Berlin Festival 29-30-31 Maggio 2015

polpetta
Tempo di lettura: 6' min
9 June 2015
Festival, Gallery, In primo piano

Il Berlin Festival quest’anno ha festeggiato il suo decimo anniversario così abbiam deciso di andare a vedere e sentire cosa aveva da offrire.
La zona prescelta per lo svolgimento dell’evento è situata sulle rive della Sprea, a pochi passi dalle fermate della U-Bahn di Treptower Park e Schlesisches Tor.

Orari festival:
-Venerdi 20.00–>06.00
-Sabato 13.00–> 06.00
-Domenica 13.00–> 02.00

Il festival è composto da vari stage e zone relax. Il fulcro è l’Arena che comprende: l’Arena mainstage (dove eravamo già stati per la chiusura del tour del Lost In A Moment l’anno scorso), l’Arena Glashaus, l’Arena Club, l’Arena Badeschiff, l‘Hoppetosse, il Club der Visionaere e una zona “parco” dove sono presenti i punti ristoro, market e la zona arte. Notiamo appena entrati un pubblico molto vario, sia per quanto riguarda l’età che lo stile; vediamo calpestare lo stesso suolo da curiosi quarantenni e clubbers accaniti e questo non può che farci piacere.
La gestione delle consumazioni (drinks+food) è affidata a un braccialetto elettronico che si può ricaricare in vari punti del festival: all’inizio eravamo un po’ scettici su questo tipo di sistema ma alla fine dobbiam dire che lo abbiam trovato davvero interessante.

29.05.2015
Arriviamo purtroppo tardi, intorno a 00.30, e ci dirigiamo immediatamente nell’Arena mainstage dove ascoltiamo gli ultimi venti minuti del live dei GusGus. Lo spazio di questo stage è davvero immenso ma l’impianto funziona a dovere; ci godiamo la fine di questo show che, per quel poco che abbiam sentito, troviamo veramente un po’ troppo piatto. Finito il live dei GusGus ci dirigiamo a prendere un drink e giusto 15 minuti dopo inizia il live di Marek Hemmann: parte carico, il dancefloor risponde bene, e mantiene alto il livello per tutta la durata del suo spettacolo supportato anche da un bel gioco di luci e visual.
Prima dell’inizio del live di Ten Walls andiamo a fare un salto nell’Arena Club dove sta suonando Westbam: eravamo davvero curiosi di sentire questo ragazzone tedesco ma purtroppo la situazione era davvero invivibile. Location troppo piccola per contenere tutti gli interessati, un caldo asfissiante e mille spintoni; dopo 15 minuti decidiamo di tornare nell’Arena Mainstage per goderci il live del lituano. Un’ora esatta di live che fila via liscia come l’olio tra bassi prepotenti, casse gigantesche e synth visionari.

“(Avevamo grande rispetto di Marijus Adomaitis in arte Mario Basanov e Ten walls ma purtroppo a causa delle sue dichiarazioni omofobe e idiote non ci resta che dire che sia solo una testa di cazzo)”

Arrivano le 04.00 ed è il momento di Seth Troxler che dopo un ottimo inizio si perde nei suoi soliti trip e fa scemare il livello di attenzione del dancefloor: dopo un ‘ora decidiamo di andare in hotel a riposarci per il giorno successivo.

30.05.2015
Arriviamo presto e per la prima parte della giornata ci godiamo la parte open air del festival girovagando tra le varie bancarelle, i punti ristori, la zona arte e il parco. Dopo aver cenato al White Trash Fast Food dalle ore 20.00 l’Arena mainstage ci offrirà tre live: Howling, Chet Faker e James Blake.
Si apre il sipario e Frank Wiedemann e Ry Cuming sono pronti ad iniziare: visual, installazioni minimali e fumo uniti alle note e ai lamenti di Cuming creano un’atmosfera unica soprattutto quando Frank Wiedemann (in arte Âme) decide di accendere il pubblico lasciando partire bassi pieni e casse dritte. Lo spettacolo ci piace molto e non vediamo l’ora di tornare ad assistere ad un loro live. Non avevamo mai visto Chet Faker. Inizia puntualissimo alle 21.30 e ad essere sinceri da questo live ci aspettavamo molto di più. Troviamo lo spettacolo un po’ “scarico” e sotto tono, tant’è che sembra quasi che Nicholas James Murphy “non abbia voce”. Rimaniamo un po’ delusi ma con la volontà di dargli un’altra possibilità quando si presenterà una nuova occasione. Alle 23.00 è il momento di James Blake, silenzio in sala e quando il sipario si apre iniziano a fluttuare le melodie del giovane artista e il pubblico esplode. Per l’occasione James è accompagnato da Rob McAndrew aka Airhead. Che dire di questo live se non altro che è da vedere e rivedere? Sopratutto se è supportato da giochi di luci favolosi e dirompenti. La performance si conclude con “Limit To Your Love“. Ci prendiamo un po’ di tempo bevendo qualche drinks e girovagando negli altri stage in attesa che arrivino le 02.00, orario in cui inizierà il live di Ame.
Il tempo vola e arriva il momento di Frank. Rispetto all’ultima volta che avevamo assistito a un suo live (sempre a Berlino a Rummelsburg 2014 in cui era ospite del party Life and Death) lo troviamo molto più deciso, “cattivo” e molto più carico. Anche questo live è accompagnato da luci e visual davvero degni di nota. Uno dei momenti sicuramente più significativi è stato quando è iniziata la track A Matter Of Time… sentirla suonata in live con quel vocal inimitabile è stato davvera una grande emozione.

Alle 03.30 Âme cede il testimone a Dixon che ci accompagnerà con synth, ripartenze devastanti e vocal strazianti fino alle 06.00. Verso le 05.30 decidiamo di andare verso l’appartamento a ricaricarci per il gran finale.

31.05.2015
Life and Death e Underworld
sono sicuramente le parole d’ordine di quest’ultimo giorno di festival.
Arriviamo intorno alle 15.00 nello stage open air Elektronische Wiese dove in consolle troviamo Dj Tennis: la situazione è molto tranquilla e rilassata, ragazzi e ragazze sdraiati sul prato che si godono i propri drinks, musica deep e piacevole che con il passare del tempo diventa sempre più coinvolgente.
Arrivano le 17.00 e arriva il momento dei : i ritmi si alzano, le casse si ingrossano e i synth iniziano a impazzire e il dancefloor apprezza e si riempie. Dopo i due fratelli milanesi è il momento del bavarese Lorenz Brunner aka Recondite che arriva, abbraccia il suo pubblico e infine lo trascina nel suo vortice di melodie e bassi travolgenti. Un live bello e rinnovato rispetto alle ultime volte che avevamo avuto occasione di sentirlo.
Sono le 20.00 ed è il momento dei Tale of Us: lo stage è gremito e ai due milanesi basta la prima traccia per mandare tutti nello spazio. Il set dei TOU è techno, deciso, non scende mai di intensità… la performance si conclude sulle note di Singularity, nuovo singolo, del producer di Brema Stephan Bodzin in uscita proprio sulla label Life and Death. Il sipario cala sullo stage LAD e ne approfittiamo per riposarci un attimo, mangiare qualcosa e diregirci in tutta fretta verso il Glashaus dove si sta svolgendo la performance di Shlomo.
Una volta arrivati davanti all’ingresso ecco arrivare la brutta notizia: live interrotto a causa di un guasto tecnico. Nulla da fare, un po’ sconsolati andiamo nell’Arena mainstage dove si sta svolgendo lo show di Róisín Murphy.
I più la ricorderanno per le sue performance come cantante dei Moloko. La più famosa è quella del 2004 al PinkPop Festival, in particolare sulla canzone “Sing It Back” dove Róisín e la sua band diedero il meglio. Da quella performance, totalmente ed innegabilmente pop ma indimenticabile, son passati più di dieci anni ma Róisín si è comunque presentata domenica scorsa sul palco del Berlin Festival ancora piena di verve ed energia. La sua carica era invidiabile: è un vero e proprio animale da palcoscenico; qualche ruga in più ma ancora estro e brio, sia nel modo di cantare che nella scelta dei costumi, esagerati (con accezione positiva). I musicisti che la accompagnavano l’altra notte erano molto competenti e la voce della Murphy era la ciliegina sulla torta di una performance di alto livello.
Prima di lei sul palco del mainstage si sono esibiti i Rudimental, gruppo inglese vastissimo composto da diversi strumenti e componenti, tutti molto poliedrici e che hanno fatto una performance live davvero particolare. Il genere non è fra i nostri preferiti: tra hip-hop, edm e drum’n’bass; infatti dopo le prime tre canzoni ci accingiamo alla spiaggia esterna dove decidiamo di bighellonare un pò.
Arriva 00.30, si apre il sipario ed ecco sbucare nel buio Karl Hyde e Rick Smith aka Underworld e quando dietro di loro compare la scritta UNDERWORLD il dancefloor urla ed applaude i pionieri della musica elettronica moderna.
Il live inizia con una travolgente Dark and Long (Dark Train) e con un ritmo sfrenato attraversa Rez, Crocodrile e tutte le altre hit del duo inglese. La track di chiusura non poteva non essere Born Slippy cantata a squarciagola da tutti i presenti.
E’ stato un live emozionante e un po’ anacronistico che vede Karl Hyde lasciarsi andare in balli sfrenati e senza tempo.

Possiamo definire il Berlin Festival un evento per tutti che offre molti show di diverso tipo mantenendo un livello di qualità molto elevato.

Berlino regala sempre grandi emozioni e bei ricordi e anche questa volta non ci ha deluso.

See u soon.

WORDS BY JOE ALPACA
PICS BY JANINE BILLY

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