XL DAY: Piccoli sogni crescono.

luca-vitale
Tempo di lettura: 4' min
2 July 2015
Il Giovedì di Vith

Italia e festivals. Una coppia poco rodata e poco funzionale, talvolta così litigiosa da arrivare a scene più da thriller che da festa. Da una burocrazia limitante, passando per tassazioni esorbitanti e ad organizzazioni degne di uno spettacolo del circo, la storia dei festivals in Italia è breve e non particolarmente splendente.

Tanti tentativi sono stati effettuati negli anni, più o meno riusciti, tanti promoters hanno sudato sangue e denaro per portare a casa risultati a dir poco scarni, eppure nonostante le insidie la prevaricazione della voglia di cambiare le cose è qualcosa di incontrollabile per noi di questo mondo, e questo è il segreto di XL DAY. Andiamo con ordine.

Firenze è Tenax. Tenax è Firenze. Partendo da questo assioma inconfutabile e dalla voglia del gruppo TNX di legare ancor di più la musica al territorio in cui è inserita, viene considerata l’idea di un festival tecnologico, all’avanguardia e al passo con le grandi realtà europee, anche come lineup, che possa aumentare il prestigio (già alto ma non abbastanza per quanto mi riguarda) di una città che di per sé rappresenta già un volano per tutto il movimento della musica elettronica.

Nasce così XL DAY, un evento, una vera scommessa, programmato per il 27 Giugno dalle 12 alle 24 con la collaborazione del Comune di Firenze, inizialmente collocato al Parco delle Cascine ma poi spostato all’ Ippodromo del Visarno per cause funzionali e logistiche. La presentazione dell’evento è stata molto curata e improntata sulla ricerca e sull’innovazione in ogni suo ambito a partire dalla pubblicità alle pagine internet/Facebook costantemente aggiornate e molto molto intuitive e accattivanti già dal primo colpo d’occhio.

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La lineup è l’unione perfetta di un festival completo: dalla gioventù all’esperienza, dai grandi pesi massimi della musica a nuove e talentuose leve con la “fame” di chi vuole lasciare il segno: il duo Philipp e Cole, padroni di casa e portatori di “bandacce” straordinarie in tutta l’Italia ed Europa con grandi risultati, Marco Faraone, dj toscano anch’esso e producer già affermato da qualche anno con releases su etichette di punta come Drumcode di Adam Beyer, Alex Neri, bandiera del Tenax, colosso della scena italiana e pioniere della musica di tutte le età (basti pensare ai Planet Funk di cui è un componente storico), e i tre pesi massimi volti a lucidare di tutto punto una lineup già di per se molto gustosa: Marco Carola, Tale of Us, Dixon.

Presagi molto importanti.

Appena giunti sul posto e dopo una splendida accoglienza da parte del gruppo di amici del Tenax, veniamo scortati nell’area dedita al ballo: splendida. Il palco è da mille e una notte, immerso nella natura, ampissimo e con monitors, led, tantissime luci e una organizzazione straordinaria del backstage per tavoli e ospiti.

Impressionante anche la qualità dei servizi: un servizio di ristorazione di qualità altissima, gelateria, zona chill-out adatta e prontamente riparata dal sole cocente, bagni in quantità, fruit bar e un semplicissimo sistema di tokens come moneta unica per evitare file interminabili alle attività citate. Per non parlare dell’impianto Martin Audio: una batteria di sub a terra e file di diffusori ai lati del palco fanno letteralmente il panico tra la gente. Mai mi era capitato di sentire un simile impianto in un festival all’aperto in Italia.

 

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Philipp scalda l’ambiente già di per se bollente con i suoi groove profondi e decisamente melanconici e “mindblowing”, perfetti per l’ospite a seguire che risponde al nome di Dixon. Il numero 1 al mondo secondo RA nonostante l’orario inusuale per uno come lui inventa un set a mio parere strepitoso, deliziando gli stoici presenti giunti presto per godersi a pieno l’esperienza XL. Gli sguardi e i giochi con le mani di Dixon verso il pubblico mostrano quanto il tedesco fosse immerso egli stesso nel suo set e questo fa di lui un grande, grandissimo professionista che dall’alto della sua posizione ha fatto un super set alle 3 del pomeriggio con un decimo dei partecipanti presente. Chapeau.

A seguire un Marco Faraone decisamente techno e forse un po’ esagerato per l’orario e il contesto magico creato dalle melodie Dixoniane, ma la empatia con il pubblico sempre crescente man mano che le ore passano è il suo segreto, e la pista ringrazia con balli furiosi e applausi costanti. Il tratto disegnato da Faraone viene ricalcato da Alex Neri che si immola in una techno molto dritta e inusuale per un dj come lui ma che mostra quanto sia importante conoscere la musica in tutte le sue sfaccettature. Alex potrebbe suonare in qualsiasi contesto che risulterebbe adatto e all’altezza. Orgoglio italiano.

Il sole inizia a calare e i Tale Of Us compaiono sul palco: devo essere sincero, questi due ragazzi non mi entusiasmano. Sarà il loro sound ibrido techno-lento che non mi si addice, o forse la loro presenza sul palco che mi da l’idea di grande spocchiosità, eppure credo che siano stati di gran lunga i peggiori del festival. Dischi scanditi da bassi incalzanti ma mai con evoluzioni degne delle mie orecchie (per quanto normalissime, forse un po’ più educate). Decisamente sovrastimati e poco incisivi in una simile lineup.

Per fortuna il buon Carola ha rialzato un po’ l’animo durante il set conclusivo con i suoi dischi un po’ più danzerecci e godibili. L’ambasciatore techno nel mondo ha raggiunto un livello di popolarità sbalorditivo e durante il suo set le prime file sono nel delirio più assoluto. Divertente.

Riparto verso Modena con la consapevolezza che nonostante fosse la prima edizione, XL DAY ha colpito nel segno tutti quanti, strategie e scelte tecniche perfettamente azzeccate. E considerato l’amore e la dedizione dei ragazzi organizzatori, l’empatia che creano con i Clienti e gli amici e le scelte ponderate di chi nel mondo dei clubs ne ha viste a bizzeffe, già scommettiamo che le prossime edizioni saranno da leggenda.

Grazie Firenze, grazie XL DAY !

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