Enter @ Studio Spaces, London || 11 Aprile 2015

domenico
Tempo di lettura: 5' min
20 April 2015
In primo piano, Review 4 U

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Caro Richie ti scrivo,
Caro Richie ti racconto,
Caro Richie mi piacerebbe che tu leggessi.
Sono passati quasi 11 anni da quando feci la tua conoscenza (musicale ovviamente!). Era il 7 dicembre 2005 e in quel Tenax di Firenze “Spastik” mi sembrava un suono di altri tempi, feci una fatica immane a convincere i miei amici a venire a quel party, e il giorno dopo quel suono non voleva più uscire dalle nostre orecchie.
Poi fu la volta del Kindergarten, in una Bologna che non vedeva l’ora di riabbracciarti, e non posso negarti che quella inaspettata combo “Yeke Yeke” vs “Self Control” alle sei del mattino è e sarà per sempre un ricordo indelebile nei cuori di chiunque quel party l’ha vissuto. Epico.
Ma caro Richie da allora in poi ci siamo un pò persi di vista, vuoi per scelte diverse vuoi per altri impegni. E’ arrivato ENTER ad Ibiza, sono arrivati i festival, io sono arrivato a Londra e poi sei arrivato con ENTER a Londra. Quale occasione migliore per ritrovarci, per riascoltarti e per tornare a ballare la tua musica. Anche se le cose sono un pò cambiate, e a sto giro sono i miei amici che devono convincere me, decido di ENTER anche io nel tuo party. Mi sarebbe piaciuto tanto il day time ma gli unici biglietti che riusciamo a trovare solo quelli per l’after party, NEXT STEP. Sulla carta dovrebbe cambiare poco, chi suona di giorno suona anche di notte. Adam Bayer e consorte Ida Engberg, il fedele Paco Osuna, Subb an e Bella Sarris, Mind Against e Fabio Florido, line up da brividi il meglio di chi c’era con te 10 anni fa e il nuovo che avanza, generazioni a confronto, stili musicali a confronto pronti a mescolarsi.
La scelta della location è perfetta, lo Studio Spaces di Wapping, enorme venue, è il miglior posto per un party del genere, la fila al guardaroba è sempre lunghissima, ma questo fa parte del gioco. Il buio la fa da padrone e solo le istallazioni riescono a spezzare questo total dark. Sembra di essere in un’altra dimensione e dietro tutto ciò The Hydra, una delle migliori organizzazioni di eventi in UK. Entrati.Sono le 2. In quel preciso istante la consolle è tua. Ti vedo da lontano, testa bassa, occhi sul tuo Mac e mani sulle macchine. Non riesco ad avvicinarmi, non voglio avvicinarmi, non credo ne valga la pena. Una lotta per un territorio che non mi permetterebbe neanche di ascoltarti e godere della musica. Preferisco le retrovie, la vicinanza al bar, le vie di fuga e quel po di aria che passa. La cassa si sente e tu parti subito, il cambio si sente, si deve sentire è salito in consolle Richie Hatwin. Apoteosi.

Ti ascolto, ti apprezzo, c’è chi dice che è facile suonare con un computer, invece io ti ho sempre riconosciuto la tua evoluzione tecnologica, la possibilità di provare e osare, e comunque con tutti quei tasti colorati che ti si illuminano sotto il naso le mani devi sapere sempre dove metterle. Sembri un treno, pura techno, qualcosa non mi piace, qualcosa mi esalta, ma di sicuro un’ora e mezza non è il massimo che un dj possa desiderare per esprimersi. Lasci il posto a Paco Osuna e io lascio la main room pensando che poteva andare meglio ma anche peggio.
Giro, esploro, osservo la gente, amo osservare la gente soprattutto durante i party, forse a loro non piace, ma le espressioni del viso e quelle del corpo sono il miglior modo per capire chi e come si sta godendo il party.
C’è una room 2 ancora inesplorata e soprattutto sembra esserci più aria. Arrivo in tempo per godermi il finale di un simpatico back2back di Subb-an vs Bella Sarris, scattare qualche foto a chi è venuto a Londra solo per quel party ed assistere al finale con i  Mind Against.
Ogni volta che ascolto qualche dj nuovo i primi 10 minuti non accenno alcun movimento, lascio solo che le mie orecchie ascoltino, cerco di capire, come si presentano e cosa potrei ascoltare nelle prossime ore.
La partenza è una bomba, nessuna canzoncina, nessuna melodia, subito cassa, della serie: “noi siamo così, se ti piace bene se non ti piace te ne puoi anche andare”. Mi piace, cazzo se mi piace. Resto, ascolto quella techno made in Italy, disco su disco, un crescendo pazzesco, un suono forte ma pulito. La più bella sorpresa della serata. Rivelazione. Rivoluzione.
Bravi loro e bravo Richie. Bravo a pescare in Italia, un Paese che di musica ha sempre vissuto; bravo a credere in loro e bravo a mettere su una 12 ore di musica.
Ma vedi Richie con il tempo la musica oltre che ad ascoltarla ho iniziato a viverla e a sentirla dentro. Inizio ad associarla a luoghi e persone, luoghi dove la vivo e persone che mi circondano. E’ vero che la notte si vive meglio, ma qualche luce ora non mi dispiace neanche. Io capisco che ENTER ha una sua impronta, un suo stile da portare avanti, una sua storia. Io capisco che “black is just a color” per alcuni, mentre per altri è uno stile di vita, e capisco anche che più siamo e più ci divertiamo. Però capiamoci, ballare, ascoltare e lasciare che la musica attraversi anima e corpo deve essere permesso a tutti, è il contratto che stipulo con te nel momento in cui compro il biglietto per il tuo party! Allora non riesco a capire il perché di quelle masse, il perché di quel total dark, perché vedi guardarsi in faccia e magari ricordarsi chi erano le persone che ti stavano vicino mentre ballavi fa anche piacere, i sorrisi chiamano sorrisi e portano felicità. Magari un pò d’aria lasciamola passare e visto che ci sei un pò d’acqua regalala anche, non penso potesse essere una grossa perdita per te e magari un certo benessere a qualcuno lo portava anche.
Non me ne volere, capisco che organizzare un party del genere non è cosa da tutti, ma vedi, tu (anzi voi) dall’alto di quelle consolle, circondati da quelle casse e illuminati da quelle luci, attraverso la musica regalate emozioni a corpi, anime e cuori, e la musica per me è vita, ma la vita per me non ha prezzo.
Ore 6, la festa è finita, anticipo le masse e corro a prendere le giacche. Chiamo il mio Uber e si torna a casa. In macchina qualcuno si addormenta, un pò si commenta il party e qualcuno chiede della musica. Lo sfondo è quello di una Londra che sta per svegliarsi per alcuni e che non prenderà mai sonno per altri. E’ domenica mattina, c’è il sole, ci sarà il sole tutto il giorno, mi sveglio, telefonate, parco, amici birrette e poi si finisce a ballare in un pub ascoltando Wolf + Lamb.
Sorrisi, festa, passa l’aria, pochi ma buoni…ma questa è un’altra storia.
Questa è la mia storia.
A presto Richie

WORDS BY DOMENICO

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