Mr. Oizo – Hand in the fire

polpetta
Tempo di lettura: 2' min
24 November 2015
Review 4 U

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Il signor Quentin. Mi piace molto come nome, è un po’ buffo e la mia testa lo associa in automatico ad una persona paffutella e probabilmente noiosa con la quale, probabilmente, non avrei nulla in comune. La cosa cambia se vi dico che il signor Quentin di cui sto parlando è Quentin Dupieux, in arte Mr. Oizo, il famoso e poliedrico musi-regista francese.
Per la Ed Banger Records uscirà il 27 Novembre con questo nuovo ep di 4 brani, dalla durata di circa 12 minuti totali, dal titolo “Hand in the Fire”, in collaborazione con la cantante britannica Charli XCX.
La prima traccia che incontriamo si intitola “A Rekurd”. Inizia subito iper-cattiva. Cassa in 4 con una voce bassa che si muove sul beat. Sono catapultato in un universo parallelo a metà tra gli incubi di Dumbo ed i rumori di Jumanji. Infine si aggiungono anche delle sirene tipo evacuazione antincendio e poi la cassa riprende. Cattivissima. Buia. Non molla un solo secondo dei 2.57 minuti del totale.
Being flat” è il titolo del secondo pezzo. Si caratterizza per la sua cassa rotonda che ti avvolge a 360 gradi e ti schiaccia pian piano. Riprendo fiato dopo il primo minuto e venti, quando la cassa molla e tutto sembra finire. Sembra…
Le ultime due tracce dell’ ep si intitolano entrambe “Hand in the fire”. La prima è cantata da Charli XCX mentre la seconda è una versione strumentale.
La prima che ascolto è la versione cantata. La voce di Charlie XCX mi coinvolge subito fin dai primi secondi in cui inizia a cantare. La base è bella, ben ritmata e sempre presente nel pezzo. Anche il ritornello è davvero ben riuscito e mi entra subito in testa.
La seconda versione è quella strumentale. Dopo aver sentito la prima versione cantata questa mi sembra un po’ vuota, però, dopo qualche ascolto, si riescono a percepire tutti i suoni ai differenti livelli che sfuggono al primo paio di ascolti.
Le prime due tracce mi sono piaciute molto, sono molto grintose ed anche l’ultima traccia mi è piaciuta perché è ricca di suoni particolari che vanno cercati con attenzione. La versione cantata di Hand in the Fire è la canzone che mi ha convinto meno di tutte, nonostante sia un piacevole pezzo elettro-pop, è anche quella che lega meno di tutte con gli altri lavori nel disco. Convincente ma non al 100%.

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