Il bello di Club to Club 2013

polpetta
Tempo di lettura: 3' min
14 November 2013
Festival

E’ sempre difficile fare il resoconto del week-end specialmente in questo caso che ci troviamo a dover discutere della nostra prima esperienza con Club to Club; senza dubbio abbiamo avuto ciò che ci aspettavamo, in alcuni momenti addirittura qualcosa di più, in altri qualcosa di meno.

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E’ stata l’edizione TWINS, dei gemellaggi, primo fra tutti quello con il Regno Unito, che ha permesso la partecipazione di 17 artisti inglesi fra i più quotati del momento.

1394338_10202162012509726_422010498_nAbbiamo passato momenti memorabili, primo fra tutti la sorpresa nell’entrare nella maestosa struttura dei Cantieri OGR, ex officine delle locomotive. E’ il classico capannone antico dismesso che, abbinato a techno ben fatta, crea quella atmosfera in perfetto stile nord europa da cui non ti staccheresti mai. Strabiliante dj set di James Holden, l’unico uomo sulla terra che più invecchia in età, più ringiovanisce in volto. Essendo arrivati solo il venerdì non abbiamo potuto assistere al suo live a Teatro, ma si vocifera che non sia stato convincente, il dj set al contrario potentissimo! Jon Hopkins… vabbè che ve lo dico a fare, è il più chiacchierato del momento, ancora una volta riempie la pista di gente ipnotizzata, che non vede l’ora di essere investita dalla sua scarica di energia pura.

1012485_10202162014269770_2137262035_nArriviamo a Hiroshima Mon Amour, club di cui più volte avevo sentito parlare, ma che non ho mai avuto il piacere di visitare, fino ad ora.

1450739_10202162013909761_981018071_nVoto 100 alla carta da parati con insetti giganti che sembra camminino sul muro, voto 1.000 alla sala 2 piccola, bassa e buia dove abbiamo sentito i giovani rampolli della dub inglese Koreless e Objekt, che hanno dato vita a uno show non convenzionale, un giusto equilibrio tra sperimentazione e tipiche linee di basso 2step.

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Decisamente al polo opposto rispetto ai ritmi “da ballo” della sala principale dove Kyle Hall è stato superlativo (come suo solito). Show a dir poco imbarazzante invece per Nina Kraviz: diciamo che avrei evitato di inserirla per il secondo anno di seguito nella scaletta del Festival, prima di tutto per una questione di varietà, secondo, perché trovo che non fosse una scelta musicale in linea con il resto. Terzo perché a me personalmente non ha mai convinto come artista e continua a non farlo.

1450665_10202162013389748_1205741165_nPremesso che non sono una grande amante dei capannoni da fiera adibiti a festa, non mi ha convinto la sala principale del Gran Finale, ma logicamente un evento che si aspetta più di 8.000 persone si deve adeguare di conseguenza. Forse poteva essere meglio allestito, ecco. Gli highlights senza dubbio con Four Tet, specialmente quando per una frazione di secondo è comparso nello schermo retrostante il nome Burial, il suo alter ego dark. Divertentissimi i Modeselektor, con un sound di certo meno raffinato rispetto ad altri, ma esaltante. Julio Bashmore ha dovuto assumersi una responsabilità forse troppo grande infilato tra i due tedeschi e Ben UFO; non ha deluso, ma neanche entusiasmato. Se avessi potuto scegliere l’avrei sostituito con Joh Thalabot che invece ha suonato alle 21.00, forse troppo presto. Dalle 5.00 del mattino chiusura di Ben UFO che rientra di certo tra i migliori dj set. La Sala Rossa invece ha colpito nel segno, in primis musicalmente: qui erano gli artisti più ricercati e “colti” se così possiamo dire: Kode 9, Rustie, Andy Stott, Machinedrum, hanno tenuto altissimo il livello musicale della sala senza dimenticare che anche la struttura era davvero azzeccata.

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Ci lasciamo così, con la volontà di tornare l’anno prossimo preparati a dedicare più tempo agli eventi che quest’anno non siamo riusciti a seguire. Da ultimo, ricordiamo che nonostante nel corso di questa edizione abbiamo avuto momenti di perplessità, siamo consapevoli del fatto che Club to Club sia uno dei migliori festival in Italia. Sicuramente anche l’anno prossimo riuscirà ad affermare la sua forza e a stupirci, migliorandosi sempre di più nella forma e nei contenuti.

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