Con i Dropkick Murphys, Boston è subito dietro l’angolo
Polpetta Mag è stata all’unica data italiana della band, tra coppole, cori da stadio e fiumi di birra
Quando mi è stato chiesto di fotografare il live dei Dropkick Murphys allo Sherwood Festival di Padova, mi sono chiesto se avesse ancora un senso nel 2019 ascoltare una band che suona “celtic punk”. La risposta è arrivata dalle migliaia di fan presenti per l’unica data italiana del tour, provenienti da ovunque, e di un po’ tutte le età. Italia, Svizzera, Romania, Croazia. Stage diving selvaggio, fumogeni tra il pubblico, un sacco di coppole in testa e nove album in studio da cui attingere, i Dropkick Murphys hanno generato un’ammasso di sudore e felicità tenuto insieme da un patriottismo irlandese degno della miglior festa di San Patrizio, anche se a questo giro il frontman Ken Casey ci ha risparmiato i tafferugli.
Insomma, a quanto pare il punk non è ancora morto, ma è semplicemente seduto al pub a tracannare Guinness.
Photo: Richard Giori
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