Lattexplus Festival: vi raccontiamo com’è andata

mirko
Tempo di lettura: 2' min
9 September 2019
Festival, Review 4 U
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Sono da poco passate le 17, Job Jobse è impegnato dietro la consolle di questo secondo giorno di Lattexplus Festival…

 

 

Quando notiamo un piccolo gruppo di bambini incuriositi che cercano, invano, di eludere i controlli della sorveglianza (e dei genitori) provando a sgattaiolare tra gli spazi delle transenne che dividono la Q1 Arena dal resto di Parco delle Cascine a Firenze.

Potrebbe essere la simpatica diapositiva di questa domenica 8 settembre sferzata dal vento che scaccia le previsioni meteo più pessimistiche. Già, perché oltre ad essere stata una splendida giornata di musica, quella organizzata da Lattex Plus è stato anche l’elogio del clubbing nella sua accezione più inclusiva e positiva, con un dancefloor molto ricettivo, senza il minimo accenno di quei nervosismi che a volte ci duole notare, solo sorrisi e senso di appartenenza, molto piacevole.

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A partire, appunto, dal contesto nella quale si è svolta questa terza edizione del festival che negli anni ha portato a Firenze il meglio del clubbing italiano e internazionale. La Q1 Arena non ha nulla da invidiare ad un contesto “continentale”, lo spazio creato nel cuore di Parco delle Cascine, è riuscito a coniugare una dimensione accogliente (deliziosa l’area chill, con tanto di amache), bella da vedere, senza alcuna mania di sovradimensionamento, eppure con il giusto spazio per scatenarsi. Eravamo rimasti a Job Jobse, ad attenderlo, invero, non il pubblico delle grande occasioni, complice l’orario del suo set, con la pista che si è andata pian piano riempiendosi, lui inizialmente un po’ sconsolato, è riuscito a regalare ai pochi fortunati tante good vibes. La scelta della timetable in questo senso ci è sembrata davvero azzeccata, in un crescendo naturale Dj Tennis (nella settimana in cui tutta l’Italia sportiva si è accorta di un altro romano con la “racchetta”, Matteo Berrettini) ha messo in scena un set tanto variegato quanto omogeneo nel suo incedere. Ora acid, ora oscuro, ora house, il tutto tenendo sempre sotto scacco la pista che è sembrata apprezzare particolarmente. C’è stato anche spazio per un momento lacrimuccia, sul remix di The Sound Of Violence dei Cassius (sigh).

Avalon Emerson ha ereditato una pista assai coinvolta, l’ha portata con sé a Berlino, sono salite le pedalate al minuto, la notte ha portato in dote il suo ritmo ossessivo eppure mai ridondante, coinvolgente dietro la console, le sue due ore sono letteralmente volate via.

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E poi, il gran finale con Laurent Garnier, che, sarà stato per l’attività fisica che avevamo accumulato, ma ci ha convinti un po’ di meno. In quella che era stata una progressione inarrestabile il suo set non è sembrato portarci ad un altro livello, non ha lesinato sulla cassa dritta ma ci sarebbe forse piaciuto qualche tocco di estro in più, qualche sorprendente incursione in altri territori. D’altro canto, la chiusura di un festival come Lattexplus necessita di inconfutabili dinamiche e la sua è stata comunque la degna conclusione di un percorso studiato alla perfezione.

Scocca l’1:00, si chiudono le danze, anzi no, l’immancabile Ultimo prolunga la magia, ed è più dolce il ritorno, nella notte fiorentina. Ah, se proprio volessimo cercare un’altra diapositiva di questa domenica, le scarpe, le calze, le gambe ricoperte di polvere non possono non farci capire che ne sia davvero valsa la pena.

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