano di Hooper è, oltre all’autoironia generale che si percepisce nel video e la sensazione di sporco e claustrofobia, sono le scene durante la salita di Idol sul tetto del condominio fra cui vediamo, un gangster che affila un rasoio mentre una ragazza è in doccia, e un impiegato baffuto che fa mulinare una grossa mazza verso la testa della sua ignara moglie.

Questi Tableaux (i puristi di cinema mi perdoneranno il termine) sono totalmente in linea con la poetica di Hooper che riflette e ironizza sull’orrore domestico non dissimilmente da Wes Craven. Gli Zombies sono, invece quanto più anni 80 si può andare. Dopo Dawn Of The Dead iniziò una vera e propria corsa al non morto per infilarlo quanto prima in qualsiasi media possibile, non dissimilmente da quello che è successo nell’ultima decade. A breve sarebbero sorti cult come Return of the living dead, Splatters – Gli Schizzacervelli, il videoclip Thriller diretto da John Landis e ultimo ma non ultimo il terzo capitolo della trilogia di George A.

Romero Day of The Dead. È palese che lo zombie è la parte più commerciale del video di Idol (se si esclude Idol stesso) e che non a caso gli zombies hanno fattezze da membri della cultura punk. Billy Idol, membro di spicco del movimento post punk pone la cultura punk come un elemento non morto, che sta per essere superato e non ha possibilità con la sua energia (elettrica nel caso del video).

Un ultima curiosità riguarda il senso del video. Idol ha affermato che, durante il tour con i Generation X del 1979 a Tokyo aveva visto una serie di giovani in un Club ballare soli con le loro immagini riflesse in grandi specchi. Un immagine di forte impatto da cui traspare una forte solitudine.

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