Nella Terra del Fuoco e del Ghiaccio – ICELANDIC JOURNEY – Prima Parte.

polpetta
Tempo di lettura: 3' min
23 November 2015
Art

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Chi non ha mai pensato almeno una volta nella vita: Voglio andare in Islanda?

Il connubio lava-distese di ghiaccio solletica la fantasia di tutti, da ben prima di Frozen (della Disney, non di Madonna) e, dopo aver visto qualche video tratto da Heima dei Sigur Ros; per noi, lo stimolo finale fu uno: I sogni segreti di Walter Mitty.
Non era la prima volta che se ne parlava, ma si sa, tra il dire e il fare… Questa volta pero’ era la volta giusta.

Vivendo in una grande e caotica città come Parigi, per tutta l’estate abbiamo sognato ad occhi aperti il momento in cui ci saremmo finalmente guardati intorno senza più vedere palazzi, gente e taxi strombazzanti, ma solo natura e silenzio.
Dopo aver deciso a spanne in quale periodo saremmo potuti partire, prendiamo i biglietti e cominciamo a documentarci, o meglio, la Fra comincia a farlo.
La sera dopo è già distesa sulla cartina con la faccia corrucciata cercando di capire i nomi delle città in cui faremo tappa. Di tempo per organizzare e sognare ne abbiamo avuto molto, arrivato settembre finalmente la nostra avventura comincia.

Il periodo prestabilito è dal tre all’undici. Nove giorni in cui non è possibile vedere tutto quello che questa magnifica terra ha da offrire ma nei quali comunque se ne può vedere una buona parte. Noi abbiamo convenuto che il modo migliore per approfittare il più possibile di tutto cio’ è percorrere il famoso Ring, ovvero il perimetro dell’isola seguendo la strada principale che porta alla maggior parte dei siti di interesse.

Il primo impatto con questa nuova terra é stato strano, all’atterraggio riusciamo a scorgere la terra solo qualche metro prima di toccarla. Il cielo islandese é così, cambia in continuazione, si passa dalla pioggia e vento forte (e quando dico forte, dico forte) a cieli plumbei e grandi soli.
Usciti dall’aeroporto corriamo a recuperare il nostro potente mezzo di trasporto, Scatolina, cosi decidiamo di ribattezzarla una volta vista la sua mole, siamo pronti, si parte!

Guidare in Islanda è un’esperienza! E’ difficile tenere lo sguardo incollato alla strada perché i paesaggi cambiano con una rapidità sorprendente, ci si ritrova sbalzati in un altro mondo, fiabesco, fatto di vulcani, lava, iceberg e geyser, non si fa in tempo a meravigliarsi che l’orizzonte cambia di nuovo. Come inizio niente male, ci é subito chiaro il motivo per il quale questa terra venga chiamata la terra del ghiaccio e del fuoco.

Una costante in tutto questo modificarsi? Le capre! Capre OVUNQUE! Te le ritrovi sul ciglio della strada, alle volte attraversano pure!
Ci sono un sacco di punti in cui è possibile accostare per scattar qualche foto e in molte di queste ‘’piazzole’’ dei cartelli spiegano, per chi riesce a decifrare i nomi, in che punto si è e cosa c’è di interessante nei dintorni. Un esempio é Geysir, come dice il nome stesso, il paese dei geyser appunto, dove ci riscopriamo bambini in attesa dei regali aspettando che questi decidano di meravigliarci spruzzando rumorosamente e inaspettatamente acqua calda e gas dalla pancia della terra; abbiamo un piccolo ma sorprendente assaggio di quello che ci aspetterà sul nostro cammino, si fa in fretta a capire che qui a farla da padrona é la natura, senza se e senza ma, qui é l’uomo a dover chinare la testa alle dure leggi imposte dall’acqua, dalla terra e dal vento.

Il resto del nostro viaggio ve lo racconteremo nel prossimo appuntamento, martedì prossimo.

Pics&Words by Francoise Marques & Gianluca Rigo.

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