Ferragosto salentino al Fuck Normality Festival

theverol
Tempo di lettura: 3' min
24 August 2018
Festival

14 agosto 2018.
Le mappe di Waze indicano esattamente due ore di viaggio in automobile da casa mia, nel nord barese, al Sudestudio di Guagnano, in provincia di Lecce. Location in cui si è tenuta la settima, nuova, edizione del Fuck Normality Festival.
Il meteo per Ferragosto in Puglia non è stato clemente. Ma non importa! Ho voluto rischiare comunque!

Così, con altri tre amici, mi sono avviato da Bari: direzione sud della Puglia.
Fulmini, lampi, tuoni e pioggia battente non ci scoraggiano. Ore 19:00 si parte, imperterriti, direzione FNF.
Finalmente nel brindisino il tempo migliora, il maltempo lascia spazio ad un cielo già imbrunito, ma sereno.
Breve sosta a Cellino San Marco (BR) per un caffè al volo e poi percorriamo gli ultimi chilometri che ci distanziano dalla location leccese.

Sono le 22:00, l’aria è frizzantina e i primi spettatori del festival iniziano ad arrivare.
Breve fila per entrare e poi, finalmente, siamo dentro!
L’area abbastanza grande è allestita in perfetto clima gipsy. Luminarie, stand di illustratori e artigiani vari, panche e sedute artistica, ricavate da materiale di recupero: atmosfera perfetta.
La serata sta per iniziare. Acquistiamo la nostra birra (meritatissima dopo il viaggio di due ore senza sosta) e ci posizioniamo innanzi al palco. Pronti per il primo live della serata.

Ad aprire le danze, Lucia Manca! L’artista salentina presenta il suo ultimo lavoro “Maledetto e Benedetto”, alla cui produzione ha collaborato anche un certo Populous (nome che non ha di certo bisogno di presentazioni).
Un live davvero interessante, capace di catalizzare l’attenzione dei primi arrivati al festival. Non solo grazie alla stupenda voce della Manca, ma anche grazie alla band che l’ha supportata. Difatti per dirne una, al basso c’era l’eclettica Matilde Davoli, ex Studiodavoli e Girl With the Gun, che ha intrapreso da qualche anno la carriera da solista.

 

Fuck Normality Festival: non solo club culture

 

E dopo Lucia Manca, è il turno di un’altra cantautrice che da oltre un paio d’anni sta facendo parlare molto di sé: Joan Thiele.
Per l’occasione in solo, la Thiele affronta senza alcun imbarazzo il palco e il pubblico già numeroso.
Un live pulito, con forte predominanza dell’electro-pop, ottimo per far iniziare a scaldare i presenti, in attesa di artisti del calibro di Andy Stott e Not Waving.

Ma prima di raccontarvi degli ultimi due, impossibile non riservare uno spazio agli Yombe, al loro new-soul molto elettrico e alla loro coinvolgente esibizione. Anche in questo duo è evidente l’ottima crescita artistica rispetto all’ultima volta che ebbi modo di assistere ad un loro live: crescita inevitabile, figlia delle numerose performance che hanno alle spalle sia in festival che in date singole dei loro tour.

Il pubblico è cotto quasi a puntino. La botta finale, prima di lasciare il palco ad Andy Stott, la dà Nickodemus, dj e producer di NYC, che trasporta il pubblico in un viaggio sonoro partito dalla cumbia e terminato all’elettronica più spinta.
Non controlliamo ormai più l’orologio. Il tempo è diventato relativo. Sappiamo solo e soltanto che, adesso, è il turno di Andy Stott, il producer inglese, precisamente di Manchester, che propone un live estremamente sperimentale, con tanta, tantissima minimal, partendo, chiaramente, dalla techno.

Non un live da “ballare”, ma da ascoltare. E da ascoltare con molta attenzione, per poter permettere all’orecchio di raccogliere ogni minimo particolare, sfaccettatura, della produzione di Stott, raffinata, precisa. Un artista che non ha mai smesso di toccare il suo mixer, la sua strumentazione, per neanche un istante della sua performance.
Dopo di lui, l’aria già accesa da Nickodemus si fa sempre più calda ed il pubblico è pronto per la volata finale. E in questo caso il compito spetta ad Alessio Natalizia, in arte Not Waving.

Ed eccolo lì, sul palco, a far ballare tutto il pubblico accorso al Fuck Normality Festival con la sua produzione musicale. Un mix di techno, electro ed EBM dalle fortissime influenze punk. Sì, ripeto, punk, perché Alessio Natalizia ha un passato musicale punk. E si sente tutto!
Live poderoso, dalla cassa spintissima, che avrei ascoltato ancora, e ancora, e ancora.
Ma purtroppo i tempi stringevano. E nel mentre, senza accorgercene, l’orologio segnava già le 5:00 del mattino.
Ultimo giro con il djset targato Okee Ru e Filippo Zenna. Terminiamo il nostro drink e poi capiamo che è, purtroppo, ora di tornare a casa. Con l’insoddisfatta intenzione di voler già acquistare il ticket per la prossima edizione.
Ma ci saremo. Promesso.

TheVerol
Foto di ATRAZ & EMILIA Photography

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