OFF WEEK: LAST MAN STANDING MATCH.

luca-vitale
Tempo di lettura: 8' min
26 June 2015
Il Giovedì di Vith

Il viaggio continua. E la settimana santa è finalmente giunta. Tra la seconda e la terza settimana di Giugno il circus mondiale della musica elettronica si sposta a Barcellona per la Off Week, o meglio, Sonar, o ancora meglio, spieghiamoci.

Sfatiamo un luogo comune: la maggior parte di noi, me compreso, quando prenota un aereo per Barcellona in concomitanza con il Sonar Festival, dice “vado al Sonar”, e per quanto sia una frase di uso comunissimo, il concetto è sbagliato.

Il Sonar Festival è un vero e proprio festival, di cui i miei autorevoli colleghi racconteranno qui su PolpettaMag, che dura 3 giorni e necessita di un ticket specifico per potervi accedere; mentre la Off Week è una serie di eventi correlati e concomitanti al Sonar Festival, ma che si svolgono in ogni angolo della città e non dipendenti da uno stesso ticket: parchi, edifici storici, discoteche, bar, spiazzi d’erba tristemente desolati trasformati in piste da ballo e qualsiasi attività che disponga di due diffusori e di un dj-setup.

Per 5 giorni, Barcellona diventa il polo perfetto della musica con un’ offerta musicale a dir poco sbalorditiva e con un numero di eventi giornaliero tra i 60 e i 70 con TUTTI (davvero, tutti) i dj più o meno famosi del panorama. Il dono dell’ubiquità sarebbe l’ideale ma purtroppo bisogna sapersi accontentare di scegliere meticolosamente 2/3 parties al giorno.

Le premesse di cui sopra sono un invito naturale da ben 20 anni a tutti gli amanti della musica di ogni genere/età/stirpe a presenziare nella settimana santa, per me da 3 anni; il doppio filo che connette la città e il clubber è impercettibile ma indissolubile: le location inusuali, un feeling costantemente tangibile tra pista e dj in qualsiasi party e il mood “settato” sempre su “FIESTA” del pubblico presente sono una calamita irresistibile.

E credetemi, come ogni dipendenza che si rispetti, il richiamo della città è talmente forte da obbligare a preparativi logistico-psico-fisici a dir poco estenuanti, a partire dall’uscita dei tickets dei parties che inizia a Dicembre e che sono delle vere e proprie corse contro al tempo considerata la altissima richiesta.

DAY ONE

Ma andiamo con ordine… Mercoledi 17 Giugno assieme a 10-15 amici raggiungo la città catalana, il primo appuntamento era al Social Club degli amici di Modena dello “059” dove ho avuto la fortuna di mettere qualche disco supportato dai miei amici di una vita: non avrei desiderato accoglienza migliore.

DAY TWO

Dopo un riposo obbligato in vista delle battaglie a venire, non appena mi alzo dal letto il mio iPhone mi rammenta il primo atto: Sunwaves deja-vu, Raresh, Petre Inspirescu e Rhadoo si esibiranno al Poble Espanyol, un fantastico complesso espositivo turistico ubicato sulla collina di Montjuic che è fulcro dei parties OFF più importanti.

Nel dettaglio, ci sono 4 locations al suo interno: Pic Nic Area, una grossa radura incastonata esternamente al complesso, El Monasterio de San Miguel, il più famoso, un monastero abbandonato prestato al mondo della musica con una vista sulla città mozzafiato e cornice di eventi talmente magici da essere ricordato come una delle location più affascinanti del pianeta da tutti gli addetti ai lavori, la mitica Plaza Mayor, una vera e propria piazza cittadina dalla portata di circa 8-9000 persone perfetta per i grandi eventi e la Terrazzza, l’unico locale privato del Poble Espanyol.

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Arriviamo alla Pic Nic area e un Praslea devastante ci accoglie a colpi di minimal finissima, ottimo presagio per i 3 rumeni che si esibiranno poco dopo. L’enfant terrible è davvero in uno stato di grazia negli ultimi mesi. Nonostante il sole alto e le temperature particolarmente torride la gente arriva presto e il party è fin da subito una gran bagarre.

Il tempo corre veloce e alle 17 [a:rpia:r] compare in consolle per una maratona che ci porterà fino a notte inoltrata. I 3 si susseguono uno dopo l’altro in un b2b2b senza esclusione di colpi, andando a pescare tracce di ogni epoca e di ogni radice musicale, creando un continuum di sound di un organicità sensazionale.

E’ impressionante come tre menti diverse riescano ad allinearsi così naturalmente e a impostare i loro set scegliendo sempre la traccia giusta da mettere, tanto che avrebbero ballato anche i divanetti se fossero stati dotati di gambe. Festa assoluta.


Foto 2

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DAY 3

Felicemente provati dalla sera precedente ci prepariamo velocemente e corriamo nuovamente al Poble: la giornata prevedeva un menu di altissima classe: Get Perlonized alla Picnic Area e Ricardo Villalobos and friends per il giorno, Macarena Club con gli amici di Fragola, Deep’n’dance e Pathfinder e per finire il mitico Return in un club di Barcellona sino alle luci della mattina seguente.

Non potendo andare ad ascoltare il mio caro Ricardo a causa del mio dj set al Macarena in concomitanza con il Maestro mi lancio al Get Perlonized, party di cui abbiamo parlato nei precedenti episodi a proposito dell’ etichetta Perlon.

La colonna della label Sammy Dee scalda la pista in maniera egregia proponendo una quantità di vinili esorbitante, proprio come impone silenziosamente il know-how dell’etichetta. I seguenti Soul Capsule, binomio composto da Thomas Melchior e Baby Ford è una grossa delusione: dischi pazzeschi ma messa a tempo a dir poco pessima e non tardano ad arrivare gesti plateali di disappunto dal pubblico presente. Peccato, la selezione era davvero di qualità siderale.

Le speranze di ascoltare il boss Thomas Franzmann aka Zip in azione prima di scappare al Macarena svaniscono quando al termine del dj set dei Soul Capsule compare Margaret Dygas, ragazza prodigio e molto vicina alle sonorità austere e ricercate del team perloniano. I suoni cupi e profondi che la caratterizzano riaccendono la folla , la fusione tra techno e breakbeat mischiata a colpi di 303 erano veri e propri imput per le gambe a muoversi autonomamente nonostante l’acido lattico che iniziava a farsi sentire.

Dopo un’ora e senza essere riusciti a sentire il mio carissimo Zip voliamo al Macarena dove l’unione tra tre grandi gruppi Italiani ha creato una serata con lineup tutta italiana davvero gustosissima, tra cui il sottoscritto che ha aperto le danze della serata. Il Club è spaziale, la capienza è di circa 100 persone a dire tanto, immerso nel pieno centro di Barcellona a due passi dalla Rambla. L’impianto Funktion One è talmente forte che per evitare dispersioni di suono moleste nei confronti degli abitanti sopra e davanti al Club che ci sono due ragazzi dello staff che fungono da veri e propri portieri: uno apre la prima porta blindata che da sull’esterno, si sosta momentaneamente in un corridoio-limbo e non appena la prima porta si chiude il secondo portiere apre la seconda porta blindata che da accesso al club. Geniale.

Dopo la mia esibizione si sono susseguiti Maura, Gianni Sabato del Guendalina, i miei partners in crimini Philipp & Cole in un b2b con Federico Grazzini nel quale hanno sfoggiato classici del passato super danzerecci e divertenti, Cipy e l’ultimo b2b tra i rispettati napoletani Pako S, Genny G e Okee Ru. Il locale era stracolmo e la fila interminabile all’esterno del locale è testimone di quanto il sound italiano sia sempre rispettato e desiderato anche in grandi rassegne come la Off Week tra cui campeggiavano parties molto più quotati e di massa.

La soffiata della possibile presenza di Ricardo Villalobos al Return mi fa brillare gli occhi, il destino aveva voluto che non potessi andare a Plaza Mayor a godermi il suo show e questa notizia aveva davvero un sapore speciale. Voliamo al Vetro Club, nella prima collina catalana a circa 10 km da Barcellona, teatro dei sogni del party Return, vera e propria istituzione del Club der Visionaire di Berlino.

Non senza qualche grattacapo e qualche problema col door staff riusciamo ad accedere al locale, full packed e senza un filo d’aria, con un impianto a dir poco spaventoso e in consolle proprio lui…. Ricardo.

Mi fiondo in prima fila e la consolle modalità Robert Johnson di Frankfurt mi permette di interagire col Maestro con lo sguardo mentre insegna e disegna musica, semplicemente straordinario. E’ impossibile stare fermi, il mix perfetto tra musica e balletti di quest’uomo catturano inevitabilmente tutta l’attenzione su quest’uomo che a tratti mostra lampi di genio da bionico, non da essere umano. Veri e propri turbini dal 1990 a oggi passando per dischi totalmente sconosciuti al pubblico e non rilasciati sul mercato caratterizzano il suo dj set esplosivo culminati in questo iper classico rilasciato su Cocoon qualche anno fa. Chapeau Maestro. Ancora una volta.

Il party è bollente: il nuovo live di Mike Shannon e Dewalta proposto dopo Ricardo Villalobos avrebbe dovuto essere di altissimo livello per mantenere alta la carica. E i due ragazzini non tradiscono. Un vero live percussivo con addirittura suonate di sax da parte di Dewalta fanno totalmente impazzire la pista, anche lo stesso Ricardo che arriva in consolle a complimentarsi con il duo e mostra con i suoi languidi movimenti ritmici l’assenso a questi bravissimi ragazzi.

Sonja Moonear incombe, e la svizzera non delude. Signorilmente e col sorriso butta letteralmente giù il locale con una semplicità sbalorditiva, rigorosamente vinyl only e trasformando una festa già di per se stratosferica in una vera e propria cerimonia alla Musica. Stanco e con le gambe di Pinocchio vado a cercare refrigerio fuori, consapevole di aver vissuto uno dei giorni musicalmente più belli della mia vita.

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DAY 4

E’ Sabato e iniziamo ad accusare qualche acciacco. Avremmo dovuto andare al party organizzato da Fact del Next Wave per un’altra ondata di rumeni e minimalismi ma il risveglio tardo e altri impegni ci hanno fatto desistere . Come vuole la tradizione degli scorsi anni, verso le 19 ci dirigiamo al “the best party in town” come diceva il video di presentazione. Pampa! Capitanato dal talentuosissimo ed ecletticissimo Dj Koze.

Il party si svolge al Monasterio e come detto precedentemente, la location fa tutto. Potrebbero esibirsi anche maestri di clavicembalo o flauto traverso (senza offesa, chiaramente), la maestosità di questo posto amplifica le sensazioni di qualsiasi tipo su musica e sugli artisti proposti.

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La camminata per giungervi si districa tra le vie anguste del Poble Espanyol, per vertere poi in un passaggio naturale con vista shock su Barcellona alla quale abbiamo scattato centinaia di foto. Arriviamo durante il live di Gold Panda, bello e accattivante nonostante la diversità di suoni rispetto ai miei standard vengo piacevolmente rapito e la pista sembra pensarla come me. Gente di tutte le età scatenate in una piazzetta di un monastero abbandonato. Fenomenale.

Koze arriva e come sempre è grande festa: mi posiziono sulla collinetta che campeggia sulla pista da ballo per godermi a pieno lo spettacolo e la celebrazione da parte del dj tedesco è magistrale, la sua lettura e intepretazione della situazione in cui si trova gli permette di proporre sempre la traccia giusta al momento giusto. Si passa dalla deep alla techno, da veri viaggi elettronici a vere e proprie tormente da dancefloor con le quali era pressoché impossibile tenere a bada i propri piedi.

A Pampa terminato un mio carissimo amico decide di farmi il regalo della vita e portarmi al Sonar Festival ufficiale per la mia prima volta, durante il live dei Chemical Brothers e la magica esibizione dei Siriusmodeselektor e lo zio Laurent Garnier dei quali i miei colleghi vi racconteranno ogni briciola molto a breve. Mi limito a dire che è stata un’ esperienza a dir poco trascendentale. Inutile narrare che mi sarei addormentato anche su un letto di chiodi e al mio ritorno a casa ho dormito su una sedia in balcone per ben 5 ore. Gli “Off Week effects” iniziavano a essere decisamente invasivi.

DAY 5

I richiami del DGTL party al Parc de Forum di cui Cecilia vi ha narrato nel dettaglio nel suo articolo e del party Toi Toi al Vetro Club erano molto forti, ma credetemi, ero completamente morto. Optiamo per un agognato relax: una bella mangiata alla Barceloneta con i miei amici di sempre e la conseguente passeggiata turistica rigenerante ha definitivamente messo la ciliegina su una splendida, magnifica torta.

SUMMARY

La ansia post partenza che mi pervade è la prova tangibile dello spirito contagioso di festa che trasmette la città in pochi giorni, dove c’è sempre il sole fino alle dieci di sera, dove puoi incontrare persone di ogni nazione del mondo tutti uniti per fare festa, dove la voglia di sentirti libero e di stare bene è generalizzata, palpabile, tutta da vivere. E ti cattura inevitabilmente.

Per me la Off Week è tutto ciò, unione, condivisione, amore, felicità. Si respira nell’aria e lo status mentale che si raggiunge in durante questi giorni conferisce a una vacanza stile combattimento romano una serenità mentale dovuta alle continue scariche di adrenalina e serotonina dal cervello che ti rende libero, recettivo al massimo verso ogni forma conoscenza e divertimento, che ti fa sentire Vivo.

Al prossimo anno !!!

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