#Chapter009 – Pasqua a Kreuzberg

polpetta
Tempo di lettura: 3' min
16 April 2015
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Settimana 10: Domenica 29.3 – Domenica 5.3


É Pasqua, ma sinceramente non ne conosco il vero significato.
Però approfitto con enorme gusto di questa settimana di ferie.

Solitamente non adoro fare piani, ma sono vicino alle strappo della regola: dormo tutta la settimana oppure faccio qualcosa di utile?
Indovina un po quale ho scelto…
Dopo un periodo denso di lavoro e di stress, il richiamo del cuscino combatte contro quello del sole.
Mio dio.
12 gradi, qui, in Aprile… e io sto a casa???

Nello stesso momento quello dentro di me dice:

sdraiati dai, rilassati e guarda House of cards. E’ inutile che fai avanti-indietro per la stanza, in accappatoio, a chiederti dove e come è meglio passare il tempo”
E’ vero..
Frank Underwood sta spaccando culi a destra e manca.
Per questo ho l’opportunità di parlarvi in maniera molto dettagliata di uno dei quartieri più interessanti e probabilmente anche puri, ma poi vi spiegherò per quale motivo lo ritengo tale.
Siamo a Kreuzberg.
Quando venne costruito il “mauer” sanciva la fine della parte ovest, nonché americana.
Memorie scritte parlano di questo luogo di 10 km quadrati come uno dei più malfamati e pericolosi di tutta Berlino.
Ma per quale motivo? Concretamente cosa c’è e c’era di pericoloso?
Oggi, girando per le strade più importanti di questo paradiso per i turisti amanti delle città, si può notare come possa essere semplice convivere con numerose razze e culture.
É un piccolo angolo di mondo. Conta 148 000 abitanti.

Ha due zone denominate con il vecchio codice postale: “61” e “36”.
La parte 61 ha subito una enorme opera di ricostruzione a seguito dei violenti bombardamenti della seconda guerra mondiale, ora corrisponde alla parte più “borghese” del quartiere.
Il 36 invece è lo spirito di Berlino condensato in 4 km quadrati: rinnovamento, eventi, etnie senza limiti, freedom e protesta.
Parlavo di Kreuzberg come quartiere “puro” poiché le sue caratteristiche, fino a poco tempo fa, presumo fossero solo ed esclusivamente crescite naturali di una società che vive in un luogo degradato, quasi dimenticato da tutti e per di più, area di repressione a causa della linea di confine che la sfiorava.
In un primo momento, un’attenta analisi sociale portava a rilevare numerose frange culturali differenti e rivoluzionarie quali punk, squatters e tanti altri movimenti alternativi.
La purezza per me è qui, nel risollevare le sorti della propria esistenza sfruttando la repressione come movente e la città come scena del crimine.
Il problema è che ora il consumismo tende ad approfittare di un altro sviluppo naturale della situazione, ovvero quello economico.
Nasce come zona malfamata, preda della morsa dell’immigrazione, terra di disagio e protesta, fino a quando non diventa punto di maggior interesse del turismo sfrenato di cui tutti siamo un po’ schiavi.
Vittime della curiosità sentiamo la necessità di vedere perchè tutti parlano così tanto di questo posto, ma ovviamente tutto ciò ha influenzato la vita e l’economia di chi vorrebbe vivere o addirittura già viveva qui.
I prezzi di case e affitti sono lievitati molto nel corso degli ultimi anni.
In tutti i casi rimane tutto molto più economico rispetto l’Italia.
Parlando dell’aspetto geografico ci sono tante cose da vedere e tante storie da ascoltare a riguardo: Viktoriapark corrisponde all’unica altura presente in questa zona, sui fianchi di una collina chiamata Kreuzberg da sempre, quale probabilmente ha dato nome al quartiere.
Uno dei parchi più belli della città.
Kottbusser tor è invece una piccola Istanbul, spaccio e reati minori sono all’ordine del giorno, ma è davvero ambiguo vedere così tante parabole ai balconi in così poco spazio, una densità estrema.

C’è oltretutto un mercato turco che merita di essere visto anche per la qualità dei prodotti, il suo nome è Türkischer Markt e si svolge Martedì e Venerdì sulle rive del Landwehrkanal.
La maggior parte dei musei e delle foto dei miei articoli passati sono state scattate in questo distretto, in cui è compresa anche la porzione di Friedrichshain.
Il Gorlitzer park è dove ora la tolleranza della “Polizei” è zero, per quello che riguarda la vendita di droga a causa della vasta gamma di droghe differenti dalla marijuana che si possono trovare.

Checkpoint charlie è qui, il Judisches museum è qui, Oranienstrasse è qui con il suo SO36 (simbolo del new wave e del punk rock tedesco) dove Bowie spendeva buona parte del suo tempo libero.
Le stazioni della di riferimento sono qui sotto riportate, potrebbero davvero risultare utili se programmate un bel giro in questo splendido e completo quartiere della città.
Ora provo a fare la pizza, volevo imparare il tedesco e invece ho imparato a cucinare.

Gleisdreieck

Gneisenaustraße

Görlitzer Bahnhof

Hallesches Tor

Hermannplatz

Kochstraße

Kottbusser Tor

Mehringdamm

Mendelssohn-Bartholdy-Park

Möckernbrücke

Moritzplatz

Platz der Luftbrücke

Prinzenstraße

Potsdamer Platz (S-Bahn)

Schlesisches Tor

Schönleinstraße

Südstern

Yorckstraße (S-Bahn)

 

WORDS BY SERGIO CREEP

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