#Chapter006 – Dal Biergarten a Sachsenhausen il passo è breve.

polpetta
Tempo di lettura: 3' min
26 March 2015
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Settima settimana: Domenica 8.3 – Domenica 15.3

Wow, che sole!
Sono stati 10 giorni incredibilmente sereni.

Se non sentissi consonanti pronunciate con violenza e vibrazioni gravi provenienti della gola, potrei benissimo credermi nella zona cosiddetta “mediterranea”.

Invece sono a nord e le temperature viaggiano fra 5 e 13 gradi.

I giornali ne parlano stupiti, le webzine pure e tutti temono il peggio.
Alcuni accusano la Merkel, altri invece i centri sociali, mentre io francamente me ne infischio.
Nei percorsi che affronto quotidianamente dirigendomi a Treptower Park, dove lavoro, tanta gente occupa quadrati di erba con i propri teli e con viveri acquistati qualche metro prima, da uno dei tanti “biergarten” presenti in città.

Si: ci sono “kindergarten” dove i piccoli berliner possono creare relazioni e lottare con altrettanto piccoli “nemici” per decidere chi potrà per quel giorno, vivere lo scivolo migliore come la propria roccaforte. Esattamente come facevamo noi.

Poi ci sono i “biergarten” dove i grandi di tutto il mondo assaporano le loro birre senza princìpi di territorialità, all’insegna del gusto e del divertimento a gran voce.
Cambiamo tanto nel tempo e diventiamo il risultato di errori, soddisfazioni, studi e conoscenze sommarie delle cose e della vita.
Siamo pieni di pensieri che nel kindergarten non ci sono e pieni di birra che, nel kindergarten, ovviamente non c’è.

Ma a proposito.. una birra la stappo anche io!
Mentre sento le bollicine attraversare la gola e l’odore di malto girovagare su e giù fra naso e bocca, penso meglio alle cose che questa settimana mi hanno segnato in particolar modo.
Partendo dal presupposto che di 7 giorni in 7 giorni, review per review, siamo davvero vicini allo scoccare del secondo mese in Berlino Marittima.

Da quando ho visto il video Italiani a Malta mi rendo conto, ancor di più, che il mio inglese ha una pronuncia pessima: non confondo “fork” con “fuck” ma qualche giorno fa, desiderando un succo d’arancia, mi sono esibito nella pronuncia di un “orangejewish” davvero di scarso gusto.
In tutti i casi, esperienza da non ripetere!
Stupidità a parte, alcune mini soddisfazioni me le sto guadagnando: l’idea dell’evento promozionale con fondamenta incentrate sulla sperimentazione elettronica ha preso piede e sono in contatto con 2 ragazzi che producono soundtrack per film.
Chad, proprietario della location che potrebbe abbracciare in maniera perfetta la mia idea, vive a Neukolln e, spessevolte, ci troviamo per bere un caffè e parlare delle nostre idee.
La Florida è la sua terra nativa, ma ha idee e modi che non hanno confini.
Crede in ciò di cui gli parlo e si parla anche di creare un progetto continuativo dedicato all’elettronica sperimentale.
Jazz bar. Free entry. Non vive di numeri.
Quello che conta qui è la qualità della proposta e avere il coraggio di gettarsi in questo mare di squali, poiché ogni incrocio di strade ha in programma (contemporaneamente) più eventi di ogni nostra città .
Il mio desiderio di creare reti, seppur piccole, sta cominciando a prendere piede.
Il 15 aprile ho avuto la conferma che proveremo a creare qualcosa insieme unendo i miei desideri alle sue aspettative.
Nessuno può essere certo che sarà una buona idea, ma per ora l’importante è provare e rendere l’evento realmente internazionale, poiché interagiamo con realtà provenienti da tutto il mondo.
Sogno ad occhi aperti.

Sono come un bimbo che scopre i colori, i suoni e i lego.

Sono anche triste però.
La distanza macera quel poco di buono che esisteva dentro di me e il desiderio di vedere lei sta diventando ossessivo.
È già tornata a casa.
Abbiamo avuto modo di vedere il campo di concentramento di Sachsenhausen, rimanendone esterreffati.
La forma triangolare del campo denota come la mitragliatrice principale potesse puntare ad ogni angolo senza alcun tipo di preoccupazione.
Ogni punto visibile ricorda il terrore: la vegetazione, le abitazioni, la parte riutilizzata per i lager comunisti, le reti elettriche, le cucine e i forni crematori abbattuti, ma solo in parte.
L’angolo delle fucilazioni, le torrette e tanto altro parlando di anni bui che, nella loro pesantezza, raccontano molto di ciò che siamo oggi.
Da questa forte esperienza nasce naturalmente il desiderio di sapere più cose a riguardo.
Le scuole giustamente parlano tanto di antisemitismo e cose simili, ma finchè non poggi lo sguardo sopra i memoriali dedicati a loro, la tua opinione è nulla.
Anzi. Ora io sono nulla.
Cammino sopra 10 000 facce d’acciaio di formati diversi che rappresentano i differenti bagagli di esperienze che ognuna di loro ha avuto dal suo passato.
Centinaia di cubi che raccontano tanto senza dire alcuna parola.
Io ci scherzo facendo foto, ma potrei tranquillamente sentirmi in colpa.

Come tutti coloro che fanno niente per far si che ciò non accada di nuovo.
Berlino sta diventando bela per questo: sto conoscendo ciò che l’ha formata e ciò che la sta modificando.

É tutto fottutamente storico, ma contemporaneo oltre ogni limite, come fai a sentirti ogni giorno a tuo agio?
Non è pubblicità progresso in stile “ministero della sanità”, ma quando vedrete questo potremo riparlarne sentendoci tutti piccoli come plancton nell’oceano.

WORDS BY SERGIO CREEP

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