Dal dream pop all’arabic folk music: ancora una grande serata di musica al MAT Laboratorio Urbano di Terlizzi

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Tempo di lettura: 2' min
28 November 2018
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Jerusalem in My Heart & The Whip Hand per sconfiggere il famigerato tedio domenicale

Domenica 25 novembre il MAT Laboratorio Urbano di Terlizzi ha ospitato un nuovo live, ricco di sperimentazione e psichedelia: sto parlando dello spettacolo di visual e musica di Jerusalem in My Heart. Il duo, composto dal producer e musicista libanese Radwan Ghazi Moumneh e dal filmmaker canadese  Charles-André Coderre, ha mantenuto alta l’attenzione del pubblico con sonorità d’avanguardia e cantato in lingua mediorientale, che benissimo si fondevano con le immagini proiettate dal canadese alle spalle del musicista libanese, da solo sul palco.

Un ascolto difficile, sicuramente non per tutti i gusti, come risulta molto spesso essere quello della musica più sperimentale, ma comunque in grado di mantenere alta la concentrazione del pubblico più curioso. Una produzione video-musicale in cui si incontrano elettronica, Arabic folk music, sperimentale e ambient: questo lo spettacolo inscenato dai JIMH sul palco dell’ex-mattatoio.

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MAT Laboratorio Urbano

Ad aprire il live del duo di Beirut e Montréal, ci ha pensato la band tranese The Whip Hand, non nuova sul palco del MAT.

Il quartetto pugliese, con alle spalle già due EP e un album, ha presentato il suo ultimo disco “Sometimes, we are”, uscito in questo ottobre in co-produzione tra le label Miacameretta Records e Lady Sometimes Records.

I quattro hanno presentato un lavoro più maturo rispetto alle precedenti uscite, laddove, oltre ad accenni fuzz, la presenza del dream pop è estremamente più marcata, senza però abbandonare la vecchia scuola del post-punk e shoegaze dalla quale derivano.

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MAT Laboratorio Urbano

Un live intenso, in cui le sonorità più 90s si sono fuse con il sound più moderno della scuola dream pop, richiamando a tratti le produzioni degli statunitensi The War on Drugs o dei sovietici Motorama: per dirla tutta, i The Whip Hand sono quella band veramente indie (quindi da non confondere con l’inflazionato “it-pop”) che tutti vorremmo provasse nel garage di casa nostra.

Ancora una volta il Collettivo Zebù ha portato nella provincia barese buona musica, diversa, fuori dai canoni soliti che l’industria musicale vuole proporci. E non è di certo finita qui: difatti sono già pronti altri live nelle prossime settimane! Impossibile non pensare ad esempio al concerto del 12 dicembre del texano Micah P. Hinson (in collaborazione con Area Metropolitana e Radar Concerti) o al live elettronico di Nathan Fake che si terrà il prossimo 4 gennaio.
Stay tuned!

 

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